"Signore e signori, è con i lucciconi agli occhi che vi presento La Nuova Pippolese! Orchestrina a plettro diretta dal Maestro Francesco Frank Cusumano, qui pronta a rinnovare la storia, la cultura, i sogni e la poesia, la tradizione e anche la magia, di questa nostra cittadina, pettegola e carina, in dove siamo nati all'ombra del cupolone e cresciuti fra grilli e rificolone!".
Si apre con la voce recitante di Gaia Nanni “
Canzoni per Grilli e Rificolone”, il primo disco de
La Nuova Pippolese: l'"Orchestrina a plettro", nata nel 1904 e ricostituita dall'associazione
La Scena Muta per far rivivere la spensieratezza dei canti della tradizione fiorentina del Novecento.
L'album è composto da un'accurata selezione di brani: degli oltre 30 suonati abitualmente dall'orchestra ne sono stati scelti 14, prediligendo le canzoni d'autore a discapito di quelle di origine popolare, a voler in qualche modo rimarcare la provenienza storica delle vecchie formazioni della Pippolese, che animavano le feste e gli eventi della città di Firenze.
La musica di sottofondo che accompagna il primo brano è quella de “La torre di Arnolfo”, un piccolo valzer ballabile dedicato alla torre di Palazzo Vecchio, composta nei primi del '900 da Alfredo Manni (figlio dell'editore musicale Manno Manni). Il recitativo – che insieme alla musica va a dar vita alla traccia d'apertura
“Arnolfo e la Pippolese” - invece è stato scritto per l'occasione dalla cantautrice e performer Letizia Fuochi, e viene spesso usato dall'Orchestrina per aprire i suoi concerti.
Già, perché adesso la La Nuova Pippolese è pronta a ripartire.
L'Orchestrina diretta dal M° Francesco Frank Cusumano presenterà infatti il suo primo disco sabato 26 marzo 2022 al Circolo Rondinella del Torrino di Firenze alle ore 19.30, un appuntamento al quale, si auspica, ne seguiranno molti altri.
Con il
crowdfunding - che ha visto oltre il sostegno di oltre 100 donatori e il raddoppio dei fondi raccolti da parte della
Fondazione CR Firenze e della
Fondazione Il Cuore si scioglie - sarà sostenuta anche l'organizzazione di eventi e laboratori nelle case di cura. Con i proventi della vendita del disco invece, saranno realizzati progetti simili rivolti a persone con fragilità.
Un progetto quindi: realizzato all’interno dell’iniziativa Firenze Crowd, percorso di accompagnamento al crowdfunding sostenuto dalle due sopracitate Fondazioni, in collaborazione con la cooperativa
Feel Crowd e la piattaforma di crowdfunding
Eppela.
Scorrendo la tracklist di “Canzoni per Grilli e Rificolone” impossibile non notare
“Porta un bacione a Firenze”, Il manifesto della canzone fiorentina nel mondo, che in questa versione ospita le voci soliste di Irene Grandi e Alessandro Benvenuti. Scritta dal nostro Odoardo Spadaro al ritorno da una tournée in America (che toccò tra gli altri Paesi Argentina, Cuba e Stati Uniti), ispirato dai numerosi incontri con i connazionali emigrati all'estero, in particolare da una ragazza fiorentina che lo fermò dopo uno spettacolo a Montevideo, in Uruguay.
Al terzo posto troviamo
“Mattinata Fiorentina”, uno dei classici più amati della canzone fiorentina è in realtà scritto dal compositore milanese Giovanni D'Anzi (1906-1974 – autore tra l'altro della bandiera musicale di Milano “O mia bèla Madunina”) e dal paroliere napoletano Michele Galdieri (1902-1965). La prima incisione del brano sarà affidata al cantante Alberto Rabagliati (1906-1974), che la porterà al successo nazionale per poi essere interpretata da Claudio Villa, Narciso Parigi e tanti altri nostri interpreti. Una curiosità: nella prima versione di Rabagliati il verso “Quante forcine si troveranno sui prati in fior” fu censurata e sostituita da “Quanti ricordi vi desteranno i prati in fior”. La traccia è cantata da Lucia Latela e Michele Mastrosimone (voci soliste) e vede la collaborazione di Saverio Lanza (chitarra slide).
Si procede poi con
“Sulla carrozzella”, in cui i piemontesi Gino Filippini (1900-1962), compositore, e Riccardo Morbelli (1907-1966), paroliere, scrivono quello che sarà uno dei più grandi successi di odoardo spadaro, l'unico a non essere scritto di suo pugno. In questo caso la voce solista nel disco è di David Bargiacchi, il recitato dello stesso Bargiacchi e Francesco Casini. C'è poi un intermezzo di Gerry Bruno dei Brutos che presenta il brano successivo, ossia
“Gigia”.
In pochi sapranno che nel 1965 Narciso Parigi scrisse insieme a Gianfranco D'Onofrio e Silvano Nelli (i due valenti e prolifici autori di molte delle canzoni fiorentine nonché della compianta trasmissione “Il Grillo Canterino”) quello che oggi chiameremmo uno “spin-off” di “Sulla carrozzella”, ovvero la storia parallela della cavalla che trainava il fiacchere del suddetto brano, il cui nome era appunto “Gigia”. Il brano uscì nel 1965 come 45 giri “Gigia” / “Due pistole”. La voce solista di Gigia è di Luca Bracco, mentre il clarinetto è David Bargiacchi.
