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mercoledì 25 dicembre 2024

Museo Marino Marini: Greta Attademo è la vincitrice di Playable Museum Award 2019

06-02-2020

L’architetta Greta Attademo (Napoli, 1992), con il progetto Origaming, è la vincitrice della seconda edizione del Playable Museum Award del Museo Marino Marini di Firenze, realizzato con il coordinamento a cura dell’engagement scientist e game designer Fabio Viola.

Il Playable Museum Award è la call internazionaleche premia la migliore idea - inedita ed originale - per un museo del futuro coinvolgente e creativo - con un grantdi 10 mila euro.

Una sfida lanciata dal Museo Marino Marini di Firenze ai creativi e visionari di tutto il mondo in ogni ambito della conoscenza che nasce dall’esigenza sempre più forte di cambiare il modo di considerare i musei, anche per attrarre e coinvolgere le nuove generazioni. Il Museo Marino Marini di Firenze diventa così un hub di innovazione e sperimentazione, un museo- laboratorio dove pensare e creare prototipi e idee da poter poi declinare anche in altri musei, un luogo di “produzione” culturale, spazio di contaminazione dove sviluppatori, makers, artisti, storytellers, designers possano lavorare  ad una sintesi tra passato e futuro, tra tecnologia e umanesimo.

La giuria internazionale - composta da Alessandra CapodacquaSimona MaschiEllyn ToscanoLorenzo Coppini Jeffrey Schnapp - ha così motivato la sua decisione: Il progetto esprime un concept veramente originale. La qualità dell'esposizione, l'eleganza e la soluzione proposta nella progettazione software-hardware-fisica corrispondono alla sfida lanciata dalla call di un'idea applicabile ad una modalità user experience rivolta a tutte le tipologie di utenti. It's #playable!

"Il progetto Origaming è stato giudicato il migliore all’unanimità dalla giuria - ha dichiarato Patrizia Asproni, Presidente del Museo Marino Marini di Firenze - perché è molto originale, creativo e permettere di coinvolgere tutte le tipologie di utenti, offrendo a ciascuno una modalità di interazione curiosa e giocosa. Anche quest’anno la partecipazione è stata straordinaria, soprattutto dall'estero, e il fatto che  la vincitrice sia una giovane donna italiana ci rende particolarmente felici, un segno di come le nuove generazioni siano sempre più familiari con le discipline STEM. Non vediamo l'ora di supportare Greta Attademo nella realizzazione del suo progetto innovativo”.

“Il progetto Origaming risponde alle sfide della Cultura Interattiva dove il concetto di spettatore cede il passo allo spettAutore - ha detto il coordinatore del Playable Museum AwardFabio Viola-. Il pubblico diventa parte integrante dell’esperienza artistica e il manufatto da oggetto si trasforma in processo grazie alla stratificazione umana. Quando l’analogico dialoga con il digitale, quando culture diverse convergono, quando l’aura sacrale dell’opera si contamina con l’idea di partecipazione attiva nascono esperienze playableche facilitano il raggiungimento, coinvolgimento e trasferimento di informazioni verso nuovi pubblici. E per il secondo anno consecutivo il premio è andato a un under 30, a dimostrazione del grande potenziale creativo di cui potrebbero beneficiare le nostre istituzioni culturali”.

IL PROGETTO

ORIGAMING

LO SCENARIO
Il secolo in cui viviamo è, sotto molti aspetti, ‘playable’. L’approccio pervasivo dei giochi e l’avvento dei nuovi media, oggi, hanno trasformato il sistema dell’informazione e della comunicazione attraverso approcci sempre più giocosi e creativi, portando ad un cambio di paradigma nelle modalità di conoscenza e di esperienza dell’uomo sul mondo. Per questo motivo, anche le istituzioni culturali e museali devono essere parte attiva del cambiamento, poiché non sono solamente luoghi di conservazione dei beni culturali, ma anche trasmettitori dei significati insiti nei beni stessi, i quali acquistano valore solo se compresi dalla società, soprattutto considerando che essa non è più costituita solo da coloro che hanno vissuto il cambiamento dall’analogico al digitale, ma anche da nativi digitali, i quali necessitano di nuove modalità di comunicazione e di fruizione. Oggi molti musei sono ancora legati al modello museale tipico del secolo scorso, inteso come luogo di contemplazione passiva che quasi mette soggezione nel visitatore; nel secolo ludico, invece, il museo deve rispondere al ruolo di ambiente di apprendimento informale, fornendo stimoli e curiosità; da ciò si sviluppa l’idea di Origaming, una guida interattiva museale che, passando dallo storytelling allo storydoing , trasforma il visitatore in un partecipatore attivo nella costruzione del significato dei beni culturali.

