Domenica 27 giugno 2021, alle ore 10.30, verrà presentato il volume di
Laura Forti dal titolo "
Forse mio padre" al
Giardino della Sinagoga di Firenze in via Farini, 6. L'autrice dialogherà con
Marta Baiardi.
Poco prima di morire, una madre rivela alla figlia che l’uomo che l’ha cresciuta non è il suo padre biologico. Come uno sparo improvviso, una verità fino ad allora solo sospettata diviene certezza dolorosa. Un giovane conosciuto durante l’occupazione nazista e abbandonato subito dopo la guerra, è lui il padre. È lui quella presenza impalpabile con la quale la madre è sempre rimasta segretamente in contatto e che ha lasciato dietro di sé poche, labili tracce. È lui il forse padre.
Inizia allora il tentativo di ricomporre, attraverso la letteratura, una storia familiare che non è solo biografia di un fantasma, ma un viaggio tra frammenti affilati, una corsa a perdifiato tra le ombre e le luci del passato. Cercando un padre mai conosciuto, una donna riacquista così la sua dimensione identitaria e profonda, trovando finalmente la forza di colmare il vuoto e di aprirsi al futuro. Con questo nuovo libro, l’autrice de L’acrobata torna a conquistarci con la potenza della sua scrittura. Il coraggio di guardare la vita dritto negli occhi, catturarla e ammansirla, fa di questo libro un romanzo dalla lucidità disarmante, un percorso di guarigione scandito da parole scelte con precisione chirurgica, parole che scavano nella memoria e non hanno timore di costruirne una nuova. Del resto, conclude la voce narrante di Forse mio padre, «quando la memoria non c’è, non basta o resta muta, dobbiamo costruircene una nostra. Dobbiamo avere fede nella fantasia».
Laura Forti è una delle drammaturghe italiane più rappresentate all’estero. I suoi testi sono stati tradotti e messi in scena in molti paesi e pubblicati in Germania e Francia. All’attività di scrittrice affianca quella di docente, insegnando scrittura teatrale e creative writing. Collabora come giornalista con radio e riviste nazionali e internazionali. In ambito editoriale, ha tradotto per Einaudi I cannibali e Mein Kampf di George Tabori. Di lei, la Giuntina ha già pubblicato L’acrobata.
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