Città di Firenze
Home > Webzine > A San Salvi la nuova stagione dei Chille de la balanza "Ho fatto il guaio? Riparerò!"
venerdì 19 aprile 2024

A San Salvi la nuova stagione dei Chille de la balanza "Ho fatto il guaio? Riparerò!"

12-02-2020

Il 2020 è l’ultimo anno del progetto triennale "Abitare i Confini", frase-ossimoro di Padre Balducci del gennaio 1991 per indicare la necessità di dar vita ad un centro “nel” confine: il confine come estensione di una (nuova) centratura avvenuta. E San Salvi fu confine per migliaia di persone qui rinchiuse e private della loro libertà e soggettività per oltre un secolo. I Chille de la balanza vivono il 2020 all’indomani di un anno dei record con oltre 30.000 presenze nel 2019, lanciando una nuova parola d’ordine che accompagnerà le attività della più antica residenza culturale in Toscana nel suo ventiduesimo anno di vita. 

“HO FATTO IL GUAIO? RIPARERÒ! La natura è là dove insieme vivremo”: questa divertente parola d’ordine prende spunto, per la prima parte, dal titolo originario di una celebre commedia giovanile di Eduardo, ”Uomo e galantuomo”, messa in scena nel 1924. I Chille se ne sono riappropriati per affrontare con un amaro sorriso il tema dell’ormai evidente distruzione sia dell’ambiente che del rapporto tra le persone, entrambi da riparare sorridendo anche grazie al Teatro. Il disegno “Ho fatto il guaio?..” è di Alessio Biblioteca, diciannovenne Artista fiorentino.

La compagnia diretta da Claudio Ascoli, forte dei riconoscimenti e sostegni di MiBact, Regione Toscana, Comune di Firenze, Città Metropolitana, Fondazione CR Firenze e Unicoop, presenta le tante iniziative dei primi mesi del 2020 a San Salvi, che, in collaborazione con Azienda Usl Toscana Centro, puntano a dare nuova vita all’area dell’ex-manicomio fiorentino.

Almeno 6 i momenti di maggior rilievo nel periodo da febbraio a maggio: “Il teatro dei Chille”, “Spacciamo Culture”, “Parole alate Ecrits bruts”, “StaMe Stage Memory”, “Per Alberta” Giornata della Poesia e “Storie Interdette”.

IL TEATRO DEI CHILLE da oggi a sabato 8 marzo

Il 2020 si apre con una rassegna su una nuova produzione e riprese di spettacoli firmati dai padroni di casa, intitolata “Il Teatro dei Chille”: appuntamenti dal 13 febbraio all’8 marzo. Singolare anteprima la presentazione del libro "Berlinguer: vita trascorsa, vita vivente" che avrà luogo mercoledì 12 febbraio alle ore 21 in presenza dei due autori Susanna Cressati e Simone Siliani. Il libro analizza una delle figure politiche ed umane centrali di quegli anni ’70, anni in cui nacquero a Napoli i Chille; l’incontro sarà particolarmente attento al comizio di Berlinguer alla Festa Nazionale de L’Unità di Napoli del 1976, citato nella nuova produzione dei Chille, “Napule ’70”. “Berlinguer: vita trascorsa, vita vivente” sarà così un incontro-occasione per confrontarsi e ragionare, soprattutto con i giovani, su quegli anni e sull’oggi.

Da giovedì 13 a sabato 15 febbraio, sempre alle ore 21, debutta in forma di primo studio la produzione di punta del 2020 dei Chille: parliamo di “Napule ‘70”, la cui prima assoluta avverrà poi al prestigioso Napoli Italia Teatro Festival agli inizi di giugno.

NAPULE ’70 è uno spettacolo di e con Claudio Ascoli, con la partecipazione di Sissi Abbondanza. La locandina recita che Voci, Musiche, Domande, Immagini, Video, Luci sono a cura di Dario Ascoli, Matteo Brighenti, Antonia Cerullo, Renato Esposito, Cristina Giaquinta, Bartolo Incoronato, Paolo Lauri, Matteo Pecorini, Gabriele Ramazzotti, Alessio Rinaldi e Dario Trovato.

Ne “Le origini di un attore” Piergiorgio Giacchè si domanda «Che senso ha dire dov’è nato un attore? Di quell’attore che si dice e si vuole sempre nomade e abitante una terra di nessuno?». Ha ragione, eppure questo non è del tutto vero quando l’attore è nato a Napoli. E a Napoli è nato nel 1950 Claudio Ascoli, ed è a Napoli che ha fatto teatro per molti anni prima di abbandonarla volontariamente nel 1985.

