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venerdì 29 marzo 2024

Presentazione "Non solo per amore" in memoria di Francesca Morvillo al Teatro del Maggio

17-06-2022
Il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, in occasione del trentesimo anniversario della strage di Capaci nel quale persero la vita il giudice Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e la scorta, ha deciso di ricordare la figura della magistrata uccisa dalla mafia a fianco del marito, con la presentazione del volume “Non solo per amore”, edito da Treccani in sua memoria.

All’incontro nel foyer di galleria della Sala Grande del Teatro del Maggio, venerdì 17 giugno 2022, alle ore 17.30, intervengono Margherita Cassano, presidente aggiunto della Corte di Cassazione e Valdo Spini, vice presidente del Consiglio d’Indirizzo del Maggio il quale porterà il saluto istituzionale. Partecipano come relatori, la storica Anna Scatigno, lo storico Raffaele Romanelli e il magistrato Marcello Bortolato, presidente del Tribunale di sorveglianza di Firenze.

Saranno presenti le curatrici Cetta Brancato, scrittrice, Giovanna Fiume e Paola Maggio, docenti universitarie e scrittrici. Coordina la giornalista Olga Mugnaini.

Durante la presentazione verrà eseguito il brano “Poiché io andai” tratto dalla composizione “Canto per Francesca” di Cetta Brancato su musica del compositore Marco Betta, attuale sovrintendente del Teatro Massimo di Palermo. Letture di Marina Mior, artista del Coro del Maggio, e al violoncello Simao Alcoforado-Barreira, primo violoncello dell’Orchestra del Maggio.


Chi era Francesca Morvillo?
L’immagine di Francesca Morvillo ha faticato a uscire dal cono d’ombra dove l’hanno posta l’indubbia grandezza della figura di suo marito Giovanni Falcone, la tragica abnegazione degli uomini della scorta e, infine, il peso politico della strage di Capaci del 23 maggio 1992. Il volume “Non solo per amore”, che viene presentato al Maggio, in profondo ossequio alla sua figura umana e professionale e nel recente ricordo del trentennale della strage, offre una ricostruzione corale di amici, colleghi e studiosi e vuole rendere giustizia alla sottovalutazione dell’unica magistrata vittima della violenza mafiosa, ricomponendone il profilo frammentato dai cento ricordi.

Questo lavoro a più voci, che ricostruisce fasi e momenti diversi della sua vita, offre una luce nuova e inedita su questa giurista, tra le prime donne magistrato siciliane, sulla sua cultura, sulla sua conoscenza profonda e raffinata del diritto e della procedura penale, ma anche sulla sua grande umanità e generosità, sulla sua gentile riservatezza, sulla forza della sua personalità che ne ha fatto un vero modello di giudice per le giovani e i giovani che si avviavano allora e che si avviano oggi alla professione di magistrato. Grazie alle parole di amici e colleghi il libro ripercorre la vita di Francesca Morvillo dagli anni della scuola e dell’università ai periodi più significativi in magistratura, nel ruolo amato di magistrato minorile e in quello di giudice presso la Corte di Appello di Palermo. Sino agli ultimi giorni che la videro impegnata come componente della commissione per gli esami da magistrato e alla tragedia di trent’anni fa. Ancora una volta accanto a Giovanni Falcone, l’uomo che tanto amava, riamata, e che con orgoglio ne apprezzava, tra le tante qualità, il grande valore professionale.

Per Francesca Morvillo, il ricordo di Valdo Spini, in occasione della presentazione del libro:
Siamo nel trentennale della strage di Capaci con l’assassinio di Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e degli uomini della scorta: Vito Schifani, Rocco Dicilio, Antonio Montinaro.
C’è stato un legame particolare tra Firenze e Giovanni Falcone. Il 30 aprile 1989 lo invitammo a parlare al Circolo Rosselli di Firenze . Eravamo nel pieno di quel periodo di incomprensioni nei suoi confronti che avevano portato il Consiglio Superiore della Magistratura a negargli la successione ad Antonino Caponnetto e a poche settimane dal fallito attentato dell’Addaura (21 giugno successivo) che, come sottolinea il libro che presentiamo, preoccupò non poco e giustamente sia il giudice Falcone che sua moglie Francesca Morvillo. La nostra iniziativa intendeva essere , e lo fu in effetti, un momento di solidarietà verso il magistrato siciliano, che personalmente avevo cominciato a conoscere agli inizi del 1987 nella mia veste di sottosegretario al Ministero dell’Interno.
Un ricordo particolare: dopo il convegno andammo a cena con Falcone mentre sopra di noi ronzava un elicottero e alla fine, l’avvocatessa Fernanda Contri, membro del Csm, pure lei intervenuta al Convegno dette al giudice un pacchettino di dolci. Questi, disse, sono per Francesca a parziale indennizzo per averle sottratto in quei giorni il marito. (al trenta aprile segue com’è noto il primo maggio).
Oggi con questa iniziativa nella sede del Teatro del Maggio stabiliamo un legame particolare con Francesca Morvillo e la sua memoria.
Giustamente l’importante libro che presentiamo vuole alzare il velo su quella che era stata per lungo tempo definita semplicemente “la moglie di Giovanni Falcone” e restituirci in tutte le sue dimensioni questa bella figura.
Francesca Morvillo è stata una delle prime donne a entrare in magistratura (e non fu un ingresso facile quello delle donne in questa funzione) con un suo percorso di rilievo sia nella giustizia minorile che come consigliere della Corte d’Appello di Palermo. Sposando Falcone, Francesca Morvillo conosceva bene i rischi a cui andava incontro e nonostante taluni inviti in tal senso, non si volle allontanare mai dal marito. In questo modo gli conferiva una particolare forza ma rischiava la vita. E così fu nella tremenda strage di Capaci: proprio pochi giorni fa, per alcuni personaggi di quella vicenda la Cassazione ha confermato quattro ergastoli ponendo fine al processo Capaci bis .
Firenze, che nel 1993 doveva conoscere l’attentato mafioso di via dei Georgofili, è stata sempre particolarmente sensibile e solidale nella lotta alla mafia.
Una lotta che non deve conoscere né soste né appannamenti, come dimostra il riemergere di illustri condannati in Sicilia oppure i recentissimi incendi di campi di grano ai danni di un imprenditore antiracket nel foggiano.
È un impegno – la lotta a tutte le mafie- che dobbiamo alla memoria di chi , come Francesca Morvillo, in questa battaglia ha dato la vita.