Sold out per "Confesso che ho penato" tratto dall’omonimo libro di Fausto Giunta in anteprima nazionale sabato 30 aprile 2022, alle ore 17.30, nella Sala Ketty La Rocca del MAD - Murate Art District. L’evento è curato e realizzato dalla
Compagnia Teatrale “Attori & Convenuti” di Firenze (formata da avvocati, magistrati, notai e professori della Facoltà di Giurisprudenza) in collaborazione con l’
Associazione Culturale “Arte e Arti”. Interpreti della pièce sono
Pierluigi Cinelli, Patrizia De Luca, Grazia Doni, Stefano Gomiero e Francesco Pappalardo. La colonna sonora è costituita da brani composti ed eseguiti con la fisarmonica dal professor
Franco Bonsignori, già docente di Filosofia del Diritto all’Università di Pisa e cofondatore della cattedra di Scienze della Pace. Le atmosfere circensi create da Franco Bonsignori costituiscono il preludio e gli intermezzi con cui i vari personaggi si presentano sulla scena. La regia, asciutta e carica della fanciullesca passione per il circo, è di
Gaetano Pacchi.
Lo spettacolo, formato da monologhi in cui altrettante categorie penalistiche e figure di reato (il dolo, la colpa, il tentativo, l’omissione, il furto, la truffa, la violenza e il capo di imputazione), antropomorfizzate, sono presentate, come fossero fenomeni da baraccone, animali in gabbia, da una specie di domatore-Mangiafuoco. Tenuti in cattività, nutriti di codici penali e riviste di giurisprudenza di cui sono voraci, questi esseri singolari vengono uno alla volta liberati per potersi raccontare e “confessare” pubblicamente. I fondamenti del diritto penale, sostanziale e processuale, sono trattati e proposti dal professor avvocato Fausto Giunta in modo tanto profondo, sotto il profilo dogmatico e culturale, quanto ricco di ironia e di sarcasmo, sotto quello letterario. In una vorticosa sarabanda, i personaggi si presentano sulla pista del “Gran Circo del Penale”, parlando in versi a rima baciata, con il ritmo tipico della metrica alessandrina. Ognuno con la sua personalità, ora testimone dei tempi che furono (come una ex diva del cinema muto) ora incarnazione del presente (camaleonte che ha mutato colore), si guarda allo specchio e si apre ad un soliloquio ricco, di volta in volta, di accenti di fierezza e toni di autocommiserazione. La danza è guidata dal Domatore (il Legislatore? La Corte di Cassazione?) che regola, trasforma e plasma, a seconda del momento, la vita di queste “creature” giuridiche. Tutto sembra essere un tragico giuoco, ma è, invece, una terribile verità che, inesorabile, si ritrova in ogni faldone (contenitore in cui sono raccolti gli atti di un processo) e in ogni sentenza.
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