Sabato 20 giugno 2020, dalle ore 10.00 alle 22.00, la
B.East Gallery di Firenze (via di Mezzo 40/A) ospita l'inaugurazione della mostra di
Miles che si ispira alla versione che Giordano Bruno dà del concetto di "
Spiritus Phantasticus": un mondo o un golfo, mai saturabile, di forme e d’immagini, come ancora viene tradotto da Italo Calvino nelle "
Lezioni Americane".
Le opere di Miles, in mostra fino al 20 luglio 2020, sembrano la figurazione di un segreto ancestrale. Nei suoi disegni si può avere il sentimento di essere di fronte al Caos originario, alle miriadi di forme che lo costituivano, tutte intricate, intrecciate tra loro in un grande ballo polimorfo. Il tempo di Miles è il tempo mitologico delle grottesche. Un tempo fuori dal Tempo in uno spazio fuori dallo Spazio dove gli antagonismi naturali vengono risolti in una rima universale.
Miles affonda la propria ispirazione nelle tenebre del Principio, risale all'unità del mondo, al mare inesauribile delle forme e delle specie nel tentativo di evocare la parentela tra l'elementare, l'uomo/animale, il vegetale e il minerale in una liquida e continua metempsicosi.
In occasione della Mostra, l'artista noto per i suoi lavori urbani, ha prodotto un murales su uno dei pilastri in cemento del Ponte all'Indiano.
Miles si appassiona all’arte fin da bambino, sin da quando guardava i genitore dipingere e creare con le mani. I primi ricordi “artistici” sono di quando osservava i familiari manipolare la materia, realizzando manufatti artigianali in legno, tempera e tessuto. Dopo il liceo artistico si trasferisce a Carrara per frequentare il corso di scultura all’accademia di Belle Arti. Qui conosce e lavora molti materiali come la creta, che lo attira particolarmente, facendogli scoprire la propria devozione all’approccio materico della creazione. Il suo interesse così, in questi anni, si sposta da una ricerca legata all’uomo in quanto animale sociale, ad una più spirituale; intesa come indagine dell’aspetto più nascosto ed arcaico dell’essere umano. Questo nuovo percorso lo porta ad un viaggio fino in Giappone, dove si trova a vivere per alcuni mesi. Qui si lascia fortemente influenzare dall’immaginario e dalla cultura nipponica, tanto che il maestro di scultura della facoltà della Zokei University di Tokyo, lo invita a riflettere su quanto la propria produzione si stia facendo plagiare dall’ambiente circostante. Miles passa così i successivi mesi a viaggiare per il Giappone e ad abbandonare momentaneamente lo scalpello ed il pennello. Per un po' di tempo non dipinge, non scolpisce e cessa quasi totalmente ogni attività artistica. Nel 2011 torna in Calabria dove trova un nuovo studio e nuovi stimoli. Qui si concentra nell’elaborazione di uno stile proprio, che bilanci le conoscenze collezionate tra l’Italia ed il Giappone. Negli anni, con sacrificio, forma il proprio immaginario, che emerge sempre di più contraddistinguendolo fra molti per innovazione stilistica e freschezza rappresentativa. Nel 2016 vince il concorso di Poverarte a Bologna, andando a realizzare una mostra personale ed una serie d’interventi sui muri e cabinotti enel della città. Parallelamente produce una serie di dipinti non commissionati tra le vie di Firenze. Viene subito notato e coinvolto in una serie d’iniziative e collaborazione che hanno, come oggetto d’indagine, l’inserimento d’interventi artistici nello spazio pubblico come: la realizzazione di un murales nella facoltà di Architettura di Firenze, la realizzazione di un murales per il Comune di Calenzano, di Viareggio, di Orvieto e di Firenze, la produzione di un murales sulla facciata del teatro TIP di Lamezia Terme, la realizzazione d’ interventi in via del Guasto a Bologna e molti altri. Attualmente vive e produce a Firenze.
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