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giovedì 21 novembre 2024

Il "Rigoletto" di Verdi con Riccardo Frizza sul podio del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino

19-10-2021
Martedì 19 ottobre 2021, alle ore 20.00, il maestro Riccardo Frizza sarà sul podio del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino (piazza Gui) per la prima recita di "Rigoletto" di Giuseppe Verdi, con la regia di Davide Livermore. Questa edizione di Rigoletto è stata messa in scena, a porte chiuse, lo scorso 23 febbraio 2021 per la registrazione video disponibile ancora sulla piattaforma digitale ItsArt. Per il maestro Riccardo Frizza, dopo la direzione di febbraio, queste recite segnano il suo ritorno sul podio del Teatro davanti al pubblico fiorentino dopo 10 anni dall’ultima volta, quando diresse il Don Pasquale di Gaetano Donizetti nel gennaio 2011. Dopo il recentissimo successo di La traviata, Davide Livermore sigla dunque anche la seconda regia delle tre opere della “Trilogia popolare”. A queste due, per concludere il trittico verdiano, sempre con la regia affidata a Livermore, si affiancherà anche Il trovatore, previsto nella stagione 2022/23. Il Coro del Maggio è diretto da Lorenzo Fratini. Altri due gli spettacoli previsti: venerdì 22 ottobre, sempre alle ore 20.00 e domenica 24 ottobre 2021 alle ore 15.30.

Rigoletto vedrà in scena un cast di grande prestigio riunito dal casting manager del Maggio Toni Gradsack: nel ruolo del protagonista Rigoletto il baritono Amartuvshin Enkhbat, di ritorno al Maggio dopo le recite de La Forza del Destino di Giuseppe Verdi, programmate nell’ambito dell’83° Festival del Maggio Musicale Fiorentino con la direzione di Zubin Mehta e la regia di Carlus Padrissa. Il baritono, oramai una voce verdiana acclarata e acclamata, ha interpretato spesso Rigoletto sin dal suo debutto in Italia al San Carlo di Napoli e poi all’Arena di Verona, al Carlo Felice di Genova, a Parma, Palermo, al Verdi di Salerno, al Regio di Torino, Treviso, Macerata. “E’ un ruolo importante e difficile ma che canto senza sforzi e che vorrei cantare sempre” dice Amartuvshin Enkhbat che con Piero Pretti (i due sono stati fino al 15 ottobre impegnati insieme a Parma in “Un ballo in maschera”) e Nadine Sierra riprenderà il ruolo anche al Teatro alla Scala nel giugno del 2022. Il ruolo della figlia del protagonista, Gilda, sarà invece interpretato dal soprano Mariangela Sicilia. Dopo il concerto diretto da Michele Mariotti dedicato alle vittime del Bataclan di Parigi nel 2014, è al suo debutto operistico sul palcoscenico del Maggio. Vincitrice del premio Operalia è presente stabilmente nei cartelloni dei più importanti teatri internazionali. Il tenore Piero Pretti, che torna al Teatro del Maggio dopo Il Trovatore andato in scena nel settembre del 2018, diretto da Fabio Luisi, sarà impegnato nel ruolo del Duca di Mantova. Nel repertorio di Pretti il ruolo sostenuto nei teatri di tutto il mondo, compare molto frequentemente tanto che può essere considerato un suo cavallo di battaglia. Ai tre ruoli principali si affiancheranno il basso Alessio Cacciamani (Sparafucile) ascoltato al Maggio già in Otello e Nabucco e il mezzosoprano Caterina Piva formatasi all’Accademia della Scala che interpreterà Maddalena appena dopo aver sostenuto il ruolo di Flora nella recentissima Traviata diretta da Zubin Mehta. Precedentemente il pubblico fiorentino ha imparato a conoscerla in Siberia (Nikona) di Giordano, e prima ancora in Nabucco (Fenena) e Otello (Emilia). Gli altri personaggi saranno interpretati dagli artisti formatisi all’Accademia del Maggio: Valentina Corò, Roman Lyulkin, Francesco Samuele Venuti, Antonio Garés, Davide Piva, Marilena Ruta, Amin Ahangaran e Caterina Meldolesi. Le scene sono di Giò Forma, Gianluca Falaschi firma i costumi mentre le luci e il comparto video sono curati rispettivamente da Antonio Castro e D-wok.

Secondo il maestro Riccardo FrizzaL’opera è una fra le più importanti, non solo del repertorio verdiano, ma del melodramma italiano ottocentesco in generale. Verdi finalmente abbandona quelli che sono i temi politici delle opere precedenti per avvicinarsi a qualcosa di più popolare, molto più vicino al sentire della gente e del pubblico; un dramma famigliare, il rapporto fra padre e figlia e fra la figura del potente e quelle che sono le persone più umili e sfruttate: per questo motivo Verdi con Rigoletto lascia una traccia fondamentale, come farà successivamente con Traviata”.

Parlando del nuovo allestimento, mai visto ancora dal pubblico in sala mentre è disponibile in video sulla piattaforma ItsArt, secondo il regista Davide Livermore il tema della maledizione è il cuore dello spettacolo: “Giuseppe Verdi avrebbe voluto chiamare quest’opera La Maledizione: sono raccontati in maniera straordinaria i due tempi in cui una maledizione si compone; il momento in cui viene lanciata e il momento in cui poi essa si avvera. Così avviene anche in Rigoletto: il tema della maledizione lo sentiamo per la prima volta nel preludio dell’opera per poi sentirlo nel finale, devastante, che infine la vedrà compiersi. Questo è senza dubbio uno dei momenti che più mette in relazione Verdi con Victor Hugo, l’autore di Le roi s’amuse, qui raccontato meravigliosamente in musica anche da Francesco Maria Piave, che offre come sempre una straordinaria traduzione che si adatta perfettamente alla poetica verdiana”.

Per maggiori informazioni: www.maggiofiorentino.com