Base / Progetti per l'arte presenta
sabato 15 maggio 2021 in via San Niccolo 18r, dalle ore 11.00 alle ore 19.00,
la mostra "Fuori base, dentro base" che l'artista Cesare Viel ha ideato specificatamente per il luogo e per la ripartenza delle attività dopo il lockdown. La mostra è definita da un un dialogo inedito tra opere sonore, video, presenze enigmatiche e un banner che si fa strumento di interazione non solo con lo spazio espositivo, ma anche con la città fiorentina per mezzo di un happening diffuso. Happening che vedrà particolari eventi attivarsi dal 1 giugno 2021.
Il titolo
"Fuori base, dentro base" rimanda da una parte al rapporto di prossimità che gli esseri umani hanno dovuto vivere nel corso della presente pandemia e alla impossibilità di aprire i luoghi d'arte, come lo spazio di Base; dall'altra la presente affermazione, che si propone più come un suggerimento, è riferita alla riflessione che l'artista pratica da sempre con le sue opere performative e con l'uso della parola - sia essa scritta, parlata o registrata - per stabilire un rapporto inedito ed epifanico non solo con gli spazi fisici in cui interviene, ma anche con quelli della memoria, dell'agire e del desiderio di esprimersi con l'altro da sé.
L'artista spiega con le seguenti parole la genesi del progetto per
Base proponendo allo stesso tempo uno spazio di dibattito condiviso o condivisibile: "
L'idea che avrei è di ripartire da zero, dall'essenza del modo di procedere: per me la scrittura, il vuoto, la presenza/assenza, l'oggetto che emerge da un serbatoio che non sapevi di avere. Da qui si configura una forma di resistenza, un'ostinazione.Il meglio che si riesce a fare con il minimo che si ha. È una scuola di resistenza, piena di lacrime e di commozione. È un nodo alla gola. Nelle distanze, nelle vicinanze. Un'eco."
Cesare Viel inoltre invita, con un pensiero scritto appositamente per l'occasione, a riflettere sul ruolo dell'arte e sul rapporto tra spettatore, opera e artista e sulla necessità delle ri-partenze: "
Si può dire tutta la verità? È la domanda sottesa nella pratica artistica, che sia un'installazione o una performance, un quadro, una scultura o un disegno. Quando questa domanda emerge (la possibilità e/o la necessità di dire la verità), aumenta l'intensità della temperatura dell'arte. E affiora tutta la questione indicibile della morte, della condizione mortale. Non possiamo dire tutta la verità perché essa si svela poco a poco nel corso del tempo e non riusciamo a percepirla tutta in un colpo solo. È per questo che l'arte ci viene in aiuto, e ci permette di elaborare in tempi diversi, in momenti successivi, il venire a galla della verità. Il venire a noi in superficie della verità. Superficie e profondità, visibile e invisibile, si accompagnano, si aiutano reciprocamente e formano le due facce della stessa moneta".
Cesare Viel [Chivasso (TO), 1964; vive e lavora a Genova] espone in Italia e all'estero dalla fine degli anni '80 in gallerie private, musei e Fondazioni. La sua ricerca artistica gravita intorno alle pratiche dell'installazione e della performance e intreccia diversi mezzi espressivi come il video, la fotografia, il disegno, la scrittura, l'oralità. La poetica di Cesare Viel è incentrata sui temi della relazione e della comunicazione, dell'identità di genere e del rapporto tra il linguaggio e le immagini. Si serve del linguaggio della comunicazione di massa e di quello proveniente dalla letteratura come serbatoi di immagini ed emozioni da elaborare in un scambio continuo tra l'arte, la realtà e la relazione con il pubblico. Pratiche che si riverberano anche nell'essere nel 1997 tra gli organizzatori del convegno
Come spiegare a mia madre che ciò che faccio serve a qualcosa? al Link di Bologna, e nel 1999 a partecipare al progetto collettivo Oreste alla Biennale, in occasione della Biennale d'Arte di Venezia a cura di Harald Szeemann. Nel 2019 il PAC di Milano, gli dedica un'ampia retrospettiva dal titolo
Più nessuno da nessuna parte. Tra le più recenti mostre personali sono da ricordare:
Virginia ai panni vecchi, a cura di Antonio Leone, Palazzo Branciforte, Palermo 2014;
Dar conto di sé, a cura di Francesca Pasini, Fondazione Remotti, Camogli (GE) 2017;
Scrivere il giardino, Galleria Pinksummer, Genova 2020.
Base / Progetti per l'arte è un'idea di artisti per altri artisti. BASE è un luogo unico per la pratica dell'arte in Italia, la cui attività iniziata nel 1998, viene curata da un collettivo di artisti che vivono e operano in Toscana e che si fanno promotori di presentare a Firenze alcuni aspetti, tra i più interessanti dell'arte del duemila. BASE è un dialogo sulla contemporaneità aperto ad un confronto internazionale.
Per maggiori informazioni:
www.baseitaly.orgC.O.