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giovedì 28 marzo 2024

Leggere per non dimenticare: presentazione del libro "Addio Lugano bella" di Bucciantini

13-01-2021
Mercoledì 13 gennaio 2021, alle ore 17.30, la XXVI Stagione di "Leggere per non dimenticare" prosegue online con la presentazione del libro "Addio Lugano bella. Storie di ribelli, anarchici e lombrosiani" di Massimo Bucciantini (Einaudi, 2020). Presentatori: Giovanni Falaschi e Adriano Prosperi.
Alla rassegna curata da Anna Benedetti, in seguito all’entrata in vigore del nuovo DPCM, non sarà consentito l’accesso al pubblico all’interno della Biblioteca delle Oblate. L'incontro si svolgerà in diretta streaming tramite la piattaforma Zoom (http://zoom.us/) con codice riunione 87041139481 e la password 130121. Successivamente la registrazione sarà visibile su: www.facebook.com/groups/leggerepernondimenticare/ 

Fine Ottocento. Una storia che si dipana tra Pisa, Milano, Lugano, Livorno, Rosignano, l’Isola d’Elba, ma anche l’America, sulle tracce di una celebre canzone che dà il titolo al libro, e del suo autore, Pietro Gori: un avvocato, un poeta, un anarchico «socialmente pericoloso», che si trova a vivere una delle stagioni piú tormentate della nazione. Un’epoca in cui l’antropologia criminale di Cesare Lombroso – col consenso di psichiatri, giuristi e funzionari di polizia – aveva il compito di costruire una sistematica rete di controllo per ogni tipo di devianza, anche la devianza politica. E soprattutto quella che proclamava patria «il mondo intero» e unica legge la libertà.

«Il libro prende spunto da questa canzone e dall’immagine che gli fa da sfondo: una fredda e nevosa sera d’inverno a Lugano, dove s’intravede in strada un drappello di uomini ammanettati e avvolti nei loro mantelli neri che procedono in fila, stretti l’uno all’altro, a passo spedito. Ad accompagnarli c’è un gruppo di agenti di polizia. Il loro compito è di scortarli fino alla stazione ferroviaria, e da lí controllare che salgano sul treno diretto a nord, a Basilea, al confine con la frontiera tedesca. E che nessuno di loro abbia la malaugurata idea di tornare indietro. Arrestati e sbattuti in carcere come malfattori, su di loro pende come unica accusa quella di essere potenzialmente sovversivi, quindi indesiderabili: una minaccia per la vita ordinata e tranquilla della città. Sono italiani, in gran parte giovani, dei quali non resteranno che un nome e un cognome, senza anima né corpo. Tranne di uno, nato a Messina ma da padre e madre toscani, che da alcuni anni è personalità di rilievo, non ancora trentenne ma già segnalato per la sua pericolosità di agitatore nei dispacci delle prefetture d’Italia e Francia. È Pietro Gori, anarchico, conferenziere di grido, dirigente politico ma anche poeta e drammaturgo, penalista e sociologo. Ed è proprio mentre è rinchiuso nelle carceri ticinesi, alla fine di gennaio del 1895, che compone una delle sue canzoni piú celebri: Il canto degli anarchici espulsi, meglio nota come Addio Lugano bella».

Per ulteriori informazioni: http://wwwext.comune.fi.it/leggerepernondimenticare/