In questi giorni è davvero difficile progettare attività teatrali e culturali nell’immediato e soprattutto per il futuro. I teatri sono chiusi, incombe un lockdown generale che impedirebbe l’attività culturale certo non considerata “essenziale”. Domina l’attesa. Ma i Chille fremono e non demordono e, pur consapevoli che viviamo una pandemia che sembra inarrestabile, provano a rilanciare con un nuovo progetto, sempre e comunque nel rispetto delle prescrizioni sanitarie. Perché? Perché ritengono sia necessario e urgente “Ri-Creare Comunità” ed è compito cui non si può sottrarre la cultura e il teatro in primo luogo.
Nell’acceso dibattito di questi giorni seguito alla chiusura dei teatri, troppo spesso si parla di posti di lavoro, di risorse per il ristoro per quanti – compagnie, artisti e tecnici – lavorano nei teatri, ed è giusto e sacrosanto! Però, dicono i Chille de la balanza, spesso ci si dimentica la conseguenza più grave: la fine incombente della Comunità tra Spettatori e Attori in un distanziamento sempre più sociale e non solo fisico. E non sarà facile ri-crearla in tempi brevi! In un recente intervento Claudio Ascoli ha evidenziato come oggi l’impegno generale sia tutto rivolto a sopravvivere: “Ma non basta: è fondamentale, sì, ma non basta. Anche nei vecchi manicomi si sopravviveva, in quelli diciamo così…buoni si garantivano cibo e medicine, ma non c’erano più Persone solo numeri, come oggi nei quotidiani bollettini sul contagio. Ecco, per realizzare il passaggio da Sopravvivere a Vivere è necessaria la Cultura. E oggi non bisogna perderla di vista, metterla in un angolo anche se momentaneamente. E poi quanto sarà lungo questo momento? Non si può semplicemente aspettare, anche perché quando tutto sarà finito, se siamo stati solo in attesa, non sarà facile riconquistare il contenuto umano della nostra vita”.
Rifuggendo l’imperante Teatro in streaming - i Chille credono che il corpo e il rapporto tra i corpi e i sensi di spettatori e attori siano imprescindibili – e non potendo per ora presentare dal vivo spettacoli propri e di compagnie ospiti, ecco comunque le prime proposte per cominciare subito a “Ri-Creare Comunità”: un progetto che realizzeranno come sempre grazie al sostegno e alla collaborazione di MiBACT, Regione Toscana progetto Residenze, Comune di Firenze Assessorato alla Cultura, Fondazione CrFirenze e Unicoop Firenze.
Lunedì 9 novembre 2020 alle ore 19.30 prenderà il via un Laboratorio teatrale per soli 10 attori, a partire da “La peste” di Albert Camus, uno scrittore di cui proprio in questi giorni vengono pubblicati in Italia “Conferenze e discorsi”. «Niente è inutile» è una delle frasi simbolo con cui Camus conclude le pagine scritte a difesa di un proprio saggio filosofico, “L’uomo in rivolta”. Per Camus, lo scrittore non è un dispensatore di certezze, ma di dubbi. Non è l’artista seduto, ma non è nemmeno quello blindato in un impegno ideologico.
Il laboratorio teatrale si svolgerà dal vivo, nel rispetto delle attuali normative sanitarie: misurazione temperatura all'ingresso, presenza con mascherina, distanziamento fisico. Naturalmente se nuovi provvedimenti ne dovessero impedire lo svolgimento dal vivo, si terrà on line. Sono previsti due incontri settimanali, il lunedì e mercoledì, dalle ore 19.30 alle ore 21.30. La prima parte del percorso di laboratorio terminerà con una dimostrazione (non aperta al pubblico) lunedì 7 dicembre.
Il romanzo di Camus, quanto mai attuale per il tema - racconta l’arrivo di un’epidemia in una città e le sue conseguenze sociali, emotive e di relazioni, è stato scelto dai Chille anche per la sua struttura narrativa, adatta a costruire uno spettacolo con una scrittura collettiva di analisi testo, drammaturgia, spazio-scenografia, partitura luci, musica..., che prenda spunto dalla lezione di don Lorenzo Milani, non tralasciando il teatro della crudeltà di Artaud, da sempre compagno di strada nella ricerca della compagnia.
Prosegue anche tutti i lunedì il laboratorio rivolto a bambine/i e ragazze/i, diretto da Sissi Abbondanza con insegnante Roxana Iftime, che quest’anno prevede due gruppi: dai 5 ai 9 anni e dai 10 ai 14 anni.
