Venerdì 3 luglio 2020 alle ore 20.00
penultimo appuntamento sinfonico del ciclo schubertiano e della Seconda scuola viennese che segna per questa occasione anche il
ritorno sul palcoscenico del Coro di voci bianche, con un
programma dedicato a Franz Schubert e Alban Berg.In apertura l'Ouverture da
Rosamunde,
Fürstin von Cipern D. 797 di Franz Schubert che fa parte delle composizioni di musica per il teatro del compositore. Schubert scrisse la partitura in un tempo molto breve su un dramma altrettanto scritto in pochi giorni da Helmina von Chézy. L’opera andò in scena al Theater an der Wien il 20 dicembre 1823. Le musiche ottennero un grande successo ma la trama dell’opera cadde miseramente, fu replicata una sola volta e in seguito non fu mai ripresa. Probabilmente per la fretta, Schubert non scrisse neanche una ouverture appositamente per “Rosamunde”: alla prima usò quella dell'opera Alfonso und Estrella (1822), forse poi ebbe un ripensamento e scelse quella della Die Zauberharfe (L’arpa magica). Finora non è stato possibile sapere con certezza perché la ouverture della Zauberharfe D. 644 (1820) divenne celebre con il nome di ouverture per “Rosamunde”. Sull’autografo una mano estranea aggiunse “Rosamunde op. 26”, e la prima edizione a stampa della partitura dell’ouverture della Zauberharfe fu pubblicata postuma a Vienna nel 1855 come Rosamunde, come pezzo isolato, e nel 1867 insieme ad altri pezzi, sempre con questo titolo.
Segue la
“Sinfonia n. 5 in si bemolle maggiore D. 485”, sempre di Franz Schubert, in continuazione del ciclo di sinfonie dedicato al compositore. Fu composta tra settembre e ottobre 1816: già la scelta dell’organico, senza trombe e timpani, senza clarinetti, con due corni (al posto dei quattro della sinfonia precedente), con un flauto invece di due, rivela un cameristico alleggerimento rispetto alle ambizioni drammatiche della Quarta, una ricerca di serena leggerezza, evidente fin dall’attacco del primo tempo. Evidente è l’ammirazione per Mozart in questa sinfonia, che segna uno dei vertici di Schubert per la straordinaria freschezza inventiva, per l’equilibrio formale, per la misurata eleganza e la gentile intimità lirica.
In chiusura, i
Drei Bruchstücke aus Wozzeck di Alban Berg con il
soprano Camilla Nylund come voce solista insieme al
Coro delle voci bianche del Maggio e alla
voce del bambino Matteo Lantieri. Il Wozzeck, insieme al Pelléas debussiano, viene considerata l'opera più rappresentativa del teatro musicale del Novecento in cui il compositore ha realizzato uno degli esempi più alti e convincenti di espressionismo musicale e la cui versione dei ‘frammenti’ in concerto ne aiutò molto la popolarità (più dell’opera stessa).
Sono
200 i
posti disponibili al pubblico in sala. Il concerto sarà
trasmesso in diretta streaming sulla piattaforma Idagio al costo di 9.90 euro.
Per maggiori info:
www.maggiofiorentino.com