Gli statunitensi
Sophia, capitanati da Robin Proper-Sheppard, è un pecorso doloroso e tormentato: nascono alla metà degli anni '90 come
costola dei God Machine (dei quali lo stesso Proper-Sheppard era stato leader e fondatore) ma sulla base di un progetto musicale meno "loud" e più introspettivo: dai testi e dalla musica traspare però sempre la ferita lasciata dalla perdita per malattia, ancora ai tempi dei God Machine, dell'amico Jimmy Fernandez. L'album di debutto "
Fixed Water" (1996) riscuote un buon successo, e viene accostato sia al Neil Young elettrico che alle sperimentazioni di Sparklehorse aka Mark Linkous. La loro vena creatività si è confermata con i successivi lavori - da "
The Infinite Circle" (1998) al più orchestrale "
People Are Like Seasons" (2004) - fino al notevole "
Technology Won't Save Us" (2006), giunto al numero 62 delle Classifica Italiana FIMI/Nielsen, che inizia come album acustico e strumentale per poi addentrarsi in meandri post-rock in bilico tra chitarre e distorsioni "à la Mogwai". Un disco che vive della dicotomia tra sentimento e ragione, esempio di un cantautorato pop elegante e complesso, ricco di sfumature soul e parti (o)scure e nascoste.
Quello dei Sophia è l'appuntamento che dà il via, giovedì 19 aprile a partire dalle 21,30, al "Reality Bites Festival", in programma fino al 26 aprile presso il Club Sintetika di Firenze (via Alamanni 4).
Ascolti: http://myspace.com/thesophiacollective (streaming di 4 brani, 3 estratti da Technology Won't Save Us); http://www.sophiamusic.net/audio/sophia_oh_my_love.mp3 (download di 'Oh My Love'); http://www.sophiamusic.net/ (clicca nella sezione Lyrics per i testi di "Technology Won't Save Us"). Video: http://www.cityslang.com/videos/sophia_oh_my_love.mov (video di 'Oh My Love').