Sabato 25 e Domenica 26 settembre 2021, alle 20,45 si riaccendono i riflettori sul
Teatro di Cestello, in San Frediano, l’unico tra tutti i teatri del capoluogo toscano ad aver presentato una vera e propria stagione nell’Estate Fiorentina, in gran parte in esterna, tra il Parco d’Arte Pazzagli e il Teatro della Limonaia di Villa Strozzi. L’autunno segna ora il nuovo ritorno in sala, in quel magico scrigno con le poltroncine rosse, il sipario di velluto e il legno vissuto di quel palcoscenico che sta lì dal 1903, calpestato da piedi d’attore persino durante le guerre. Solo l’alluvione del 1966 fermò lo spettacolo, prima di questa pandemia. Una presenza storica dunque a Firenze che riparte da
“Il Costruttore di valigie”, suggestivo racconto teatrale, ricco di colori e atmosfere, sul filo delle emozioni, delle memorie, tra comicità, ironia e confessioni intime di chi ha fatto del rappresentare la vita una propria ragione di vita, inseguendo una vocazione. Scritto e interpretato da Marco Predieri lo spettacolo si avvale della regia e della partecipazione di Francesca Nunzi, una regina del teatro italiano, che qui è chiamata a vestire diversi ruoli, in una versione del tutto inedita e originale di sé. Insomma un gioco teatrale tutto da scoprire tra irruzioni di bizzarri personaggi, richiami ai grandi classici, da Shakespeare a Rostand e il ricordo di quei maestri e incontri che hanno condizionato le scelte del protagonista. “Tornare a teatro oggi è un atto rivoluzionario – racconta Marco Predieri - non solo di rinascita, ma di coraggio, non perché non sia sicuro andarci, anzi tutt’altro, è forse uno dei luoghi più controllati e sani dove passare bene il proprio tempo, ma perché significa riappropriarsi di uno spazio concreto di libertà, civiltà, di pensiero, di socialità. Tutto ciò che non è virtuale insomma. Se volete dimostrare solidarietà ai tanti lavoratori dello spettacolo che hanno cercato di resistere nei mesi scorsi, tra le categorie più colpite, non solo gli artisti, ma anche tutti i tecnici, gli amministrativi, staccatevi dal virtuale e venite a teatro. Venire a teatro significa anche concretamente sostenere il lavoro di tanti, esattamente come andare a una manifestazione, ed è giusto farlo, per portare solidarietà a degli operai ingiustamente licenziati o minacciati di licenziamento da una multinazionale. L’unica differenza è che qui la multinazionale non c’è, il datore di lavoro siete voi, il pubblico, siete voi a decidere le sorti di un lavoratore, di un luogo di lavoro, della sua utilità sociale”.
Per prenotare è attivo il numero 392.2669655 anche via WhatsApp o l’indirizzo
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