Martedì 7 settembre 2021, alle ore 18.30, al
Caffè Letterario Le Murate di Firenze (Piazza delle Murate) nell’ambito della
Settimana Lucana, l’Associazione lucana presenta il libro "
La scelta difficile - Nicola Panevino, il giudice partigiano" (Edigrafema, collana DietroFont) del giornalista empolese
Emilio Chiorazzo; un libro necessario, di quelli che vanno scritti e letti perché contribuiscono a illuminare un eroe della Resistenza. Dialoga con l’autore
Giancarlo Passarella; interventi musicali del chitarrista
Luca Imperatore.
Il giudice Panevino era un partigiano trucidato nell’eccidio di Cravasco nel marzo del 1945. Ricerche, scritti dal carcere, testimonianze ricostruiscono pensieri e azioni del magistrato morto a 34 anni in una rappresaglia tedesca, nel marzo 1945, poche settimane prima della Liberazione. Ad arricchire l’opera un’intervista esclusiva alla figlia Gabriella. Nato in Lucania e vissuto a Napoli, la professione portò Nicola Panevino a Savona, dov’era giudice istruttore del tribunale. All’indomani della caduta del fascismo e dell’armistizio dell’8 settembre del 1943, con la nascita della Repubblica Sociale Italiana, aderì alla Resistenza. Non quella armata, sui monti, nelle brigate, ma in città, con un ruolo altrettanto importante, di supporto politico, pratico e logistico. Le sue radici cattoliche lo portarono ad avvicinarsi inizialmente a Giustizia e Libertà, poi al Partito d’Azione: divenne membro e in seguito capo del Comitato di Liberazione Nazionale in una Savona dove sospetti e delazioni si rincorrevano. Una di queste gli causò il carcere, mentre era diventato padre da pochi mesi. Dalla sua cella, sospinto da una fede incrollabile che gli permise di sopportare ogni forma di tortura, Nicola Panevino fece arrivare lettere toccanti alla moglie Elena e alla figlia Gabriella. In una delle ultime, prima di essere prelevato dai soldati tedeschi per essere fucilato, scrisse: «
Sappi che se fino a dieci giorni fa la mia fronte non si incurvava né fisicamente né moralmente, oggi si offre tersa ai raggi del sole e, quel che più conta e a cui più tengo, alla stima dei miei amici e dei nemici, ammesso che nemici io abbia. Se un giorno io potrò tornare, la mia fronte potrò portarla alta, perché non arrossirò davanti a nessuno. Gli amici non si vergogneranno di me e nemmeno la mia Gabriella si vergognerà di papà suo».
Emilio Chiorazzo, lucano, è stato redattore e poi responsabile delle redazioni di Empoli, Pontedera e Pisa del quotidiano Il Tirreno. È curatore di una trasmissione televisiva di approfondimento politico, cultura e attualità in onda su una emittente regionale. Dirige il web magazine StorieOggi.it
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