Domenica 18 ottobre 2020, alle ore 11.00 e alle 17.00, alla
Sala Vanni di Firenze (al n. 19 di piazza del Carmine),
Moni Ovadia sarà il protagonista del terzo spettacolo del festival "
Suoni riflessi" quale interprete d’eccezione dell’opera di
Stravinskij "
Histoire du soldat", eseguita dall’
Ensemble Suoni Riflessi diretto da
Mario Ancillotti. Mentre
sabato 17 ottobre 2020, alle ore 18.00, nel primo
appuntamento a ingresso libero di “
Svelare la musica”,
Ovadia dialogherà con Ancillotti sui retroscena dello spettacolo e sulla propria idea di teatro musicale.
«Il teatro cubista dell’Histoire du soldat di Igor Stravinskij, un’opera da camera senza canto su libretto di Charlez-Ferdinand Ramuz che mette in scena l’incontro faustiano fra il diavolo e un soldato simbolo dell’umanità errabonda e profuga, nell’interpretazione di un artista d’origine ebraico-sefardita quale Moni Ovadia: attore, regista, cantante e ricercatore di musica etnica di vari paesi che questa umanità la impersona, la difende, la comprende e la sente vicina». Così Mario Ancillotti, direttore artistico di “Suoni riflessi”, presenta il terzo evento del suo festival. A interpretare la musica geniale di quest’opera di Stravinskij del 1918, «da suonare, leggere, recitare, danzare», per sette strumenti e tre figure che si possono comprimere in un solo attore, sarà l’
Ensemble Suoni Riflessi diretto da Mario Ancillotti:
Pino Tedeschi violino,
Salvatore La Rosa contrabbasso,
Marcello Bonacchelli clarinetto,
Luigi Patanè fagotto,
Donato de Sena tromba,
Antonio Sicoli trombone e
Marco Farruggia percussioni. Come sottolinea Ancillotti, le invenzioni musicali dell’Histoire du soldat sono sorprendenti ancora oggi: «r
icchezza ritmica e timbrica, allusioni a corali e musica sacra, riferimenti jazzistici, elaborazioni strumentali dai nuovi orizzonti idiomatici» e «
rapporto del testo con la musica inaudito, in alcuni casi trattato come un rap ante litteram».
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