IL CONCEPT
Il fascino dell’Origami, antica tecnica giapponese di piegatura della carta, costituisce il concept di progetto, poiché grazie alla sua combinazione di colori, forme geometriche e piegature, è in grado di determinare un infinito numero di soluzioni giocabili possibili. L’idea è di trasferire le caratteristiche principali dell’Origami ad un nuovo oggetto museale, invertendone il tradizionale processo di creazione e trasformando la forma finale in una guida interattiva che, aperta nel corso dell’esposizione museale, rivela nuovi significati e conoscenze relative alle opere culturali.

IL PROCESSO
Il ‘fattore analogico’, se così si può definire, di cui sono costituiti i beni culturali, è elemento imprescindibile e insostituibile all’interno dei musei. L’Origaming nasce con l’idea di costituire un mezzo, e non il fine, della narrazione museale; pertanto in esso tecnologia, arte e gioco vengono combinate in maniera equilibrata, senza che una sfera sovrasti l’altra.
La tecnologia prevede due elementi principali: la struttura dell’origami, costituita da parti rigide e parti flessibili, per la cui realizzazione si è ipotizzato un processo di stampa 3D, ma si ritiene che questo aspetto possa essere anche ripensato e migliorato; un sistema di sensori, inseriti nelle parti rigide dell’Origaming, in grado di riconoscere l’opera museale più vicina tramite una connessione Bluetooth  e inviare informazioni audio sull’opera stessa.
L’arte è rappresentata dalle immagini che fanno da pattern per l’Origaming, ogni volta diverse in forme e colori a seconda dell’esposizione museale. L’immagine, inizialmente confusa e frammentata, viene ricomposta all’apertura completa dell’Origaming, svelandosi agli occhi del visitatore. A ciò si aggiunge che forme, linguaggio e informazioni fornite siano differenziati a seconda dell’utenza culturale, distinguendo le modalità più appropriate per adulti e per bambini.
Il gioco di Origaming è un gioco libero, capace di comunicare attraverso tatto, vista e udito, permettendo così di essere accessibile a tutti. Il gioco ingloba ogni aspetto dell’Origaming: dall’apertura della scatola misteriosa alla scoperta di nuove informazioni, dalla ricomposizione dell’immagine nascosta alla personalizzazione del tour; ciò che lo rende gioco è proprio la possibilità di scelta da parte del visitatore/giocatore, posto al centro della narrazione: è lui a decidere quando e dove aprirlo, se giocare da solo o con altri. Si tratta, tuttavia, di un gioco pensato proprio per il museo: ogni fase nella sua ideazione è attenta allo scopo culturale del gioco, rispondendo all’uso della strumentazione tecnologica non come sostituto dell’esperienza conoscitiva fisica del museo e del suo patrimonio, ma come mezzo consapevolmente, è capace certamente di implementarla e di valorizzarla.

Greta Attademo - Biografia
Nata nel 1992 a Napoli, svolge attualmente il secondo anno di dottorato in architettura, lavorando ad una tesi relativa all’uso della rappresentazione, delle nuove tecnologie e della gamificationcome nuovi strumenti narrativi per la comunicazione del patrimonio culturale. Nel 2017, consegue a pieni voti una laurea magistrale in Architettura all’Università degli studi di Napoli ‘Federico II’, discutendo una tesi sperimentale relativa alla realizzazione di un allestimento anamorfico per la stazione circumvesuviana di Boscoreale. Dal 2018 realizza attività didattiche integrative relative all’insegnamento di “Applicazioni di Geometria Descrittiva” per la Scuola Politecnica e delle Scienze di Base di Napoli.

Per ulteriori informazioni: https://museomarinomarini.it/