Giovedì 19 novembre 2020 alle ore 17.30 ecco “Parole Alate”, incontro su zoom in diretta facebook sulla pagina dei Chille. Le "Parole Alate" sono quelle degli écrits brut, scritti grezzi analoghi alle opere dell'Art brut, ma meno conosciuti e dibattuti. Da qui l'esigenza di chiamare a confronto linguisti, antropologi, neuropsichiatri, psichiatri, artisti di tutt’Italia tra i quali Alfio Cantini, Luciana Brandi, Gloria Gagliardi, Giuseppe Cardamone, Pietro Clemente, Luciano Giannelli, Roberto Macrì e Sergio Zorzetto. L'incontro sarà coordinato da Eva Di Stefano, storica dell’arte contemporanea fondatrice della rivista specializzata "Osservatorio Outsider Art".
Gli écrits bruts - manoscritti raccolti soprattutto negli ospedali psichiatrici - hanno fino a poco fa trovato difficoltà ad integrarsi nel campo letterario, stanno uscendo ora dal cono d'ombra con pubblicazioni in tutt’Europa. Si tratta di testi irregolari che possono avere un valore estetico al pari delle immagini, ma sono di più difficile accesso in molti sensi. Le collezioni museali di art brut e altri testi ubicati rappresentano un vasto giacimento virtuale, di cui in Italia non sono state esplorate sistematicamente né l'estensione né le potenzialità.
I Chille lavorano sugli écrits brut dallo scorso anno ed hanno già realizzato un primo studio teatrale a cura di Matteo Pecorini a partire dal ritrovamento di singolari scritti di RC e intitolata “Il giorno che è sprovvisto il maggior penetro”. Lo studio è visibile su you tube.
E per finire la notizia cui forse i Chille tengono di più! E’ in stampa proprio in questi giorni un nuovo libro sul percorso creativo della compagnia. Parliamo di “Napule ‘70”, che prende il titolo dall’omonimo spettacolo presentato dai Chille al recente Napoli Teatro Festival Italia. Il libro, per i tipi di Pacini editore, è a cura di Matteo Brighenti, con un’analisi critica ed interviste ad Ascoli e ai tanti...Chille nei quasi cinquant’anni di attività a partire dal periodo napoletano. Persone che oggi sono direttori di giornali, critici musicali, insegnanti universitari, psichiatri e naturalmente anche e soprattutto teatranti. “Napule ‘70” ha l’introduzione di Massimo Marino, le conclusioni di Franco Corleone e un emozionante inserto visivo con spartiti, foto, disegni e trailer video di Dario Ascoli, Agnese Di Scala, Renato Esposito, Cristina Giaquinta, Paolo Lauri, Ivan Margheri, Enrico Pantani, Salvatore Pastore.
Davvero singolari e stimolanti già i titoli dei capitoli del prezioso lavoro di Matteo Brighenti: Il ritorno di Pulcinella al Padre, Il dispendio amoroso per la vita. Conversazioni con Claudio Ascoli, e Essere un Chille che comprende ben 17 interviste con…chillini di ieri e di oggi.
In attesa della presentazione ufficiale del libro che si spera possa avvenire a breve e dal vivo in molte città italiane (a Firenze all’auditorium di Sant’Apollonia), eccone una anticipazione nelle parole di Massimo Marino: ” (…) la storia dei Chille de la balanza, da Napoli nei primi anni Settanta a Firenze e agli ambienti dell’ex manicomio di San Salvi, narra per frammenti un’epopea del teatro italiano degli ultimi cinquant’anni, e più in generale l’epopea di un certo tipo di teatro italiano. Esemplifica una scena che rifiuta di mettersi su un palcoscenico a re-citare un testo, e che configura la sua azione come viaggio, come uno di quei cammini che si facevano un tempo, quando non esisteva internet, quando non si avevano tutte le tappe già prenotate alla partenza. È la storia di un mettersi per strada con uno zaino, possibilmente leggero, e con molte curiosità e tanti desideri, per lasciarsi anche un po’ prendere dalla strada, accettarne le sorprese, seguire le deviazioni interessanti, scoprire luoghi, cose, incontri inaspettati, soprattutto per scoprirsi”.
Ulteriori informazioni: tel. 055 6236195, whatsapp 335 6270739, mail info@chille.it, sito www.chille.it