Venerdì 25 settembre 2020 presso la Cappella dei Principi nel Museo delle Cappelle Medicee di Firenze, è stata presentata la conclusione dei lavori di restauro della Cappella dei Principi e della sua nuova illuminazione.
Paola D’Agostino, direttore dei Musei del Bargello, ha raccolto al tavolo dei partecipanti alcuni dei principali artefici e protagonisti di un complesso lavoro di restauro che ha riguardato, nella sua fase conclusiva, l’ultimo dei quattro grandi archi monumentali e l’ampia volta di collegamento all’abside posto sul lato ovest della Cappella.
Sono intervenuti, nel suggestivo mausoleo dei granduchi medicei: Valerio Tesi, architetto della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della città metropolitana di Firenze e delle provincie di Prato e Pistoia, che ha portato i saluti del Soprintendente Andrea Pessina; Franco Vestri, restauratore operante presso la medesima Soprintendenza; Maria Cristina Valenti, architetto dei Musei del Bargello e responsabile dei lavori di restauro e Andrea Nava, amministratore della società che ha realizzato il nuovo sistema di illuminazione.
La conferenza ha visto anche la presenza di Sua Eminenza il cardinal Giuseppe Betori per impartire la benedizione ad un ambiente che, oltre ad essere oggi parte del percorso di un museo statale, è elemento architettonico integrato nel Complesso della basilica San Lorenzo.
La Cappella dei Principi, alta circa 60 metri, larga oltre 30 metri e collocata sul retro dell’abside della basilica di San Lorenzo, è il grande mausoleo che i membri della famiglia Medici, divenuti granduchi, vollero costruire come nuova e sontuosa cappella funebre di famiglia. Il progetto fu da subito grandioso e la sua edificazione durò secoli - ne abbiamo raccontato la storia in chiave social, usando l'hashtag #lamortetifabella, anche sul nostro account Instagram @bargellomuseums.
Fu già Cosimo, primo Granduca di Toscana, a concepire il progetto alla metà del ‘500, ma i lavori per realizzarla furono avviati, all’inizio del ‘600, da Ferdinando I che interpretò il sogno del padre di un ambiente principesco completamente rivestito di marmi screziati e di preziose pietre dure. Per questo fece raccogliere le pietre più preziose: diaspri di Sicilia, marmi neri di paragone, rossi di Barga, granito di Corsica e molte altre varietà lapidee che vennero lavorate per creare sottili lastre destinate ad essere composte nei preziosi intarsi del rivestimento. Un lavoro complesso che dovette attendere ancora il secolo successivo per avere una fisionomia più compiuta, quando l’ultima rappresentante dell’illustre famiglia, Anna Maria Luisa de’ Medici, fece costruire la grande cupola, simile a quella del Duomo di Firenze, su disegno dell’architetto Ferdinando Ruggieri. Ma nessuno dei Medici vide il completamento della cappella. Il Granducato era ormai retto dalla famiglia dei Lorena quando, nel 1827, Pietro Benvenuti decorò la cupola con scene dalla Genesi scompartite da cornici dorate.
Un’opera colossale, infinita e, purtroppo, caratterizzata da criticità conservative: alla fine del secolo scorso la caduta di una lastra avrebbe portato alla luce un serio problema strutturale nei quattro grandi archi della cappella. Prese avvio allora un imponente lavoro di indagine, smontaggio e restauro dei paramenti lapidei, con l’applicazione di innovative strutture portanti e riposizionamento delle lastre, che avrebbe impegnato la Soprintendenza di Firenze per quasi due decenni.
Nel 2015, anno in cui il Museo delle Cappelle Medicee entrò con la riforma del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo (MIBACT) a far parte del complesso dei Musei del Bargello, tre dei quattro archi erano stati messi in piena sicurezza, ma la presenza dei ponteggi ricordava a tutti i visitatori che mancava ancora una parte da completare: l’arcone posto sul lato ovest della Cappella nel quale, la presenza di una grande volta e della sua connessione con l’apparato strutturale e decorativo, rendeva l’intervento particolarmente elaborato e indifferibile.
L’ultima parte dell’intervento conservativo è stata possibile grazie ad un finanziamento straordinario di Euro 727.200,00, stanziato dal MiBACT di concerto con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Il lavoro, avviato operativamente alla fine del 2018, si è felicemente concluso all’inizio del 2020 restituendo alla città di Firenze, e ai visitatori tutti, la Cappella dei Principi nella sua originaria bellezza. Anzi, probabilmente il mausoleo dei Medici non è mai apparso al pubblico così luminoso.
Prima di smontare definitivamente i punteggi l’architetto Maria Cristina Valenti dei Musei del Bargello, che ha seguito questa ultima fase dei lavori di restauro, ha curato l’allestimento di un nuovo sistema di illuminazione con l'obiettivo di valorizzare adeguatamente il lungo lavoro svolto in questi anni.
Il nuovo impianto di illuminazione, con i suoi effetti modulari, sarà il protagonista della apertura serale straordinaria del Museo delle Cappelle Medicee, programmata, in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio (GEP), per sabato 26 settembre a partire dalle 19:30.
Dopo oltre vent’anni in cui ponteggi e laboriosi lavori di restauro ne hanno limitato una piena fruizione, la Cappella dei Principi, può tornare ad essere ammirata, sotto una nuova luce, in tutta la sua grandiosa e principesca magnificenza.
Per maggiori informazioni: www.bargellomusei.beniculturali.it