Per la
rassegna "I Concerti al Cenacolo" lunedì
11 novembre 2019 alle 18.30 nella
Chiesa di Santa Maria Primerana (via Santa Maria, Fiesole, Firenze; ingresso libero)
L’Homme Armé, in formazione maschile (tenori: Andrés Montilla Acurero, Riccardo Pisani, Paolo Fanciullacci, baritono: Gabriele Lombardi, direttore: Fabio Lombardo, voce recitante: Pietro Bartolini) presenta l’
ultima replica della "Passione secondo Matteo" di Francesco Corteccia: meno nota di quella secondo Giovanni, è inedita ed è stata trascritta direttamente dal maestro Fabio lombardo da un manoscritto conservato all’Opera del Duomo. Occasione preziosa, dunque, tanto più che il concerto si tiene in una piccola antica chiesa che sovrasta la piazza principale di Fiesole: messa un po’ in ombra dalla cattedrale, è invece un gioiellino che merita una visita, magari arrivando con un po’ d’anticipo sull’inizio del concerto.
Anni travagliati per Firenze quelli a cavallo tra la seconda e la terza decade del Cinquecento, quando un giovane sacerdote fiorentino, Francesco Corteccia, compone delle musiche polifoniche per la liturgia della Settimana Santa: una prima Passione polifonica per il Battistero di S. Giovanni, sul testo di Giovanni (1527) e una seconda per la Basilica di S. Lorenzo sul testo di Matteo. Queste composizioni (conservate entrambe in un manoscritto dell’Archivio dell’Opera del Duomo di Firenze) sono le prime testimonianze nella produzione cinquecentesca di Passiones polifoniche, un autentico primato per la cronologia e la fortuna del repertorio italiano fiorito nel trentennio successivo (dalla Passio di Innocenzo De Albertis del 1540 a quelle di Giovanni Nasco del 1561 e di Paolo Aretino del 1565).
La Passione eseguita da L’Homme Armé mette in musica una consistente selezione del testo di Matteo, in uno stile molto particolare che, sebbene erede lontano delle formule imitative di derivazione franco-fiamminga, privilegia soprattutto l’omofonia, uno stile semplice che restituisce la comprensibilità del testo in una forma che, soprattutto in certi punti, acquista un potenziale drammatico del tutto nuovo per l’epoca. Uno stile semplice che, nonostante la raffinatezza delle relazioni armoniche, sembra parlare anche al popolo, che, visti i tempi, probabilmente si immedesimava in questa storia universale, riconoscendovi i temi della sofferenza, del tradimento, del sacrificio, temi estremamente attuali.
La parte dell’Evangelista viene recitata in lingua volgare secondo la traduzione curata dal domenicano Santi Marmochino e pubblicata a Venezia nel 1538.
La chiesa di Santa Maria Primerana è già menzionata nel 966 ed è forse costruita su una precedente basilica paleocristiana, a sua volta impiantata su un tempio pagano; poi fu ampliata in epoca medievale; la facciata risale alla fine del Cinquecento, con paramenti architettonici di gusto manieristico e decorazioni a graffito di Ludovico Buti; nel 1801 fu aggiunto il porticato su colonne architravate. L’interno, ad aula unica conclusa da un transetto, contiene opere d’arte di pregio: sull’altar maggiore, una tavoletta con la Madonna col Bambino del Maestro di Rovezzano (sec. XIII); nel transetto bassorilievi di Francesco da Sangallo, uno con l’autoritratto (1542) e uno col ritratto di Francesco del Fede (1575). Ci sono anche una terracotta invetriata della bottega di Andrea della Robbia e un grande crocifisso ligneo sagomato e dipinto di scuola giottesca (XIV secolo), attribuito a Bonaccorso di Cino e alle pareti affreschi, sia pure un po’ sbiaditi, di Niccolò di Pietro Gerini, documentato dal 1368 e morto nel 1415. Uno dei punti cardine del “progetto metropolitano” è proprio questo: aiutare a richiamare, con spettacoli e concerti, l’attenzione su luoghi d’arte ingiustamente trascurati.
Per maggiori informazioni:
www.hommearme.it