L'83esima edizione del
Festival del Maggio Musicale Fiorentino prosegue
martedì 6 luglio 2021, alle ore 20.00, con l’ultimo appuntamento per il ciclo dei concerti dedicati al compositore
Johannes Brahms con il maestro
Zubin Mehta sul podio, l’
Orchestra del Maggio e il maestro e pianista
Daniel Barenboim. In programma: la
Sinfonia n. 3 in fa maggiore op. 90 e il
Concerto in si bemolle maggiore per pianoforte e orchestra op. 83.
I maestri Zubin Mehta e Daniel Barenboim, amici fraterni di una vita, hanno tra loro un sodalizio artistico che per innumerevoli volte li ha portati a condividere il palcoscenico non solo al Maggio. Recentemente le ultime occasioni per ascoltarli assieme sono state effettivamente a Firenze: il 2 giugno 2019 (in cui sono state eseguite composizioni di Edgard Varèse, Ludwig van Beethoven e Nicolaj Rimsky-Korsakov) e il 23 giugno 2020 (con in programma musiche di Franz Schubert e Ludwig van Beethoven).
In apertura del concerto, la Sinfonia n. 3 in fa maggiore op. 90, definita da Hans Richter “l’Eroica di Brahms”, che fu composta abbastanza rapidamente da un Brahms nel pieno periodo della sua maturità artistica: era amato dai suoi estimatori, era considerato dal mondo musicale del tempo il più eminente e il più grande musicista dopo Bach e Beethoven ed era talmente contento di sé da canticchiare per strada, nel corso delle passeggiate quotidiane a Wiesbaden dove era in vacanza, i temi del lavoro fra i quali quel motivo di tre note, fa-la bemolle-fa, che la apre ripetendo secondo la nomenclatura alfabetica tedesca (F A F) le iniziali del motto giovanile “Frei aber froh”, libero ma felice. Il successo ottenuto alla prima esecuzione fu grandioso e la Sinfonia, definita con autoironia dall’autore “disgraziatamente troppo celebre”, conquistò in breve tutta Europa. Clara Schumann la descrive come un’opera grandiosa e piena di poesia dove “tutti i movimenti scaturiscono come da una colata unica, da un battito del cuore, ogni movimento un gioiello”.
Il programma prosegue con Concerto in si bemolle maggiore per pianoforte e orchestra op. 83, il più lungo e imponente di tutta la storia della musica che scavalca, e in un certo senso annulla, tutta la storia più recente di questo genere, vincolato, con i Concerti di Chopin e Mendelssohn, e un po’ anche con quello di Schumann, per mantenersi nei limiti del brillante e del lirico senza tentare avventure formali troppo ambiziose. Si tratta di un’opera complessa e tormentata, ma anche di ricchezza eccezionale con un’ossatura formale che anziché limitarsi ai tre tempi consueti al concerto per strumento solista - in quanto genere storicamente minore, storicamente più destinato all’intrattenimento e all’esibizione che non all’impegno concettuale e formale - si estende ad accoglierne quattro, come se fosse una sinfonia, con l’introduzione fra il primo tempo e l’Andante di un movimento in qualche modo riconducibile alla funzione dello Scherzo. Riguardo il protagonismo dello strumento solista, Brahms riserva un’attenzione particolare grazie a una scrittura solida e vigorosa, dove sono numerosi i passaggi virtuosistici, che riesce a imporsi su un tessuto orchestrale pur fitto e articolato.
Al termine del concerto, per chi vorrà, sugli schermi televisivi installati in sala Zeffirelli e nel foyer di platea si potrà seguire la partita della semifinale degli Europei 2020 tra Italia e Spagna.
Per ulteriori informazioni:
www.maggiofiorentino.com