Con la traccia numero sette arriviamo al primo vero grande successo di Odoardo Spadaro:
“Firenze”. Lo scrisse nel 1929 durante la sua lunga esperienza parigina, e fu presentato per la prima volta nel 1930 nel locale fiorentino “Follie Estive” (nei pressi dei Pratoni della Zecca). Da allora si è sempre prestato, a seconda di chi negli anni l'ha interpretato, ad aggiunte o a modifiche delle strofe, in particolare dell'ultima. Anche Spadaro stesso incise diverse versioni con diversi finali. Non è da meno la Pippolese, che propone anch'essa la sua 4° strofa “personalizzata”. In questo caso la voce solista è di Guido Menestrina, mentre al contrabbasso troviamo Cosimo Ravenni (Street Clerks).
Merita un paragrafo a sé l'estratto da
“L'acqua cheta”. Senza dubbio la commedia in vernacolo fiorentino più celebre, fu scritta dal grande Augusto Novelli (1867-1927) e debuttò al Teatro Alfieri nel gennaio 1908. Solo nel 1920 però esordì in versione operetta con le musiche dell'elbano Giuseppe Pietri (1886-1946) e le liriche di Angelo Nessi, le cui canzoni sono entrate nella tradizione. Nel disco viene proposto un medley delle più famose:
“Com'è bello guidare i cavalli”, con l'entrata in scena del capofamiglia, il fiaccheraio Ulisse, e il suo stalliere amante del vino Stinchi, seguita da
“La canzone della Rificolona”. Una curiosità: il ritornello di quest'ultima, eseguito in versione strumentale, era proprio la “sigla” della vecchia Pippolese, che con quella melodia si annunciava al suo arrivo alle feste e agli eventi cittadini, in particolare la festa della Rificolona in cui l'orchestrina chiudeva il solenne corteo che sfilava per le vie del centro.
Le voci soliste “Com'è bello guidare i cavalli” sono di Alberto “Vinicio Podere” Favilli (Ulisse) e Michele Mastrosimone (Stinchi), ne “La canzone della Rificolona” la voce solista invece è di Manuela Carmignani, mentre il coro maschile è di Andrea “Ance” Lovito.
“Ti dissi di vienire”, la traccia numero 10, è una melodia della tradizione presente in varie zone d'Italia, tanto celebre da essere citata anche da George Gershwin in una sua composizione. Nel disco è presente la versione toscana, con qualche inflessione vernacolare forse più pratese che fiorentina (degna di nota la versione di Susy Bellucci con l'attore Giovanni Nannini). Il brano viene comunque proposto perché è stato il primo ad essere suonato da La Nuova Pippolese, quindi simbolicamente rappresenta la sua nascita. Un'intensa ricerca ha permesso di reperire le strofe dalle varie versioni esistenti, fino ad ottenere la versione del testo completa e definitiva. In questo caso le voci soliste sono di Cristina Banchi e Luca Bracco.
Con
“Firenze sogna” arriviamo a quella che forse è la canzone più bella che sia mai stata scritta su Firenze, eseguita nel tempo dalle più grandi voci italiane, da Claudio Villa a Luciano Pavarotti. Scritta dal compositore e direttore d'orchestra Cesare Cesarini (1905-1973), nato a Passignano sul Trasimeno ma vissuto e morto nella nostra città, alla quale dedicò una miriade di altre bellissime canzoni, come la struggente “Non canta più Firenze” scritta durante la guerra, o la divertente “Il campanile di Giotto” con evidenti doppi sensi. Nella registrazione del brano la voce solista è di Francesca Macconi, mentre il contrabbasso è di Cosimo Ravenni (Street Clerks).
“FI PI LI” è invece la prima canzone autografa de La Nuova Pippolese, dedicata alla “Superstrada Firenze-Pisa-Livorno”. Presentata con malcelato orgoglio dall'Orchestrina, nasce da un'idea del pippolese Fabio Corsini, è stata scritta dal pippolese David Bargiacchi e musicata dal M° Cusumano. La chitarra slide e i cori sono invece di Saverio Lanza.
Immancabile
“Il valzer della povera gente”, con cui Odoardo Spadaro ci regala uno dei più autentici spaccati di vita di una realtà contadina dei primi del secolo, appena fuori Firenze. Come in un quadro prendono vita davanti agli occhi scene rurali di povertà e semplicità, dove bastava poco per divertirsi e passare la serata in compagnia. Con questo brano, il cui testo cantato da Francesco Casini è qui riproposto nella sua prima versione originale, la Nuova Pippolese termina sempre i suoi concerti.
La tracklist del primo album de La Nuova Pippolese si chiude con una perla, e cioè
“Quando suona la Pippolese”. Una canzone che il M° Cesare Cesarini, l'autore di “Firenze sogna”, ha dedicato alla Pippolese, il cui spartito è introvabile, che mai nessuno prima d'ora aveva registrato e che in questa versione vede alle trombe e ai tromboni Charles Ferris.
C'è, infine, una piccola sorpresa: una traccia nascosta che vede la partecipazione del Conte Uguccione, il mitico personaggio televisivo inventato da Bebo Storti.
Il disco de La Nuova Pippolese è distribuito da
Materiali Sonori ed è disponibile in CD e su tutte le piattaforme digitali
https://orcd.co/pippolese