Teatro d'Arte, Teatro Pubblico, Teatro della Città, nella continua tensione ideale tra arte e società civile, tra
attenzione rivolta all'uomo e riflessione sulla collettività: la Fondazione Teatro della Toscana riapre acquisendo appieno dopo la pandemia la consapevolezza dell'identità finora perseguita, cercata e voluta di
Teatro della Città, delle Città in cui opera, di Casa degli artisti e di Casa dei sogni.La Lingua Italiana, i Giovani, l'Europa, la Vecchia e Nuova drammaturgia, il Teatro civile e politico: dopo più di un anno di silenzio,
il Teatro della Toscana si impegna a restituire al Teatro il suo ruolo di fattore attivo nella società, di motore della partecipazione critica agli eventi della società stessa. È questa una delle funzioni più alte e importanti del Teatro, che diviene testimone della storia e, attraverso la poesia, si assume un fondamentale impegno sociale.
Tutto questo con il costante sguardo alla nostra Storia, a chi in altri tempi, diversi, ma tanto simili agli attuali, ha avuto il coraggio di aprire nuove strade impensabili ai più, coloro che oggi sono i punti di riferimento imprescindibili per chi voglia davvero lavorare
per consentire che un nuovo teatro si realizzi attraverso i giovani, con i giovani, per i giovani, solo a loro consegnando ogni possibile futuro.Tale impegno unisce tutti gli artisti protagonisti della rinascita:
Stefano Accorsi, anche Direttore Artistico,
Piero Maccarinelli, Charles Chemin, il Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards, i
diplomati del Corso per Attori 'Orazio Costa' e de l'Oltrarno di Pierfrancesco Favino, il Centro per la Sperimentazione e la Ricerca Teatrale, con il costante mantenimento dei rapporti di partenariato con Parigi, Roma, Milano, Atene, Palermo, Los Angeles, Napoli, Trieste.
Sul piano internazionale, si confermano le linee d'azione che hanno caratterizzato gli ultimi tre anni dell'attività della Fondazione: lo sviluppo di una rete di diplomazia culturale, grazie ai partenariati con Parigi, Atene, New York, Los Angeles e altri in via di definizione; la costante relazione operativa con i grandi centri di produzione internazionale; l'individuazione di un sistema di artisti di riferimento (a Bob Wilson, Israel Galván, Euripides Laskaridis, Dimitris Papaoiannou e Charles Chemin si aggiungerà nel corso del 2021 Irina Brook in un progetto con Teatro Stabile del Veneto e Teatro Biondo di Palermo); e soprattutto, la creazione di opportunità per i giovani, intesi come produttori e fruitori, in linea anche con i valori della Carta 18-XXI, ideata da Emmanuel Demarcy-Mota, Direttore del Théatre de la Ville di Parigi e sottoscritta dalla Fondazione.
In questa direzione va il "metodo" di scambi di esperienze tra artisti affermati e giovani performer in formazione, ideato nel 2019 anche grazie a
Elisabetta Di Mambro, che ha portato dopo un percorso articolato di incontri alla creazione di interno/esterno, lo spettacolo diretto da Chemin con i diplomati della Corso per attori 'Orazio Costa'. Questo "metodo" sarà cardine del futuro rapporto con Palermo, con il coinvolgimento dei giovani della scuola del Teatro Biondo. Sempre in partnership col Théâtre de la Ville
prosegue il progetto delle Consultazioni, poetiche e musicali, che tanto successo hanno avuto telefonicamente durante la pandemia, e che faranno una tappa straordinaria all'aperto il 12 giugno in un giardino di Firenze.
Questo anno drammatico che ci ha tenuti lontani non è passato invano.
La Fondazione non ha smesso un solo giorno di lavorare per stare al passo con le sfide che l'emergenza del presente ha posto di fronte per essere e fare davvero Teatro. Il potere dell'immaginazione deve rimanere in vita per contribuire a costruire un futuro vivibile per il teatro, e quindi per la società.
La chiusura dettata dall'emergenza è stata l'occasione di applicare appieno il metodo di lavoro e il modello produttivo dichiarati nel Manifesto per un nuovo teatro che è alla base del lavoro del Teatro della Toscana, tanto che gli spettacoli prodotti per la riapertura sono l'esito dell'incontro fra giovani attori e maestri, scene, costumi e apparati sono realizzati dal Laboratorio d'Arte e dal qualificatissimo staff di palco, con una dotazione economica delimitata, limitata e sempre uguale, in economia, con rigore, umiltà, integrità e sincerità, termini e principi probabilmente 'fuori moda', ma oggi sempre di più decisivi e fondamentali nel tempo che ci troviamo a vivere.
ManifestoPer un attore artigiano di una tradizione vivente1 – Il Teatro d'arte nasce dal rapporto tra giovani e maestri: trasmissione e scambio sono i principi su cui si fonda ogni realizzazione.
2 - La materia prima testuale è la letteratura italiana, la lingua italiana in ogni sua forma e declinazione per un teatro di parola.
3 - La dotazione economica per ogni realizzazione sarà delimitata, limitata e sempre uguale.
4 – Ogni attore è chiamato a sperimentarsi in ogni mestiere del fare teatro per divenire strumento totale, creative e consapevole di un teatro nuovo.
5 – Costumi, scene e apparati sono realizzati dal Laboratorio d'arte del Teatro della Pergola.
6 – Rigore, umiltà, integrità e sincerità sono il metro di valutazione di ogni realizzazione, decisivi per la sua messa in scena
Maggiori informazioni:
www.teatrodellatoscana.itC.B.