Sarà prorogata
fino al 3 dicembre 2020, "
Bosco Sodi", la prima mostra monografica dell’artista contemporaneo messicano nella nostra città, alla
Galleria Eduardo Secci Contemporary di Firenze, in piazza Goldoni 2.
Nell'esposizione, curata da Ludovico Pratesi, attraverso i suoi dipinti su larga scala riccamente strutturati e dai colori vivaci,
Bosco Sodi (Città del Messico , 1970) ricerca il potere emotivo nell'essenzialità delle materie prime che usa per eseguire i suoi lavori. Concentrandosi sull'esplorazione materiale, sul gesto creativo e sulla connessione spirituale tra l 'artista e il suo lavoro, Sodi trascende qualsiasi barrier a concettuale e teoretica che svii dalla centralità dell’opera stessa. Di qui, la scelta artistica di lasciare molti dei dipinti senza titolo, un’operazione volta a rimuovere ogni predisposizione o connessione aldilà dell’esistenza immediata dei suoi lavori. La gran parte delle opere di Sodi presentate alla mostra sono frutto del lavoro svolto dall’artista negli ultimi tre anni tra lo studio di New York e quello di Oaxaca in Messico.
Dotate di una spiccata tridimensionalità, sia che siano dipinti sia che siano lavori scultorei, le opere di Sodi possiedono una duplice connessione con le materie prime di cui si compongono. Se da un lato materiali come fibre naturali , segatura , colla, legno e argilla richiedono un processo fisico intensivo che vede l’artista come agente di questa trasformazione materica, dall’altro l’autonomia degli elementi è preservata e assecondata lasciando l a partecipazione del caso in primo piano. Così le opere di Sodi trovano la loro unicità ogni volta nell’incontro tra atto creativo e caratteristiche del singolo materiale . “Per me la pittura è una ricerca, un viaggio. Non mi piace arrivare in un posto e prendere subito il pennello in mano. E’ un viaggio complesso: questo tipo di ricerca ti mette nella condizione di trovare i pigmenti, trovare la segatura, decidere la densità della miscela dei colori ”. Con queste parole l’artista messicano Bosco Sodi definisce gli elementi fondativi del suo fare arte: in primis l’attenzione al luo go dove si produce l’opera, dal quale deriva la dimensione più strettamente materica del lavoro, nel perfetto equilibro tra la composizione dei diversi materiali tra loro e la scelta dei pigmenti cromatici. Ogni elemento viene analizzato con estrema cura d all’artista per poter realizzare le opere, ognuna delle quali può essere stata eseguita in una diversa località del mondo, da Città del Messico a Berlino. Ma anche se la formula ,definita e messa in pratica da Bosco Sodi attraverso anni di esperienza, è s trutturata nelle sue componenti essenziali, il risultato non è mai quello previsto, in quanto l’elemento del caso gioca un ruolo da protagonista e rende ogni singolo lavoro unico.
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E’ una specie di action painting in un certo modo. Qualcosa di molto fisico ” sottolinea l’artista. Infatti, l a pratica artistica di Sodi è un processo organico che combina il lavoro di manipolazione dell’artista con l’effetto del tempo e della natura sulla materia. Come in uno scambio di energia Sodi innesca un processo di trasformazione al cui risultato concorreranno elementi di casualit à e non controllab il ità. Si tratta di una procedura influenzata dai principi della filosofia estetica giapponese Wabi - Sabi, fondata a sua volta sull’ac c oglim e nto della transitorietà delle cose, l’accettazione delle imperfezioni della vita quotidiana e la celebrazione della sempli cità delle cose. All’interno della mostra, l ’energia del colore, come tratto costitutivo delle opere di Bosco Sodi, si declina ora in tonalità brillanti di turchese, ora nel binomio bianco - nero come nella serie ‘Black and White’ . Sono infatti l'art inform el, artisti come Antoni Tàpies e Jean Dubuffet, maestri coloristi come Willem de Kooning, Mark Rothko così come l o stesso immaginario nativ o dell’artista ad influenzare la pratica di Bosco Sodi. In questo modo la presenza fisica delle oper insieme al po tere del colore invitano lo spettatore ad una contemplazione mistico - meditativa sulla manualità del lavoro e sulla trascendenza degli elementi che lo originano ; u na riflessione che diviene ancora più intensa volgendosi alle opere scultoree dell’artista , co me le sfere di argilla e le questioni di forza, potere e brutalità che sollevano.
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Voglio mostrare alle persone una specie di caos, un tipo di unicità, un’energia di colori. E’ un caos, ma controllato: controllato perché sono io a decidere le misure delle opere, una buona parte della struttura e dell’equilibrio della pittura”. Davanti ad un dipinto di Bosco Sodi bisogna lasciarsi andare, farsi catturare dalla suggestione del colore ed immergersi in una superficie magmatica e stratificata , che può ricordar e una formazione rocciosa, una prateria di licheni, la struttura di una cellula o addirittura un frattale di Mandelbrot. Questa mostra può essere la prima tappa di un viaggio dentro la pittura di Sodi, un cammino alla ricerca della sua essenza primigenia, che ogni opera conserva in una sorta di “incandescenza cromatica” della quale sembra impossibile non riconoscere la potenza.
Inoltre nelle prossime settimane la galleria
Eduardo Secci Contemporary aprirà nel
Temporary Space su
Lungarno Acciaioli, a un passo dal Ponte Vecchio, l'
installazione site specific del giovane artista olandese
Levi van Veluw in vista della sua mostra personale che sarà inaugurata nel 2021. Van Veluw è un artista di grandissimo talento. Nonostante i 36 anni, le sue opere sono già presenti in diverse collezioni pubbliche e private di grande rilievo come lo Stedelijk Museum in Olanda, il Museum of Arts and Design di New York e il MOCAA di Cape Town.
All'esposizione delle opere di Bosco Sodi, seguirà la
mostra personale di Marco Tirelli, artista di altissimo livello e fama internazionale che, oltre ad aver presentato i suoi lavori durante la Biennale di Venezia nel 2013 nel padiglione Italia, è presente con le sue opere in diverse collezioni pubbliche e private di tutto il mondo.
Per maggiori informazioni:
www.eduardosecci.com