Martedì 1 marzo 2022, alle ore 20.00, il nuovo
auditorium Zubin Mehta del
Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, in piazza Vittorio Gui, ospita la
prima recita dell'
opera di Piero Mascagni "L'amico Fritz", su libretto di Nicola Daspuro, Guido Menasci e Giovanni Targioni-Tozzetti per l’editore Sonzogno.
Altre quattro le recite previste in cartellone: il 3 e il 9 marzo alle ore 20, il 6 marzo alle ore 15.30 e il 12 marzo alle ore 18.
Alla guida del Coro e dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino il maestro Riccardo Frizza, la regia è di Rosetta Cucchi.
Al loro fianco una compagnia di canto di grande interesse: Charles Castronovo, al suo debutto al Maggio, è Fritz Kobus,
Salome Jicia è Suzel,
Teresa Iervolino interpreta Beppe lo zingaro, mentre il ruolo di Davide il rabbino è interpretato da
Massimo Cavalletti. Con loro
Dave Monaco, Francesco Samuele Venuti e Caterina Meldolesi. In questo nuovo allestimento
scene e costumi sono curati da Gary McCann, le luci da Daniele Naldi.
Il maestro del Coro è Lorenzo Fratini.
La commedia lirica in tre atti che
al Maggio verrà rappresentata senza intervalli e della durata complessiva di circa un’ora e mezza, è stata messa in scena, per le stagioni del Maggio, solo in due occasioni precedenti, la prima nel 1939, e torna a Firenze dopo ottantun’anni dall’ultima rappresentazione: era infatti il maggio del 1941 quando L’amico Fritz è andato in scena per l’ultima volta, diretto dallo stesso Pietro Mascagni con la regia di Celestino Celestini.
Dopo il successo di Cavalleria rusticana, Pietro Mascagni già pensa a nuovi soggetti da mettere in musica. L’iniziale progetto de I Rantzau, ispirato a un romanzo di Emile Erckmann e Alexandre Chatrian, viene momentaneamente accantonato per L’amico Fritz, una commedia sentimentale dei medesimi autori caldeggiata dall’editore Sonzogno che già ne aveva ordinato la riduzione librettistica ad Angelo Zanardini. Ma il libretto approntato da Zanardini non piace al compositore e così si rende necessario l’intervento del letterato Angelo Daspuro prima, e dei fidati Guido Menasci e Giovanni Targioni-Tozzetti poi.
Mascagni inizia a lavorare all’opera nell’inverno del 1891 completandola in tempo per il debutto al Teatro Costanzi di Roma il 31 ottobre dello stesso anno. Il successo della prima rappresentazione tuttavia non salva L’amico Fritz da un destino accidentato fatto di pareri e giudizi contrastanti. Primo fra tutti quello di Giuseppe Verdi, che biasimò le troppe dissonanze e i continui cambiamenti di tempo in partitura e stroncò il libretto. In verità Mascagni aveva deliberatamente scelto il soggetto dell’Amico Fritz, dove l’azione è pressoché inconsistente, proprio per far risaltare la sua musica. Una musica fresca, dai toni affettuosi e adatta ai buoni di cuore - come la definì lo stesso autore - che tratteggia con mano leggera il piccolo idillio amoroso di Fritz Kobus, scapolo impenitente del paese, e dell’incantevole Suzel, figlia del suo fattore che lo farà innamorare.
Per ulteriori informazioni:
www.maggiofiorentino.com