A partire dal 3 maggio 2021 la
Fototeca del Kunsthistorisches Institut in Florenz - Max Planck Institut presenta "
Il ritocco", una
mostra online dedicata alla manipolazione fotografica. Tale fenomeno non è affatto nuovo: la rielaborazione delle fotografie dopo lo scatto è infatti una pratica vecchia quanto il medium stesso. Attraverso l’esposizione di tecniche e procedure storiche e moderne, la mostra racconta la storia del ritocco fotografico, mostrando come anche le fotografie documentarie siano in ultima analisi “costruite”.
Già nei primi anni della fotografia la pratica di elaborazione delle immagini dopo lo scatto era all’ordine del giorno. In particolare, dovevano essere compensate le gravi lacune tecniche all’epoca ancora presenti, come immagini sfocate o la resa errata dei valori tonali. Ciò avveniva tramite correzioni effettuate sul positivo o direttamente sul negativo. Presto si passò tuttavia a operare modifiche di tipo contenutistico o estetico, ad esempio rendendo gli sfondi indefiniti e irriconoscibili, colorando le fotografie in bianco e nero oppure, nella fotografia di ritratto, attenuando le rughe del volto. Nel corso del XIX secolo da questa attività si sviluppò una professione ben definita, quella del ritoccatore. Le tecniche e gli attrezzi utilizzati allora si ritrovano oggi di nuovo negli strumenti di elaborazione digitale delle immagini: tool come “pennello”, “filtro” o “maschera” derivano direttamente dagli analoghi utensili e metodi utilizzati per il ritocco delle fotografie analogiche.
Con l’ausilio di numerosi esempi storici e attuali, la mostra online della Fototeca del Kunsthistorisches Institut in Florenz presenta le diverse tecniche del ritocco fotografico. L’intervento più radicale è rappresentato senz’altro dall’eliminazione di interi elementi della fotografia attraverso il taglio, il raschiamento o la sovrapittura di parti dello strato dell’emulsione sul negativo. In tal modo è possibile eliminare dall’immagine non solo oggetti, ma persone intere. Per correggere errori si ricorre invece alla spuntinatura e all’uso di filtri. Con queste tecniche vengono ad esempio coperti o corretti buchi, graffi o granelli di polvere sulla superficie dell’immagine. Una combinazione o montaggio di diverse fotografie in caso di panorami e l’inserimento di elementi figurativi tramite disegno a mano sono ulteriori tecniche che si sono conservate nell’odierna elaborazione digitale dell’immagine. Anche nella Fototeca la rielaborazione delle fotografie archiviate (negativi, positivi, fotografie digitali) ha un ruolo fondamentale. Tale elaborazione segue tuttavia criteri molto severi, al fine di mantenere il carattere documentario delle fotografie.
Il caso emblematico del “Dante ritoccato” illustra diverse tecniche del ritocco di ritratti, impiegate al fine di creare un’immagine idealizzata del poeta. Le fotografie di un affresco con il ritratto di Dante furono rielaborate in modo tale che l’aspetto identitario – e commerciale – delle fotografie prevale sul carattere documentario.
Le fotografie esposte derivano in gran parte dalla collezione della Fototeca e aprono una finestra sul complesso rapporto tra documentazione e manipolazione che caratterizza il medium della fotografia fin dalla sua nascita.
Il
Kunsthistorisches Institut in Florenz è un istituto di ricerca della Max Planck Society dedicato alla storia dell'arte e dell'architettura. I soggetti privilegiati di studio sono l'arte e la cultura visiva dell'Italia, dell'Europa e del Mediterraneo in prospettive globali. La Fototeca costituisce una delle collezioni più importanti di fotografia documentaria sulla storia dell'arte e dell'architettura italiana. Quale centro di ricerca e laboratorio, essa svolge un ruolo centrale nel dibattito internazionale e transdisciplinare sul ruolo degli archivi fotografici nella ricerca e nelle società del XXI secolo.
Link alla mostra: http://expo.khi.fi.it Per maggiori informazioni:
www.khi.fi.it