La Fototeca del Kunsthistorisches Institut in Florenz - Max-Planck-Institut propone una nuova mostra online dedicata al fotografo e storico dell'arte Ralph Lieberman. Le fotografie, per la maggior parte provenienti dalla collezione della Fototeca, documentano edifici e sculture, mostrano vedute di città, ma ritraggono anche nature morte dello stesso Lieberman. Nelle sue opere il fotografo continua a interrogarsi sulla presunta oggettività del medium fotografico – una riflessione che si trasferisce anche nel suo stile personale.
Attraverso una selezione di fotografie che hanno per soggetto architetture e sculture, vedute di città e nature morte, la mostra
ART HISTORY WITH A CAMERA offre una panoramica della produzione del fotografo e storico dell'arte statunitense Ralph Lieberman.
I suoi meticolosi scatti dedicati a opere d'arte e d'architettura in Europa e in Nord America sono caratterizzati da un approccio molto personale che prende volutamente le distanze da uno stile distaccato e meramente documentario. È qui che lo sguardo sapiente dello storico dell'arte si combina con la maestria artigianale del fotografo. E al contempo nel suo atto di fotografare c’è la consapevolezza di quanto il medium della fotografia possa non essere oggettivo.
Ogni fotografia manipola in effetti la visione di chi posa il proprio sguardo sull’opera già attraverso la scelta dell’inquadratura, la prospettiva che si è assunta nonché come la si illumina. Una fotografia può mostrare molte cose e allo stesso modo molte ne può nascondere.Negli scatti d’architettura di Lieberman, accanto a soggetti come chiese, palazzi o giardini si trovano anche numerose fotografie di dettagli, che rivelano il particolare interesse derivante dai suoi studi di storia dell’architettura. Gira attorno agli oggetti della sua indagine con la fotocamera, procede passo passo minuziosamente lungo l’edificio come se volesse mettere a nudo dettagli delle architetture e decifrare così il linguaggio formale dei loro autori.
Lieberman è continuamente alla ricerca di nuovi approcci visuali alle singole opere. Per questo motivo le sue fotografie oscillano sempre tra la pretesa di fornire a chi le osserva un valore aggiunto in termini di pura informazione e lo scopo di riprodurre fotograficamente l’esperienza visiva dell’opera nel momento in cui la si coglie con lo sguardo. Nelle sue vedute di città Lieberman combina spesso composizione formale e vita vissuta in un ambiente urbano. Dettagli poco appariscenti come uno stendibiancheria o una bicicletta alludono alla presenza degli abitanti di una determinata epoca e a piccoli episodi della loro vita quotidiana: le fotografie raccontano storie urbane. Il fotografo riflette in modo critico sulla fotografia delle sculture, in cui i limiti del medium fotografico diventano particolarmente evidenti: «Ogni fotografia di una scultura si basa su un compromesso» - è impossibile infatti documentare interamente l'oggetto tridimensionale in un solo scatto. Diverse serie fotografiche mostrano quanto la prospettiva e l'angolatura della luce possano cambiare l'effetto delle opere fotografate sugli osservatori.
L'importanza della fotografia per una disciplina come la storia dell'arte è indubbia. Le fotografie non solo forniscono agli storici dell'arte materiale di lavoro, ma hanno anche contribuito in modo decisivo allo sviluppo di strumenti metodologici e al consolidamento di canoni. Ogni fotografia è già di per sé un'interpretazione dell'opera che in essa è ritratta.
In collezioni fotografiche come quella della Fototeca del Kunsthistorisches Institut in Florenz – Max-Planck-Institut, studiose e studiosi possono trovare non di rado più immagini di una stessa opera scattate da fotografi diversi. Anche questa ricchezza attribuisce rilevanza a tali collezioni. Lieberman non ha mai smesso di interrogarsi sulle possibilità, ma anche sui limiti della fotografia per la storia dell'arte; le sue riflessioni emergono nella sua attività didattica e in molte delle sue pubblicazioni. Fotografare nel contesto della sua attività accademica gli ha fatto capire come le fotografie nei testi di storia dell'arte siano tutt'altro che passive illustrazioni, esse sono piuttosto parte attiva e integrante di un'argomentazione e rivestono un importante ruolo retorico.
Lo storico dell'arte e fotografo
Ralph Lieberman ha studiato con Wolfgang Lotz e Richard Krautheimer all'Institute of Fine Arts della New York University, dove ha anche conseguito il dottorato. In quel periodo ha iniziato a fotografare e dai primi anni '80 lavora a tempo pieno come fotografo. Da allora le sue fotografie sono apparse in numerosi libri di architettura, scultura, pittura e arte dei giardini.Lieberman ha insegnato tra gli altri al Williams College, alla Rhode Island School of Design, all'Amherst College e alla Graduate School of Design della Harvard University. Si è ormai ritirato dall'insegnamento, ma continua a fare ricerca ed è ancora attivo come fotografo. Negli ultimi 40 anni ha messo i propri scatti a disposizione delle più importanti collezioni di storia dell'arte negli Stati Uniti e in Italia, tra cui anche il Kunsthistorisches Institut in Florenz.La Fototeca possiede oltre 2000 stampe fotografiche di Lieberman che ritraggono in prevalenza edifici e opere d’arte dell’Italia settentrionale e centrale. Per gentile concessione dell'Institute of Fine Arts dell'Università di Harvard, che alcuni anni fa ha acquisito parti dell'archivio di negativi analogici di Lieberman, i negativi sono stati digitalizzati e sono ora a disposizione online attraverso la Fototeca Digitale.
Per maggiori informazioni:
www.khi.fi.it