Il ciclo di incontri intitolati FUTURA. Che ne sarà di noi, degli altri, del pianeta, a cura del Direttore Sergio Risaliti nasce con l’intento di chiedere a artisti, architetti, scrittori, scienziati, filosofi, psicologi, esponenti del mondo religioso e della ricerca spirituale, economisti e imprenditori quale saranno le scelte da fare per affrontare il futuro e rimediare se possibile agli errori del passato. Quale cambiamento sarà possibile, quale responsabilità avremo di fronte alla madre terra e ai popoli. Possiamo parlare di nuovo umanesimo? Quale sarà il suo nuovo paradigma? Potremo ancora pensare l’uomo al centro dell’universo? Quale sarà il ruolo della donna nella gestione della geopolitica e del cambiamento? Quale sarà il destino delle moltitudini e dei poveri della terra? Che posto avrà il desiderio di bellezza? Quali saranno gli strumenti della giustizia e dell’uguaglianza di fronte al dominio della tecnica e alla richiesta del potere sempre più guidato dallo sfruttamento e dal profitto? Che ne sarà dei corpi e dell’anima nella ultima frontiera dell’evoluzione virtuale? Che fine farà la trascendenza e dove sfocerà la conoscenza oltre l’esperienza del reale? Cosa ne faremo degli scarti e per quanto potremo abusare delle risorse? Quale destino attende l’ecosistema, il futuro dell’ambiente naturale? E sul piano locale, come gestiremo il patrimonio, che aspetto assumeranno le città, che ruolo avrà l’architetto nella ricostruzione delle relazioni sociali, della vita quotidiana e della distribuzione dei servizi e del tempo libero? Sono questi alcuni degli snodi concettuali da cui dipenderà il destino del pianeta e dei suoi abitanti, quello dell’Italia e di Firenze, in un mondo che sta uscendo dalla crisi pandemica.
“Il tempo della pandemia, tempo dell’angoscia e della sofferenza, della malattia e della convalescenza, non è ancora terminato. Stiamo però vivendo il tempo della speranza e della rinascita” – commenta Sergio Risaliti, Direttore del Museo Novecento. – “La crisi sanitaria ed economica globale ha messo in luce le falle della globalizzazione, si è parlato allora di cambiamento, della necessità di rivedere i modelli di sviluppo e di sfruttamento, quelli di convivenza e di relazione, la mobilità e il turismo di massa, l’organizzazione sociale e quella sanitaria delle nostre città. Pensare il futuro significa ripensare il passato; immaginare il futuro significa immaginare diversamente il passato.”
Futura si propone come un ciclo di incontri e un laboratorio del pensiero neo-umanistico che ha un inizio e non prevede una fine. Come ha scritto Gilles Deleuze, non c’è modo di fare il punto, serve invece tracciare delle linee, sperimentare traiettorie.
Mercoledì 22 settembre 2021, alle ore 18.00, Omaggio ad Ofelia. L’ evento, introdotto da Sergio Risaliti, direttore artistico del Museo Novecento, e Lucia Mannini, curatrice, si articola in due parti distinte che orbitano intorno alla paradigmatica figura di Ofelia, recentemente esaltata dalla mostra Arturo Martini e Firenze. La prima parte dell’incontro è affidata alla musicologa Eleonora Negri, che analizzerà la figura del compositore Mario Castelnuovo Tedesco (Firenze, 3 aprile 1895 – Los Angeles, 16 marzo 1968), proprietario della toccante terraccota martiniana Ofelia e compositore degli Shakespeare’s Song. Le parole della musicologa si alterneranno alla musica eseguita dal chitarrista Eugenio della Chiara, che interpreterà Gaspar Cassadó i Moreu, Sardana Chigiana; Mario Castelnuovo-Tedesco, Tonadilla sul nome di Andrés Segovia, n. 5 dalle “Greeting cards” Op. 170; Gaspar Cassadó i Moreu, Preámbulo y Sardana; Mario Castelnuovo-Tedesco, Tarantella, Op. 87a. A seguire Questo è il mio corpo (un’altra Ofelia) di Giada Vailati e Francesco Sacco. La performance nasce da un percorso di ricerca attorno al personaggio di Ofelia, la cui vita e morte raccontano un particolare rapporto con il possesso del corpo, destinato al sacrificio per l’espiazione di peccati altrui.
Tutti gli eventi sono gratuiti. Ingresso libero fino a esaurimento posti. Per info: segreteria.museonovecento@musefirenze.it.