Il bookcrossing arriva anche nel Quartiere 4 di Firenze con una nuova casetta per lo scambio gratuito dei libri al giardino del Bindolo in via Neri di Bicci, nel rione di Ponte a Greve. L'hanno costruita cittadini a cui è stato sospeso un procedimento penale con messa alla prova.
Il progetto "
Biblioteca di Comunità" che unisce quindi promozione della lettura, decoro e giustizia riparativa, è realizzato da
Apab in partenariato con
Aleteia, con il contributo della
Fondazione CR Firenze e la collaborazione di
Uiepe e
Comune di Firenze. Rientra nell'ambito del progetto
MeF - Mediazione, Attività Riparativa e Formazione - che si propone di aumentare l’efficacia della giustizia alternativa, attraverso l’attivazione di percorsi riparativi e di responsabilizzazione della persona mediante una metodologia integrata di mediazione, riparazione e formazione di soggetti in messa alla prova o esecuzione pena.
L'inaugurazione con la vicesindaca
Alessia Bettini, l'assessora al Welfare
Sara Funaro,
Mirko Dormentoni, presidente del Quartiere 4,
Salvatore Nasca, Uiepe Regione Toscana,
Simone Stefani, Aleteia,
Gaia Citriniti Apab,
Edoardo Ristori, Fondazione CR Firenze. Presente anche l’ambasciatrice del progetto nazionale Costruiamo Gentilezza
Anna Maria Palma, che ha portato alcuni dei suoi libri. Hanno partecipato anche rappresentanti dell’associazione
Il Ponte e del
Comitato Genitori Piero della Francesca che si prenderanno cura della casetta dei libri, anche implementandola. Ha collaborato anche la
BiblioteCaNova Isolotto che ha portato alcuni volumi per inaugurarla.
Dopo la prima 'casetta' al Giardino di Campo di Marte - Quartiere 2 - inaugurata il 19 dicembre 2019 - la seconda al Parco dell’Anconella – Quartiere 3 - inaugurata il 24 giugno 2020, la terza al giardino del Lippi nel quartiere 5 - inaugurata l'8 gennaio 2021 – quella odierna è la quarta tappa di questa iniziativa. Su ogni struttura è installata una targa con una frase evocativa dell'atto di restituzione alla comunità: “
Non aver paura di voltare pagina perché c’è sempre un libro nuovo che ti aspetta” (Rudy Zerbi).
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Va avanti questo bel progetto di messa alla prova di cittadini che hanno commesso un reato che rappresenta al meglio come anche dall'arredo urbano si possano propagare messaggi positivi per la comunità. - affermano la
vicesindaca Bettini e l’assessore a Welfare Funaro -
Una panchina, una piccola teca, ci dicono che quello in cui sono ubicate può essere un luogo per leggere, per riportare cultura e socialità. Sono complementi di arredo urbano dal grande valore culturale e sociale perché sono realizzate grazie all’impegno e alle capacità di persone in messa alla prova come rieducazione. Ringraziamo ancora una volta tutti coloro che hanno permesso quest'iniziativa che è andata ad arricchire, con oggi, quattro spazi della città nei diversi quartieri, è il risultato di una bella collaborazione tra varie realtà, che dimostra ancora una volta come facendo squadra si ottengano piccoli grandi risultati per la comunità".
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Siamo felici – spiega il
presidente del Quartiere 4 Mirko Dormentoni –
di fare partire questo piccolo ma significativo progetto un in un rione, quello di Ponte a Greve, dove la comunità è vivace e sicuramente saprà accogliere ed utilizzare al meglio questa nuova opportunità per promuovere cultura e socialità. Ringrazio le associazioni che subito si sono dichiarate disponibili a monitorare, ed alimentare, questa nuovo luogo della comunità locale”.
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La casetta – ha detto la
vicedirettrice APAB Gaia Citriniti -
è stata realizzata da alcuni utenti in messa alla prova, in carica all’Uiepe e da alcuni giovani in messa alla prova del progetto START realizzato da APAB in collaborazione con l''USSM di Firenze. Abbiamo fatto un bilancio delle competenze, in questo caso, la competenza di falegnameria è stata essenziale. I cittadini potranno prendere un libro e in cambio donarne uno proprio. Un’attività che abbiamo chiamato ‘Biblioteca di Comunità’".
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Il Progetto Mef - aggiunge
Simone Stefani, presidente di Aleteia –
dà la possibilità di restituire alla comunità tramite le proprie competenze, un qualcosa che diventa prezioso per tutti. Vengono analizzate le competenze e le esigenze del percorso riparativo che deve fare la persona e le esigenze dell’ente locale o dell’associazione del territorio per fare un matching tra queste due esigenze e realizzare qualcosa di davvero utile per la comunità”.
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Noi - ha fatto sapere
Salvatore Nasca, direttore Uiepe -
seguiamo tante persone, in numero crescente, a cui viene sospeso il procedimento penale, per la messa alla prova, di cui fa parte il lavoro di pubblica utilità. È un passo molto avanti anche nella visione di una giustizia più riparativa che punitiva”.
Fonte:
www.comune.fi.it (Ufficio Stampa)