"Il coraggio è scovare quel raggio di sole quando il cielo è interamente coperto dalle nuvole. E’ una luce che ti fa trovare la strada per andare avanti". E’ quanto scrivono due mamme.
Annullare la distanza di oltre 250 chilometri attraverso la scrittura. Condividere il dolore senza fine come la perdita di un figlio, “conoscersi” scrivendosi lettere e mail, raccontandosi le emozioni, la meraviglia delle piccole cose come il fiore che spunta nel giardino, le paure e la voglia riprendere per mano la vita.
E’ nato da una storia vera,
"Il filo sottile del coraggio" (Maria Pacini Fazzi Editore) curato dalla giornalista fiorentina Gaia Simonetti. E’
un diario che raccoglie lo scambio epistolare di due madri, Camilla Tommasi e Giovanna Carboni, durante la quarantena da Cerreto Guidi, in provincia di Firenze dove abita Giovanna a Montemerlo, in provincia di Padova, paese di Camilla, poco distante da Vo'.
Il libro, che si può trovare su Amazon, è stato depositato in questi giorni presso l'Archivio diaristico di Pieve Santo Stefano (AR). Dal 1984 Pieve Santo Stefano, quasi al confine tra Toscana, Umbria e Romagna, mostra un cartello giallo sotto quello della toponomastica ufficiale con scritto: "Città del diario". La località, infatti, ospita infatti nella sede del municipio, un archivio pubblico, che raccoglie scritti di gente comune in cui si riflette, in varie forme, l’esistenza di tutti e la storia d’Italia. Ci sono diari, epistolari, memorie autobiografiche.
“Il nostro diario che ha preso forma nel periodo della quarantena- concludono le due mamme- entra a far parte della storia di tutti noi e del Paese. Nell’inchiostro abbiamo messo il cuore, ma anche la speranza. Non mancano i tempi verbali al futuro. Le nostre lettere sono ripartenza. Per noi è stato così, anche nella vita. Con le nostre lettere vogliamo tendere la mano ad altre mamme e papà”.