Da giovedì 26 dicembre 2019 a sabato 4 gennaio 2020 torna, per il terzo anno di repliche, lo spettacolo
"L'acqua cheta" di
Augusto Novelli con
La Compagnia delle Seggiole in scena al
Teatro Niccolini di Firenze (Via Ricasoli, 3).
L’acqua cheta è da ritenersi il capolavoro di Augusto Novelli, senza dubbio la commedia più conosciuta e più rappresentata nei teatri di tutta l’Italia del vernacolo fiorentino. Fu messa in scena per la prima volta al Teatro Alfieri di Firenze nel gennaio del 1908 e fu replicata per ventisei sere consecutive, dando il via alla rinascita del teatro dialettale fiorentino che fino ad allora era rimasto come fuoco sotto la cenere. L’acqua cheta festeggia più di 110 anni; infatti nella notte di Capodanno del 1908 al Teatro Alfieri si festeggiava con un banchetto il grande attore Andrea (Dreino) Niccòli che si preparava a partire in America con la sua Compagnia per una lunga tournée. Il commediografo Augusto Novelli, che si trovava a passare di là, fu invitato sul palcoscenico a parlare. Fu lui che riuscì così a persuadere l’attore Andrea Niccòli di tentare la fortuna all’estero con un nuovo progetto teatrale, ovvero proponendogli una commedia che portasse in America il teatro popolare in lingua vernacolare. Augusto Novelli si impegnò a scrivere un atto prima della partenza della Compagnia. La commedia, in tre atti, debuttò il 29 gennaio, con il titolo L’acqua cheta. Fu un successo clamoroso, travolgente. Da allora la commedia ha avuto innumerevoli rappresentazioni, sia come prosa, sia come operetta (l’adattamento musicale del testo di Giuseppe Pietri è del 1920) e nel corso della sua storia sulla scena ha subito un’evoluzione che ne ha modificato notevolmente la forma, il linguaggio e la stessa gerarchia dei personaggi.
L’acqua cheta conferma, dunque, le intenzioni di Augusto Novelli che voleva realizzare attraverso quest’opera la sua personale idea di teatro popolare. Il pubblico e le Compagnie che nel corso degli anni hanno messo in scena il testo, si sono talmente identificati con L’acqua cheta che sono più volte intervenuti direttamente sul testo, sulle scene e sui personaggi, con tagli e aggiunte nate dall’improvvisazione degli attori e dal gradimento del pubblico. L’acqua cheta è di fatto diventata un prodotto artistico frutto della memoria e della cultura orale. Per la pratica teatrale si può dire che oggi non esista una sola ‘Acqua Cheta’, ma tante e tante diverse. E come davanti ad ogni opera di cultura popolare, ci troviamo con L’acqua cheta di fronte a un gran numero di varianti che la rendono proteiforme, ma allo stesso tempo mantiene al suo interno certe consuetudini della rappresentazione delle singole scene, tanto da risultare così note ed amate dal pubblico. Alla luce di queste considerazioni, questa commedia così leggera ci appare carica di sensi diversi, uno su tutti: L’acqua cheta rappresenta per i fiorentini – e forse anche per i non fiorentini – quell’immagine di Firenze, che hanno conosciuto proverbialmente in passato o di cui hanno sentito raccontare, che esisteva ‘prima’, in un tempo passato e che ora non c’è più. Prima dei turisti, prima dell’alluvione, prima della grande guerra. In ogni caso ‘prima’ di un qualche disastro che le ha cambiato i connotati.
Orari: ore 21.00; sabato ore 19.00 e domenica ore 17.00; martedì 31 dicembre, ore 21.45.Riposo lunedì 30 dicembre e mercoledì 1 gennaio.Biglietti da 19,00 euro acquistabili presso la biglietteria del Teatro della Pergola o sul sito www.teatrodellapergola.comPer maggiori informazioni:
www.teatrodellapergola.comJB