Kilowatt, nell'ambito di Resilienze Festival organizza per giovedì 4 Marzo alle ore 18.00 la presentazione del libro "Il mondo che avrete. Virus, antropocene, rivoluzione" (edito da UTET), in collaborazione con La Confraternita dell'Uva.
Seguirà dibattito con gli autori del libro, gli antropologi Marco Aime, Adriano Favole e Francesco Remotti. Sarà possibile
seguire la diretta sulla pagina Facebook di Kilowatt (
www.facebook.com/kilowattbologna).
Non è solo il coronavirus a prendere d'assedio le società umane: ci sono anche gli sconvolgimenti ambientali che il nostro "progresso" ha provocato. Gli antropologi
Marco Aime, Adriano Favole e Francesco Remotti offrono il loro contributo critico per trovare vie d'uscite alla crisi attuale. "Sospendere" non è di certo un'idea estranea alle società umane: per esempio, la vediamo teorizzata dagli scettici del mondo antico in contatto con l'India, applicata nella cultura ebraica, praticata dai BaNande del Congo. La differenza è però notevole tra le sospensioni programmate, il cui scopo è di arrestare periodicamente le più importanti attività economiche, obbligando le società a ripartire da zero, e il nostro recente lockdown, un'esperienza straniante e inattesa, del tutto estranea al nostro modo di pensare.
In questa situazione, che cos'ha da offrire il pensiero antropologico? Deve salire sul carro del progresso o, al contrario, lavorare "contro" l'accecamento prodotto da questo mito? L'antropologia si fa portatrice di testimonianze spesso lontane nel tempo e nello spazio, in grado di mettere in luce le "vie di fuga" tracciate da ogni cultura, le sospensioni, anche traumatiche, con cui si pongono domande cruciali sul presente e sul futuro. Non è vero che le società da noi definite "tradizionali" e "premoderne" abbiano lo sguardo rivolto soltanto al passato: al contrario, non è raro trovare al loro interno un
confronto esplicito tra generazioni allo scopo di garantire ai giovani un futuro vivibile. Marco Aime è professore di Antropologia culturale all'Università di Genova. Ha svolto ricerche sulle Alpi italiane e in Africa occidentale. Si occupa del rapporto fra identità culturale e contemporaneità. All'attività di antropologo affianca la produzione favolistica e narrativa. Fra le sue ultime pubblicazioni ricordiamo: Il soffio degli antenati. Immagini e proverbi africani (2017), L'isola del non arrivo. Voci da Lampedusa (2018), Comunità (2019), Classificare, separare, escludere. Razzismi e identità (2020). Per Utet ha pubblicato Senza sponda. Perché l'Italia non è più una terra d'accoglienza (2015) e Tra i castagni dell'Appennino. Conversazioni con Francesco Guccini (2016).
Adriano Favole insegna "Cultura e potere" e "Antropologia Culturale" presso il Dipartimento di Culture, Politica e Società dell'Università di Torino. Specialista delle culture oceaniane, ha lavorato più di recente sugli Oltremare europei, fondando il Centro di Ricerca "Arcipelago Europa". Si interessa di antropologia politica, del corpo e del patrimonio. Collabora con il settimanale "La Lettura" del "Corriere della Sera". Fra i suoi saggi ricordiamo: Resti di umanità. Vita sociale del corpo dopo la morte (2003), Oceania. Isole di creatività culturale (2010) e La bussola dell'antropologo (2015). Di recente ha curato L'Europa d'Oltremare. Culture, mobilità, ambienti. Con Utet ha pubblicato Vie di fuga. Otto passi per uscire dalla propria cultura (2018).
Francesco Remotti è professore emerito all'Università di Torino, socio dell'Accademia delle Scienze di Torino e dell'Accademia Nazionale dei Lincei. È stato direttore del Dipartimento di Scienze antropologiche dell'ateneo torinese e presidente del Centro Studi Africani. Ha condotto ricerche etnografiche e storiche in Africa equatoriale e ha pubblicato numerosi saggi, tra cui: Noi, primitivi: lo specchio dell'antropologia (2009), L'ossessione identitaria (2010), Cultura. Dalla complessità all'impoverimento (2011), Fare umanità. I drammi dell'antropopoiesi (2013), Per un'antropologia inattuale (2014), Somiglianze. Una via per la convivenza (2019).
Resilienze Festival vuole parlare delle grandi trasformazioni planetarie mostrando le interazioni, i legami e le connessioni tra ambiente, società, economia e cultura, interrogando i linguaggi dell'arte per esplorare punti di vista alternativi. Resilienze Festival è un progetto ideato e prodotto da Kilowatt.Maggiori informazioni:
www.resilienzefestival.it C.B.