Settembre 1973: a Napoli il colera, a la Moneda (Santiago del Cile) il golpe del generale Pinochet e l’uccisione di Salvador Allende. A Napoli sono le cozze, ‘e còzzeche, ad essere incolpate; «Cara còzzeca, tu staie nguaiata»/ dicette ‘o magistrato. «’o fatto è chisto,/ ccà nun te salva manco Giesu Cristo:/ o l’ergastolo, o muore fucilata./ Qua ci sono le prove, figlia mia…/Tu hai portato il bacillo del colera», scriveva Eduardo De Filippo. Negli stessi giorni un gruppo di giovani sta risistemando a Port’Alba uno scantinato e preparando quello che di lì a pochi giorni diventerà un piccolo teatro: il Teatro, Comunque. sì… con la virgola e il punto, come a sottolinearne la necessità! La compagnia si chiamava e si chiama Chille de la balanza. La fonda e la guida Claudio Ascoli, ultimo rampollo di una famiglia di teatranti napoletani; con lui, tra gli altri, il fratello minore, Dario, allora ancora un ragazzo, oggi critico musicale del San Carlo per il Corriere e Pasquale Scialò, negli anni apprezzato musicista e musicologo.

Sono i magici anni ’70 di Napoli, forse nei tempi recenti quelli più ricchi di presenze creative ed artistiche di assoluto rilievo. Non è un caso che di lì a pochi anni la straordinaria Festa Nazionale de L’Unità (Napoli Mostra d’Oltremare settembre 1976) che si chiude con l’indimenticabile comizio di Berlinguer davanti ad una folla immensa e con il ritorno di Eduardo in “Natale in casa Cupiello”, non è un caso che la Festa si apra proprio con un evento del Nuovo Teatro Napoletano. Su proposta dei Chille, cui è affidato il primo momento, va così in scena “Un cane randagio”, esplicito omaggio a Vladimir Majakovskij. Un decennio, ‘70-’80, ricco di occasioni irripetibili: dalla nascita di Estate a Napoli a quel Masaniello che invase in forma nuova luoghi antichi. Un decennio che si conclude drammaticamente domenica 23 novembre 1980: il terremoto. La ferita è profonda, l’utopia di chi anche in cultura aveva tanto speso per una rinascita di Napoli subisce un colpo mortale. Diverse le risposte, le strade intraprese dagli Artisti napoletani. I Chille, dopo alcuni anni vissuti largamente in tutt’Europa dove il loro teatro in strada e quello sulle Avanguardie storiche del ‘900 incontrano con successo pubblici ed intellettuali, i Chille nel 1985 trovano casa in Toscana e poi, è storia più recente, dal 1998 a San Salvi, l’ex-città manicomio di Firenze.

2020: nasce Napule ’70, uno spettacolo sugli anni ’70 a Napoli, ma anche sui 70 anni di Claudio Ascoli, il vecchio-giovane fondatore dei Chille nel 1973. Cos’è? Forse è più facile dire cosa non è, né vuole essere: non un amarcord, non un eravamo meglio noi, non una confessione-racconto! Napule ’70 è uno spettacolo, un emozionante divertente incontro tra corpi di allora e di adesso, tutti positivamente infettati…come don Chisciotte dei nostri tempi, dall’idea di cambiare il mondo anche nell’apparente impossibilità. E’ una narrazione discontinua, talora buia, spesso – si spera– piena di luci. “L’uomo e il mondo – diceva Artaud e i Chille con lui – non si posseggono che per schiarite.” Sì, Napule ’70 vuole essere un insieme disordinato ma pieno di vita, di schiarite sull’oggi, odorando quanto c’era e ci resta dagli anni ’70.

Un accenno alle altre tre produzioni presenti nella rassegna “Il Teatro dei Chille”: il 21 e 22 febbraio “Siete venuti a trovarmi?”, tenero monologo sulla solitudine di un internato sansalvino di e con Matteo Pecorini, il 28 e 29 febbraio gli straordinari “Dialoghi di profughi”, dall’omonimo testo di Bertolt Brecht: in scena Matteo Pecorini e Rosario Terrone, con Claudio Ascoli a giocare il ruolo del commediografo tedesco. Gran finale, poi in occasione della Giornata della donna, con “Casa di bambole” di e con Sissi Abbondanza, repliche il 7 e l’8 marzo: una donna nella sua casa (nido e prigione) alla fine di una festa e in attesa l’indomani dell’arrivo del suo uomo, scopre un’altra se stessa (reale o immaginaria?) con cui dialogare. “Casa di bambole” è una riflessione sull’incapacità di rapportarsi nel reale che spinge verso dialoghi isolati, creando mondi in cui si finisce con il parlare in un infinito, crudele soliloquio.

