Prosegue fino a sabato 5 marzo 2022 nelle due sedi della Galleria Poggiali di Firenze, in via della Scala e in via Benedetta, la mostra "Colori nelle mani" dell’artista austriaco Arnulf Rainer con la curatela di Helmut Friedel, sempre con ingresso libero.
Al culmine di una splendida carriera e a 92 anni, Arnulf Rainer è protagonista di una grande mostra che la Galleria Poggiali gli dedica per la prima volta in assoluto a Firenze. Un corpus di dipinti inediti, scelti appositamente attraverso ripetuti incontri con l’artista, attingendo da opere venute alla luce soprattutto tra il 1981 e il 1985, della serie di lavori realizzati segnando la superficie con la violenza pittorica direttamente delle dita e delle mani, che ne hanno certificato la rilevanza internazionale, selezionati per la loro portata nell’evoluzione dell’arte contemporanea. “Documenta 7” a Kassel e la personale al Guggenheim di New York del 1989 ne avevano dato ampio risalto. «Tra il 1981 e il 1983 nascono i dipinti realizzati con le mani e con le dita, in cui l'energia di Face Farces e del Body Language non approda nell'espressione corporea e nella fotografia, ma la materia del colore viene premuta con tutta la forza sul cartone – spiega il curatore Helmut Friedel, curatore della mostra –. In ginocchio, il pittore lavora da una superficie all'altra, afferra i colori ad olio, sente la piena presenza della materia nelle sue mani nude, che non protegge nemmeno con i guanti. Così, come un demiurgo, forma l'espressione come rappresentazione. Alcune stesure di colore ricordano mani in cerca di soccorso che non trovano sosta e somigliano a urla; altre, più concilianti, circondano un oggetto o uno spazio immaginario e trascinano con sé anche altri colori, generando così una selvaggia danza espressiva, la danza dell’espressione diretta. […] L'incontro con l'opera di Arnulf Rainer è sempre fonte di sorpresa. I suoi dipinti stupiscono e affascinano per la vivacità dell'applicazione del colore, della velatura cromatica, intensa e violenta nelle immagini strutturali le cui superfici sono preformate in rilievi sottili per poter poi assorbire il colore ancor più intensamente».
Oltre a questa serie, la mostra intende documentare il momento successivo della carriera di Rainer con i lavori dei primi anni ’90 caratterizzati da un’ulteriore intensità pittorica, fino a includere una grande croce (Kreuz – Senza Titolo, 1998) completamente nera destinata a scompaginare l’assetto della mostra, a riportare e documentare l’atteggiamento dissacrante e motivo di sorpresa di Arnulf Rainer. Il colore nero utilizzato copiosamente copre uno strato di carta decorativa con le stelle ed un angelo applicato in legno nella parte alta, lasciandoli a malapena intravedere. La mostra sarà accompagnata da un ampio catalogo con un saggio del curatore della mostra Helmut Friedel, direttore del Museo Rainer di Baden, da un testo critico di Giovanni Iovane, direttore dell’Accademia di Brera di Milano, e uno di Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento di Firenze, si inserisce nella tradizione della sede fiorentina della Galleria Poggiali che ha infatti esposto il lavoro di grandi maestri come ad esempio Eliseo Mattiacci, Claudio Parmiggiani, Gilberto Zorio ed Enzo Cucchi che hanno sempre lavorato appositamente per la galleria.
Noto al grande pubblico per la sua arte astratta e informale, durante i suoi primi anni di carriera Arnulf Rainer fu influenzato dal Surrealismo facendo poi evolvere il suo stile verso la distruzione delle forme, con annerimenti, ridipinture e mascherature di illustrazioni e fotografie che dominano i suoi lavori successivi. Era molto vicino all'Azionismo viennese, caratterizzato da body art e pittura sotto l'effetto di droghe e dipinse a lungo la relazione tra la vita e la morte concentrandosi ampiamente sul tema di Hiroshima in relazione al bombardamento nucleare della città giapponese e alle sue ricadute politiche e fisiche. Ha esposto nei grandi eventi internazionali come ad esempio la Biennale di Venezia (1980 e 2011) e la Biennale di San Paolo (1996) o ancora Documenta 7 (1982). Le sue opere sono esposte nei più importanti musei del mondo come il Moma e il Guggenheim Museum di New York, che annoverano nella loro collezione numerose opere acquistate nel tempo, così come la Tate di Londra ed il Centre Pompidou di Parigi. Nel 1993 a New York è stato inoltre aperto l'Arnulf Rainer Museum, così come ha un museo a lui dedicato a Baden, sua città natale. Nel 2014 e nel 2019 l'Albertina Museum ha omaggiato l'artista con due ampie retrospettive.
Per maggiori informazioni: www.galleriapoggiali.com