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giovedì 25 aprile 2024

"Trying to grow wings", la mostra di Ana Vujovic al MAD Murate Art District di Firenze

28-04-2022
È una comunità che lotta, che spiega le ali per volare nonostante un presente difficile quella raccontata nelle opere di Ana Vujovic per MAD Murate Art District. Inaugura il 28 aprileTrying to grow wings”, l’articolato progetto dell’artista serba curato da Renata Summo O’Connell, Artegiro, commissionato e prodotto da MAD Murate Art District. La mostra organizzata da MUS.E, che si sviluppa nei vari ambienti del complesso, dal portico esterno fino alle celle al primo piano, è il frutto di una lunga residenza negli spazi del centro di arte contemporanea, dove l’artista ha lavorato per oltre un mese ad un progetto interamente site-specific.

Partendo da una tradizione pre-slavica di tessitura, antica arte femminile, Ana Vujovic ha a lungo investigato il rapporto tra tradizione, storia, questione di genere da un lato, e sul ruolo dell’errore, del glitch dall’altro, come scrive la storica dell’arte Sladjana Petrović Varagić a proposito del suo lavoro. Un progetto di ricerca che, dalle tecniche tradizionali del suo paese d’origine approda oggi a Firenze, ibridando la pratica di quest’artista contemporanea con materie e simboli della lunga tradizione locale.

Attraverso il concetto di canone e del gesto di tessitura, già al centro della serie Kanonatra, l’artista si è calata nel contesto fiorentino scegliendo di utilizzare come materia prima sete e carte pregiate, grazie alla collaborazione di Antico Setificio Fiorentino e Rossi1931.

Il fil rouge che attraversa il corpus di opere create per la mostra è il simbolo dell'uccello, che l’artista ha individuato sia nel pattern del tessuto rinascimentale “Uccellini” sia in alcune carte tradizionali: lo ritroviamo in tutti gli ambienti, dall’esterno all'interno di MAD, quale simbolo di resilienza. La nostra città, fiera di una bellezza antica e presente, è fin dal primo sopralluogo fiorentino apparsa all’artista autentica e resistente grazie al senso profondo di Comunità, riscoperto da Ana Vujovic quale segno fondante il MAD, e potente strumento di reazione e rivivificazione estetica.

I versi della poetessa Etel Adnan citati nel titolo, "Non stiamo giocando un gioco di dolore, stiamo cercando di sviluppare le ali e volare" (trying to grow wings), definiscono l'invito dell’artista a liberarsi dalle complesse difficoltà del presente per andare oltre.

Come in tre capitoli, dall’audio esterno sotto il loggiato fino al culmine in sala Anna Banti, passando per le complesse installazioni nelle tre celle, l’artista utilizza la materia per costruire un complesso palinsesto di significati che scava, costruisce, moltiplica i livelli di senso e di lettura del lavoro.

Una mostra innovativa che unisce tecniche e materiali sperimentali a un saper fare antico e prezioso regalandoci una riflessione sull’oggi - ha sottolineato la vicesindaca Alessia Bettini - In questi anni anche complessi per il mondo dell’arte e della cultura gli spazi del MAD non hanno mai cessato di sperimentare e progettare; in particolare è molto significativo il lavoro che viene fatto sulle residenze artistiche che consentono di realizzare progetti all’avanguardia come questo”.

L’attesa generata nel loggiato attraverso anticipazioni sensoriali e visive - spiega Valentina Gensini, direttore artistico di MAD - diviene esplorazione nelle celle al primo piano dove le pareti, il soffitto e il pavimento acquisiscono una dimensione polimorfa e generativa: Vujovic ci proietta in ambienti che divorano, scavano, estroflettono molteplici strati di senso in una sollecitazione continua dello sguardo. L’esperienza culmina in sala Anna Banti, dove una sfolgorante seta pregiata tessuta a mano si mostra tesa in due versi opposti, brandello di compiutezza estetica, sospeso in una tensione perenne che ne svela l’ordito, la dimensione processuale e la complessità. L’estetizzazione del lacerto sembra dunque l’unica istanza possibile in un mondo in cui la tecnologia brutalizzante del mondo programmato esclude l’errore della sapienza collettiva femminile, in una ricerca estetica che alla perfezione compiuta predilige la poetica del frammento, da conquistare con coraggio oltre il velo di Maja”.

L'attualità del tentativo di leggere la storia - specifica la curatrice Renata Summo - nei termini di quella che Rancière chiama poetica della conoscenza, si fonda su una poetica creata da molte voci, documenti e gesti, dove è impossibile distinguere il contributo di una singola disciplina dall’oggetto del suo studio. Ana Vujovic in questo corpus di opere custodisce e sfida allo stesso tempo le storie incontrate nella sua ricerca a Firenze, in un processo di scoperta e di comprensione”.

La mostra è stata allestita e verrà valorizzata grazie alla collaborazione delle studentesse di Accademia di Belle Arti e alle studentesse del Dipartimento SAGAS, Università di Firenze. A loro e ai docenti professori Cristina Frulli, Gaia Bindi, Susanna Ragionieri e Paolo Parisi con il Direttore Claudio Rocca (ABA) e al prof. Giorgio Bacci (UNIFI) vanno i nostri sentiti ringraziamenti.

La mostra, con preview il 28 aprile alle 17.30 alla presenza dell’artista e della curatrice, è visitabile dal 29 aprile al 30 luglio, dal martedì al sabato, ore 14.30-19.30. Ultimo accesso mezzora prima della chiusura.

Le visite guidate alla mostra, gratuite su prenotazione, si terranno tutti i venerdì e i sabati di maggio, giugno e luglio alle ore 15-16, 16.30-17.30, 18-19. Gli altri giorni della settimana, dal martedì al giovedì, su prenotazione.

Laboratori per bambini, gratuiti su prenotazione, si terranno in orario 15.00-17.00 nei giorni 28 maggio, 11-18-25 giugno, 2 luglio

La mostra, organizzata da MUS.E in collaborazione con Artegiro, è realizzata con il contributo di Fondazione CR Firenze.

L'organizzazione ringrazia per la proficua e generosa collaborazione: Antico Setificio Fiorentino, storica azienda tessile che produce tessuti preziosi utilizzando telai manuali e semimeccanici del 1786; Rossi1931, storica azienda che da 3 generazioni produce carte pregiate decorative, grazie al design dell’artista Patrizia Margheri.

Ana Vujovic è un'artista serba con sede a Belgrado. Ha conseguito un master in pittura presso l'Accademia di Belle Arti dell'Università di Belgrado. La ricerca dell’artista affronta le nostre contraddizioni, come l’appropriazione e l’uso della tradizione e dell'estetica storicizzata nella società contemporanea, compresa quella della sua regione, trascendendo tuttavia interpretazioni binarie tra la cultura europea orientale e occidentale. Il suo stile unico, che abbraccia installazioni multimediali, le consente di occuparsi di ferite e eredità sia storiche che contemporanee in installazioni come Glitch, una delle serie di Kanonatra, allestita in un edificio governativo di Belgrado, che problematizza il valore simbolico dello sfruttamento del kilim. L’artista ha esposto le sue opere in mostre personali e collettive sia a livello nazionale che internazionale e ha partecipato a numerose residenze internazionali. È stata inoltre selezionata per la Biennale dei Balcani 2022 e i suoi lavori sono stati esposti al Sharjah Art Museum per l’Islamic Art Festival nel dicembre 2021.

Per maggiori informazioni: www.murateartdistrict.it