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mercoledì 25 dicembre 2024

Amici della Musica: Bruno Canino e Antonio Ballista in concerto alla Pergola

09-02-2020

Per festeggiare i 250 anni dalla nascita di Beethoven, domenica 9 febbraio 2020 alle ore 21.00, al Saloncino del Teatro della Pergola per la Stagione Concertistica degli Amici della Musica di Firenze arriva il duo pianistico più famoso e inossidabile della storia della musica italiana formato da Bruno Canino e Antonio Ballista con la Nona Sinfonia, eseguita nella trascrizione di Liszt.

I due musicisti si conoscono nella classe di pianoforte al Conservatorio di Milano sessant’anni fa e, animati dalla stessa curiosità musicale, iniziano a studiare insieme il repertorio per duo pianistico non lasciando niente di inesplorato. Il duo Canino-Ballista diventa subito un punto di riferimento per i compositori della seconda avanguardia che proprio ai due musicisti dedicano composizioni che arricchiranno il repertorio della musica contemporanea (Berio, Dallapiccola, Ligeti, Boulez, Cage, Stockhausen, Donatoni, Kagel). Ma il duo frequenta anche il repertorio tradizionale scandagliandolo in lungo e in largo, dalle opere per pianoforte a quattro mani, alle trascrizioni per due pianoforti. Il pianista e critico Piero Rattalino ha scritto giustamente a proposito:  “Oltre ai sentieri battuti, Canino e Ballista hanno percorso anche i sentieri dei rovi, rimanendo per cinquant’anni fedeli a uno stile di vita artistica fatto di serietà e di understatement, di impegno su tutto e di curiosità per tutto, di indipendenza della mente e di slancio del cuore”.

Agli Amici della Musica i due decani della tastiera proporranno l’opera somma beethoveniana, la Sinfonia n. 9. Ultima figlia in campo sinfonico, la Nona segnò un punto di non ritorno nella storia della musica. Dopo Beethoven nessun compositore potrà cimentarsi nel genere senza confrontarsi con quel modello di arte insuperabile lasciato in eredità dal Maestro. E il duo Canino-Ballista la presenta nella trascrizione per due pianoforti fatta da Franz Liszt nel corso dell’Ottocento. Da buon funambolo della tastiera, Liszt si dilettava anche a trascrivere, arrangiare e parafrasare brani di altri compositori che, una volta passati al setaccio della sua fantasia e del suo virtuosismo, prendevano nuova vita durante i suoi concerti. Ma il lavoro di trascrizione della monumentale Nona risulta arduo anche per un talento come lui, che impiega ben sette anni per la trasposizione pianistica della celebre opera. Il suo personale omaggio a Beethoven si concretizza infine in una pagina di difficoltà estreme che richiede doti tecniche invidiabili, nervi saldi e massima concentrazione per mettere in risalto il complesso tessuto polifonico che compone il modello originario.

Per maggiori informazioni: www.amicimusicafirenze.it