Martedì 8 giugno 2021, alle ore 17.00, si terrà la presentazione online del libro "
Tutto un rimbalzare di neuroni" di
Vanessa Ambrosecchio (Einaudi editore) in diretta dalla
Libreria Libraccio Firenze sulla pagina Facebook:
https://www.facebook.com/libracciofirenze Dialogherà con l’autrice
Olga Mugnaini.
Cosa resta della tua classe se la chiudi dentro un computer? Un viaggio spericolato ma vivissimo nel controsenso della scuola a domicilio. Il racconto di cosa ci ha tolto la didattica a distanza.
Provate a immaginare la scuola senza le levatacce al mattino, i panini in cartella, le verifiche a sorpresa e i bigliettini appiccicati ovunque. Senza le classi che sanno di ormoni, i litigi nel cambio dell’ora, gli sguardi in tralice, le corse fuori appena suona la campanella.
«Eccola qua, la mia 3H: due anni e mezzo di duro lavoro sulle dinamiche di gruppo e sul rapporto tra adulti e pari, e si era ridotta a una fila di oblò».
«
Uno era sotto le coperte, una in cucina, per sfondo lo sfaccendare astioso della madre. Dietro a una è passato il padre in canottiera e mutande. Un altro camminava per tutta la casa, forse in cerca di rete, forse in preda a un raptus di iperattività».
La prima settimana, sembrava una vacanza. Poi si è cominciato a intuire che i libri di testo non li avrebbe aperti più nessuno, e quegli allievi nascosti dietro le videocamere spente andavano agguantati in qualche altro modo. Un mese dopo, i ragazzi si collegavano dai vicoli del quartiere, dal letto, o correndo verso chissà dove in bicicletta. La didattica a distanza è quello che succede quando si toglie alla scuola la concretezza dei corpi, è la scuola senza uno spazio reale in cui esistere, condividere, crescere, recalcitrare. È la «Scuola meno», dove gli alunni sembrano impiegati in smart working e spesso non hanno gli strumenti materiali per adattarsi a questo nuovo mondo tutto storto. Perché in una classe difficile di una zona difficile non è detto che i ragazzi abbiano un computer: quando va bene si arrangiano col telefono, altrimenti nemmeno quello. E non andare a scuola significa perdere il contatto con un altro mondo (e un futuro) possibile.
Con la rabbia e l’ingegno di chi fa il mestiere più bello e più usurante del mondo, Vanessa Ambrosecchio ci racconta cosa significa insegnare: provare sempre, stanare gli allievi uno a uno, scommettere su di loro. Inventarsi ogni giorno qualcosa, tanto più in quel quadrimestre spericolato in cui è accaduto l’inimmaginabile.
Vanessa Ambrosecchio è nata e vive a Palermo, dove insegna nella scuola secondaria di primo grado. Con Einaudi ha pubblicato Cico c’è (2004) e il racconto Piove, all’interno dell'antologia Ragazze che dovresti conoscere. Nel 2018 ha pubblicato il romanzo Cosa vedi (Il Palindromo)
Per maggiori informazioni:
www.libraccio.it