Dal 26 al 31 dicembre 2021 al
Teatro di Rifredi a Firenze (via Vittorio Emanuele II, 303) sarà in scena lo spettacolo
"La Meccanica dell'Amore" di Alessandro Riccio con Alessandro Riccio e Gaia Nanni.
Un duetto pieno di piccole sfumature e naturalmente gag a non finire. Uno spettacolo intenso dove due mondi diversi e lontanissimi si incontrano e si scontrano: la testardaggine dell'anzianità e la mancanza di elasticità di un robot. La vecchiaia è il tema portante de “La meccanica dell’amore”, articolato in tre profonde questioni: l’accumulo degli oggetti che non usiamo più, gli anziani da rottamare, le badanti ad accompagnarci nel fine vita. Orlando è un anziano scorbutico e spettinato, burbero e antipatico per timore dell’altro, che per (auto)emarginazione di fronte ai tempi che cambiano vorticosamente, trova la salvezza nell’unica estrema difesa possibile: barricarsi in casa attorniato dalle cose di una vita, dove tutto ha un’anima, un respiro, un ricordo, anche se offuscato e ormai annebbiato. L’accumulo combatte la paura di morire, l’ammassare ci rende meno soli, più utili, con un posto nel mondo, padroni di qualcosa di cui possiamo disporre.
Questo Orlando, sempre furioso, deve essere aiutato a fare piazza pulita dei suoi ricordi, delle sue innumerevoli scatole di ciarpame e cose vecchie ed ormai inutili, altrimenti è già pronto per lui un posto alla Casa di Riposo. Al posto di una badante arriva in soccorso un robot, e qui comincia lo spettacolo nello spettacolo. Nella cornice degli infiniti oggetti accumulati, come se si fosse dentro il reality “Sepolti in casa”, la domestica di latta (una Gaia Nanni che ironizza su gestualità, mimica scattosa e linguaggio stoppato e metallico, appunto) ingaggia un duello generazionale, dialettico e sintattico con l’attempato ma arzillo signore spigoloso. Un piccolo spaccato in cui si cela un dramma immenso – l'abbandono e il tempo che passa – e nel quale si alternano delicatezza e comicità, risate e commozione, fino a un finale del tutto inatteso.
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Mi sono ispirato al film di Alberto Sordi ‘Io e Caterina’ degli anni ’80 – spiega
Riccio –
lo spettacolo non è solo comico ma racconta anche le costrizioni che la società impone sui nostri modi di vivere. La donna robot, programmata per fare le pulizie, vive inconsapevolmente una privazione di libertà; facendo da specchio alla vita di Orlando gli permetterà di riscattarsi in un finale che lascerà tutti stupiti”. “Riccio ha scritto un testo diverso dai suoi spettacoli comici, dove emerge in maniera forte il lato sentimentale. Anche se lavorare alla caratterizzazione così forte di un personaggio è una bella sfida per me, resta il fatto che una delle cose più difficili – scherza la Nanni – sarà non ridere al fianco di Alessandro”.
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Quest'anno per questioni di sicurezza non sarà possibile brindare insieme – spiega il
direttore artistico del teatro Giancarlo Mordini –
ma vi auguriamo una lieta fine dell'anno con uno spettacolo intramontabile… senza spumante ma in allegria!”
L'attività del Centro di Produzione Pupi e Fresedde - Teatro di Rifredi è realizzata con il contributo del Ministero della Cultura, Regione Toscana e Comune di Firenze, con il sostegno di Fondazione CR Firenze e Unicoop Firenze e con la collaborazione di Libreria Florida e Hotel Raffaello.
Misure anti-Covid 19Le poltrone in sala saranno disposte in modo tale da garantire il distanziamento. Per l'accesso in teatro verranno applicate le seguenti procedure: mascherina obbligatoria; green pass; misurazione febbre; igienizzazione mani; solo posto assegnato.
Per ulteriori informazioni e orari:
www.toscanateatro.it