Dal 10 febbraio al 2 aprile 2022, il
MAD - Murate Art District ospiterà la settima edizione del
BHMF - Black History Month Florence contraddistinta dal titolo tematico "
Fuga":
una meditazione sulla fugacità del concetto di Blackness (Moten, Harney 2013) e sulla instabilità che permea realtà geo-culturali sfumando i confini tra locale e transnazionale. È anche una riflessione sulla diffidenza che persiste nel contesto italiano riguardo ai popoli e alle culture d’origine africana, che spinge molti alla fuga.
Un programma ricco di appuntamenti, che prevede tre mostre, conferenze e Murate ArtLab, in collaborazione con Black History Month Florence.
All'inaugurazione della VII edizione, che si svolgerà giovedì 10 febbraio 2022 a partire dalle ore 17.30, prenderanno parte Justin Randolph Thompson, co-fondatore e direttore di Black History Month Florence, l'artista Nidhal Chamekh e la ricercatrice Jessica Sartiani. Nell'occasione verrà presentato il
nuovo progetto audiovisivo di DeForrest Brown, Jr. e James Hoff HOBO UFO V. (THE NEW WORLD), che esamina la tumultuosa storia geografica della razza in America.
Prenotazione consigliata:
info.mad@musefirenze.it - 055/2476873
Il programma della prima settimana del
Black History Fuori Mura, che introduce le
tre mostre co-prodotte con Black History Month Florence, prevede un
talk giovedì 3 febbraio 2022 alle 17.30 e un
Murate ArtLab sabato 5 febbraio 2022 alle 16.30.
Il talk, condotto da Jessica Sartiani con Vava Angwenyi dal titolo Coffee - A colonial history, nasce della ricerca di Sartiani nell'ambito di Black Archive Alliance. La conversazione vuole indagare il contesto, la storia e le realtà contemporanee legate alla produzione del caffè in dialogo con il colonialismo occidentale.
Invece durante il
Murate ArtLab con Binta Diaw, l'artista guiderà i partecipanti in un'esplorazione del corpo come paesaggio, lavorando con la fotografia e le tecniche di disegno combinate per creare immagini singolari che riflettano le dimensioni esterne e interne del nostro essere. Laboratorio gratuito con prenotazione.
MostreLa mostra personale "Hazel" di Kevin Jerome Everson nella Sala Anna Banti del MAD Murate Art District nasce da ricordi mal rammentati o mal interpretati in relazione all'iconica canzone Maggot Brain dei Parliament Funkadelic. L’opera attinge alla memoria dell'artista riguardo a quanto ha ispirato il memorabile assolo di chitarra della canzone che dà il titolo all’album: il ricordo distorto, una finzione progettata per ispirare un'esecuzione appassionata. L'attualità della storia della traccia e gli scambi tra il leader della band, George Clinton, e il chitarrista Eddie Hazel diventano percezioni, intuizioni e immaginazioni alternative, in quest’opera dedicata proprio al chitarrista del gruppo. La dimensione sonora funziona come un elemento familiare ma dissonante, ricordata ma ossessionatamente distante.
La mostra "Come sa di sale lo pane altrui" riunisce due serie di opere di Nidhal Chamekh nella Sala Laura Orvieto del MAD Murate Art District che mettono in discussione la nozione dell'archivio come testimone, come spettatore. Le opere a tecnica mista inondano l'abisso di storiografie evacuate, che solo apparentemente fanno fatica a mantenere un'accuratezza puntuale, a mettere in discussione l'ambiguità dell'obiettivo empirico dell'anatomia zoologica, la classificazione delle foto segnaletiche, la precisione dei disegni meccanici con gli indizi personali che le tengono insieme. L'infanzia di Chamekh nei quartieri popolari di Tunisi e la persecuzione della sua famiglia militante hanno un profondo impatto sulla sua arte, situata tra dimensione biografica e politica, mentre disegna ricordi trasformati in testimonianze, investigando la cosituzione della nostra identità contemporanea in relazione a eventi storici ed archivi.
Il lavoro di ricerca del "Black Archive Alliance vol. IV" nelle Celle al I piano del Murate Art District è frutto di una residenza della ricercatrice Jessica Sartiani a MAD iniziata nel dicembre 2021. I documenti di Roberto Bianchi sullo sciopero della fame del 1990, di Mestre Boca Nua sui primi contatti tra fiorentini e capoeira, e frammenti dell'archivio digitale di Jordan Anderson sul Black Queerness in Italia sono messi in connessione con le ricerche di Jessica Sartiani sulla storia coloniale legata in particolar modo con la produzione e il consumo di caffè.
Per maggiori informazioni:
www.murateartdistrict.it