I posti per gli spettacoli sono limitatissimi, la prenotazione è vivamente consigliata: biglietto d’ingresso € 12, ridotto Arci e soci Coop € 10, carta dello studente della Toscana € 8. E’ previsto un abbonamento ai 4 spettacoli al costo di soli € 15.

Sabato 22 febbraio, i Chille ospitano dalle ore 9 alle ore 17 anche “Una giornata per Paolo Tranchina. Miti, inconsci e prassi alternative”: un confronto nel segno del grande psicologo jungjiano recentemente scomparso. L’iniziativa è organizzata con Psicoterapia Concreta e Psichiatra Democratica.

SPACCIAMO CULTURE   da oggi a domenica 29 marzo
E’ un percorso di rigenerazione del patrimonio materiale e immateriale dell’area dell’ex ospedale psichiatrico di San Salvi, a partire dalla memoria del luogo. Si realizza in collaborazione con Architectura.place.
Il progetto ha vinto il Bando di Partecipazione Culturale della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, grazie al quale è stata data l’opportunità a 10 Artisti o gruppi, under 35, di dar vita a creazioni site-specific, garantendo un budget di 700 € per ciascun progetto. Tra i progetti che invaderanno l’intera area di San Salvi e anche i vicini Giardini del Cenacolo, si segnalano: L’Associazione dell’inutilità, Cenacoli ombrelliferi, SKETCH OF LIGHT FROM THE ABYSS, Fuori di sé, Dialogo Sonoro, murale musicale, S_copriti, TESTIMONI, CONTAGIO. A “Spacciamo Culture” partecipano il DIDA Dipartimento di Architettura Università di Firenze, l’Accademia di Belle Arti e 15 giovani fotografi della Laba Libera Accademia di Belle Arti di Firenze coordinati dal prof. Massimo Agus. A fine percorso, domenica 29 marzo, giorno della votazione referendaria con una San Salvi già invasa dagli elettori diretti a votare alla Scuola primaria Andrea del Sarto, sarà prodotta una Festa multidisciplinare collettiva, ad ingresso libero…previo consegna di una bustina di Spacciamo Culture ad un divertente check-point all’ingresso di San Salvi. Nel periodo di preparazione dell’evento, infatti, sono distribuite 1.000 bustine… di Spacciamo Culture ai 10 Artisti individuati nella call ed altrettante a studenti e cittadini impegnati a diverso titolo al progetto. Nella Festa finale, infine, tutti i partecipanti – Artisti e Spettatori - riceveranno altre 2.000 bustine (ma di colore diverso dalle precedenti!) da utilizzare per entrare gratuitamente nei successivi eventi e festival sansalvini, a partire dal Festival Storie interdette a maggio.

PAROLE ALATE ECRITS BRUTS    16 e 17 aprile
Gli écrits bruts - manoscritti raccolti soprattutto negli ospedali psichiatrici - hanno fino a poco fa trovato difficoltà ad integrarsi nel campo letterario, ma ora stanno uscendo dal cono d'ombra. Si tratta di testi irregolari che possono avere un valore estetico al pari delle immagini, ma sono di più difficile accesso in molti sensi.  Le collezioni museali di art brut e altri testi ubicati rappresentano un vasto giacimento virtuale, di cui in Italia non sono state sistematicamente esplorate né l'estensione né le potenzialità. A San Salvi, in merito, nasce il progetto PAROLE ALATE ECRITS BRUITS, che si avvale della collaborazione del neurologo Alfio Cantini e della linguista Luciana Brandi. Al suo interno i Chille realizzano una tavola rotonda sul tema (16 aprile) e una produzione teatrale (16 e 17 aprile): “Il giorno che è sprovvisto il maggior penetro”, di e con Matteo Pecorini.  “Il giorno…” è uno spettacolo ispirato (d)alle parole di un uomo focomelico, residente in una struttura per disabili negli anni ’70. Chi parla non è in possesso delle regole semantico-lessicali né di un corretto vocabolario, eppure…parla! Parla le parole, le sue parole, impresse in sequenze di cui è ancora possibile sentirne il ritmo, e forse, un senso. A prender vita sono dunque le immagini, i sogni, le fantasie e le speranze. Tutto nasce e muore per ricrearsi ancora, giocando con il protagonista in una polifonia di effetti, spesso divertenti e poetici, che si riduce via via fino al ritrovamento di una propria intimità e tenerezza.
E’ la tenerezza, forse, che lo spettatore è chiamato a vivere (più che a capire), nel tentativo di stabilire, anche se per poco, una relazione di vicinanza.

