Dal 28 ottobre al 12 dicembre 2021 Fondazione Palazzo Strozzi presenta "Alter Eva. Natura Potere Corpo", una mostra che attraverso le opere di sei artiste italiane, innesca, partendo da un punto di vista femminile, una riflessione sul futuro fondato su nuovi principi di coabitazione naturale e sociale.
Il progetto si inserisce all’interno di
Palazzo Strozzi Future Art, programma della Fondazione Palazzo Strozzi, inaugurato con l’installazione La Ferita di JR per la facciata di Palazzo Strozzi, nato dalla collaborazione con Andy Bianchedi in memoria di Hillary Merkus Recordati.
L’iniziativa si pone l’obiettivo di creare una piattaforma per l’arte del presente, ponendo la promozione della creatività, il coinvolgimento del pubblico e il sostegno alle nuove generazioni come valori di riferimento per un rilancio del sistema culturale attraverso diverse iniziative che vedono il coinvolgimento di artisti contemporanei italiani e internazionali a Palazzo Strozzi.
Protagoniste della mostra Alter Eva. Natura Potere Corpo sono
Camilla Alberti, Irene Coppola, Martina Melilli, Margherita Moscardini, Marta Roberti e Silvia Rosi, artiste nate tra gli anni Ottanta e Novanta, le cui opere, tra scultura, pittura, fotografia e installazione, vanno a comporre negli spazi della Strozzina una narrazione sfaccettata dove la natura decostruita o immaginifica si affianca a corpi esibiti o raccontati, e forti dichiarazioni politiche dialogano con le storie intime e personali di appartenenza culturale. Tutte le sei artiste condividono un impegno rivolto al cambiamento per una trasformazione del nostro modo di osservare, parlare e agire nel mondo.
Mettendo in discussione il patriarcato, i ruoli di genere, l’antagonismo tra natura ed essere umano, i ruoli restrittivi e le relazioni di potere, la mostra costruisce futuri alternativi proponendo nuove possibili forme di relazione.
Con un gioco di parole che richiama il concetto di Alter-Ego, il titolo della mostra rimanda un nuovo modello di donna e si collega, in maniera suggestiva, alla teoria scientifica secondo la quale tutti gli esseri umani avrebbero una linea di discendenza comune nel DNA mitocondriale che si tramanda solo in modo matrilineare. La mostra parte quindi da una riflessione sui legami tra ogni donna e i suoi antenati e si estende fino ad abbracciare il mondo naturale, la flora, la fauna e le connessioni inter-specie, osservando la discendenza da una prospettiva antropologica e biologica. La riflessione critica della mostra si articola nella triade concettuale, Natura, Potere, Corpo che rimanda a tre principi cardine di mediazione con il mondo. La Natura che ci circonda e con la quale abbiamo un legame originario e un equilibrio da ristabilire; il Potere, ossia le relazioni che definiscono la struttura e l’organizzazione delle società; il Corpo, come centro e misura, come parte di un sistema complesso che continua al di là di noi.
Le arti visive che fronteggiano il dibattito contemporaneo indagano temi ricorrenti quali l’impegno per un futuro ecosostenibile basato sulla coesistenza tra specie diverse, lo scardinamento del punto di vista dominante nel racconto storico, il ripensamento del nostro modo di usare il linguaggio per dare forma al mondo. La trasformazione culturale in atto investe numerosi ambiti della vita pubblica e privata e costituisce un terreno di ricerca per artisti, intellettuali, scrittori, registi e filosofi. La mostra Alter Eva. Natura Potere Corpo osserva questi cambiamenti attraverso lo sguardo di sei artiste che affondano la propria ricerca nei grandi temi della discussione contemporanea suggerendo visioni generatrici di nuove prospettive in cui lo sguardo femminile è perno essenziale del cambiamento.
I grandi disegni di
Marta Roberti, realizzati su fogli di carta carbone, raccontano visioni di animali totemici e paesaggi esotici, apparizioni impalpabili sospese nel tempo; le sculture di
Camilla Alberti, composte con frammenti organici e scarti industriali, danno forma a resti di creature mai esistite, come se ci trovassimo in un museo di scienze naturali del futuro. I calchi e le fotografie di agavi di
Irene Coppola cristallizzano l’energia vitale e il decadimento delle piante ricordandoci la deperibilità, le ferite e la finitezza dei corpi.
Martina Melilli riprende il tema del corpo femminile raccontato in dieci interviste pubblicate sulle pagine di «Playboy» e trasformate in un ambiente immersivo in cui i cliché della rappresentazione femminile vengono meno. Il rapporto con la parola scritta prosegue con il lavoro di
Margherita Moscardini che presenta una scritta al neon tratta dal testo Le origini del totalitarismo di Hannah Arendt, un messaggio che ricorda i fallimenti degli stati nazione e ci spinge a ripensare forme alternative di gestione delle cittadinanze e identità nazionali. Il percorso si chiude con la serie fotografica e i lavori video di
Silvia Rosi che rivive la storia dei propri genitori migrati dal Togo, autoritraendosi nei panni della madre e del padre. Un transfer emotivo in cui si fondono biografia personale e storie collettive di tante famiglie costrette a lasciare il proprio Paese d’origine. Linguaggi e pratiche artistiche diverse trovano una linea d’incontro in un sentire comune; le esperienze di ogni artista presente in mostra mettono in luce uno spirito del tempo, dove la prospettiva femminile, impregnata di volontà di cambiamento, ha un peso specifico.
La mostra è realizzata dalla
Fondazione Palazzo Strozzi con la collaborazione di
IED Firenze - Master in Curatorial Practice classe 2020/2021 ed è coordinata da
Martino Margheri (Responsabile progetti educativi università e accademie Fondazione Palazzo Strozzi) e
Daria Filardo (docente e coordinatrice Master IED Firenze). La classe del Master è stata coinvolta nella progettazione della mostra, nella realizzazione del catalogo e nella programmazione delle attività per il pubblico, con l’obiettivo di apprendere i fondamenti organizzativi e gestionali di un progetto espositivo. Questa tipologia di formato educativo rappresenta un‘importante occasione di formazione e offre ad aspiranti curatori l’opportunità di formarsi sul campo confrontandosi con i professionisti che lavorano in un’istituzione culturale.
L’iniziativa è promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi e Andy Bianchedi in memoria di Hillary Merkus Recordati con la collaborazione di IED Firenze. Sostenitori Fondazione Palazzo Strozzi: Comune di Firenze, Regione Toscana, Camera di Commercio di Firenze, Fondazione CR Firenze, Comitato dei Partner di Palazzo Strozzi, Intesa Sanpaolo.
Per maggiori informazioni:
www.palazzostrozzi.org