A forza di reset-spegni-riaccendi nella nostra realtà high-tech l’errore ha perduto il suo valore conoscitivo, mandando in soffitta uno dei modi di dire più comuni che ci ha accompagnato per generazioni, l’altrimenti saggio “sbagliando s’impara”. L’errore ci sgomenta, non può riguardarci: soprattutto in ambito medico tendiamo a considerarlo troppo spesso inaccettabile e scandaloso. Ma la nostra storia genetica ci ricorda come le specie sopravvivano adattandosi all’ambiente a partire da errori “casuali”, talvolta fatali ma spesso utili e risolutivi. Nel mondo al tempo dell’Artificial Intelligence, l’anomalia inevitabile dell’imperfezione è ancora necessaria per avanzare nel cammino della conoscenza.
Giulio Giorello insegna Filosofia della scienza all’Università degli Studi di Milano e collabora con il «Corriere della Sera». Tra i suoi libri: «Libertà» (Bollati Boringhieri, 2015), «L’etica del ribelle» (Laterza, 2017), «Libertà di pensiero» (Mimesis, 2018); per il Mulino «Lussuria» (2010) e «Matematica della natura» (con V. Barone, 2016).
Pino Donghi si occupa di comunicazione della scienza. Autore e curatore di festival, iniziative culturali e collane editoriali, saggista, ha organizzato ventitré edizioni di Spoletoscienza nell’ambito del Festival dei Due Mondi e ha collaborato con Luca Ronconi per la messa in scena di «Infinities» e «Bi(bli)oetica. Dizionario per l’uso», di cui è anche autore.
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