STA.ME biennio 2020-2021
La Regione Toscana e il DIDA hanno assegnato al progetto dei Chille per il biennio 2020-2021 un assegno di ricerca per n. 1 ricercatore, sui 100 che lavoreranno nei diversi settori nell’ambito della ricerca in Toscana.
Sta.Me è un acronimo: sta per stage on memory.  Ha come ambito applicativo la rigenerazione del patrimonio materiale e immateriale dell’area dell’ex ospedale psichiatrico di San Salvi a Firenze, tramite lo studio e la realizzazione di interventi strutturali e culturali, legati a forme di spettacolarizzazione e di arte site-specific. Si ricollega quindi felicemente a Spacciamo Culture.  “Rigenerazione” è qui intesa come “ricostruzione” dei luoghi della memoria, grazie all’implementazione di pratiche partecipative volte alla ricostituzione della comunità legata all’area di San Salvi, in termini fisici (abitanti del quartiere 2), testimoniali (ex pazienti, ex dipendenti dell’ospedale psichiatrico) e culturali (Artisti, Studenti). Sta.Me è’ tra i progetti individuati e prescelti per un ulteriore finanziamento dalla Fondazione CRFirenze.

PER ALBERTA sabato 21 marzo Giornata della Poesia
I Chille aderiscono alla Giornata mondiale della Poesia, indetta dall’Unesco, sin dalla sua prima edizione nel 1999. Spesso il progetto ha visto la partecipazione in prima persona della poetessa Alberta Bigagli, scomparsa purtroppo nell’agosto 2017. Quest’anno il Trust Alberta Bigagli onlus, che cura la sua eredità letteraria, ha lanciato un Bando nazionale dedicato alla poesia e più in generale alla “Parola” come strumento di incontro con l’Altro. Sono così stati selezionati 3 giovani under 35 per ripercorrere uno dei progetti più amati dalla Bigagli: “Tu parli io scrivo”.  Esso ha l’obiettivo di dare voce a chi vive ai margini della società, raccogliendone in più incontri le parole, da far poi rivivere liberamente in poesie o scritti. I giovani stanno incontrando persone a Montedomini, alla Fenice e alla Ronda della Carità. I materiali elaborati saranno presentati a San Salvi sabato 21 marzo in una serata intitolata “Per Alberta”.

Last but not least, il Festival STORIE INTERDETTE, al cui interno è inserito un Bando nazionale per giovani Attori – Performers under 35. I 4 vincitori parteciperanno alla 3^ edizione dell’omonimo Festival nato nel 2018 in occasione del 40.mo anniversario della legge Basaglia,e che quest’anno si svolgerà da mercoledì 13 a sabato 16 maggio. I candidati dovranno inviare una mail a info@chille.it entro e non oltre le ore 12 di lunedì 2 marzo 2020, compilando e firmando la scheda di partecipazione scaricabile sul sito www.chille.it.
Il Bando è rivolto a giovani Attori-Performers invitati a costruire e raccontare storie interdette a partire da: storie che intreccino biografie anche da terre assai lontane, di migrazioni; storie trascorse, attente all’ecologia della fragilità e delle emozioni nella società contemporanea; storie a partire da memorie epistolari, diari, interviste degli internati, dei loro familiari, del personale impiegato nei manicomi, di donne e uomini salvati dalla piena attuazione della “legge Basaglia; storie riferite a fatti di cronaca ed esperienze personali frutto dei manicomi invisibili, ancor oggi presenti nella società.  

Il Festival è preceduto nel mese di marzo dall’iniziativa MANICOMI INVISIBILI: un momento di confronto/spettacoli sulle dipendenze che si realizza in collaborazione con collettivi universitari di studenti di Medicina, Psicologia, Psichiatria, Scienza della formazione, Architettura, Dams e Belle Arti.

Ulteriori informazioni e prenotazioni: tel. 055 6236195, whatsapp 335 6270739, mail info@chille.it o sul sito www.chille.it