La Trattoria 4 Leoni in Piazza della Passera, storico locale nel cuore dell’Oltrarno fiorentino, rende omaggio alla sua più recente tradizione e la rinnova, nel segno di una speranzosa ripartenza. Lo fa presentando con entusiasmo al pubblico 4 artisti per 4 leoni, iniziativa con cui propone, a distanza di 27 anni dalle prime, quattro nuove icone raffiguranti il leone, da sempre simbolo della trattoria, realizzate da altrettanti artisti del panorama fiorentino. Le opere saranno inaugurate mercoledì 6 luglio 2022, a partire dalle 19.
È una piccola storia fiorentina, questa, che si ripete. Era infatti il 24 maggio 1995 quando il ristorante finalmente riapriva, rilevato dall’attuale proprietario Stefano di Puccio, dopo un lungo periodo di chiusura e di ristrutturazione. In quell’occasione, il poliedrico pittore fiorentino Mario Mariotti, il fratello Marcello e altri due artisti furono chiamati a realizzare quattro opere dedicate al leone: i cosiddetti quattro “vecchi” leoni, che da quel momento sono sempre stati esposti sulle pareti del locale. Iniziava così una tradizione che solo adesso, a distanza di 27 anni, viene riproposta, nella speranza che si trasformi in una sorta di rito da ripetere annualmente con artisti sempre diversi, per arricchire l’eredità culturale di questo luogo così denso di storia.
Ubaldo Molesti, noto per le sue forme ellissoidali da lui chiamate “cosmoforme”, Franco Bini, dedito allo studio profondo dei grandi maestri del passato, Antonio Borrani, con un’attività che spazia dalla pittura alla video-arte, e Lando Di Bari in arte Oldan, inventore della Patacc-Art, come si autodefinisce, sono gli artisti contemporanei che sono stati chiamati a realizzare i “nuovi” leoni che affiancheranno quelli “vecchi”, reinterpretando ciascuno secondo la propria cifra stilistica la secolare icona del ristorante.
Situata fra il Ponte Vecchio e Piazza Pitti, la trattoria deve il suo simbolo – e il suo nome – allo storico Canto ai 4 leoni, fra via Toscanella e via dei Velluti. Qui esiste ancora parte di un antico bassorilievo in pietra raffigurante appunto un leone rampante: è il Marzocco, emblema guerriero e virile della Repubblica Fiorentina, così chiamato in onore del dio Marte, protettore della Florentia romana.
Quella dei 4 Leoni è una storia plurisecolare, iniziata al tempo di Cosimo de’ Medici, primo granduca di Toscana. Prima canova di vini, poi osteria, la trattoria ha accompagnato nei secoli la vita cittadina, diventando oggi un punto di riferimento enogastronomico e culturale per Firenze. La sua storia più recente, tuttavia, ha origine solo nel secondo dopoguerra, quando si trasformò in una delle tradizionali fiaschetterie fiorentine - ovvero uno spaccio di vino, salumi, formaggi e crostini. Fino ad arrivare al 1995 quando, con la gestione di Stefano Di Puccio, il successo della Trattoria 4 Leoni ha permesso anche la riqualificazione del quartiere che la ospita, grazie alle numerose attività con cui anima costantemente Piazza della Passera, vero e proprio salotto culturale cittadino.
Franco Bini, nato a Rimini nel 1943, si è trasferito da piccolo a Firenze, città natale del padre. Fu introdotto all’arte dallo zio Mario Bini, ballerino del Teatro Comunale, grande appassionato di pittura. Si diploma presso l’Istituto d’arte di Porta Romana, lavorando anche come disegnatore-modellista di accessori per la moda. Già dai primi anni ’60, partecipa a varie mostre come artista e all’inizio degli anni ’80, con un gruppo di amici fonda a Firenze, città d’avanguardia nell’arte, musica e moda, l’associazione “Lo Stato dell’Arte”, con la quale organizzerà diverse esposizioni come Franchi Tiratori e Lo Stato dell’Arte nel 1984; Scultura, Doppione, Primavera non Botticelli, Balzane Divinità nel 1985; Art Trend, 1986 e Mostra di pittura del più grande artista vivente del 1988. Nel 1986, dopo una serie di mostre a Caracas nel Centro Culturale Italo-Venezuelano, sperimenta la scultura, busti in creta di amici e familiari, riproduzioni in ottone di palazzi rinascimentali fiorentini, medaglie in bassorilievo di personaggi storici e icone dell’arte quali Giovanni da Verrazzano, l’uomo di Vitruvio di Leonardo e la stessa Monna Lisa. Continua ad approfondire l’interesse per l’arte Rinascimentale e fonda, nel 2012, l’Associazione MonnaLisaDay. Conduce la sua personale interpretazione del Rinascimento realizzando a matita, pastelli e olio noti ritratti rinascimentali e poi il Cenacolo e la Primavera. Il Cenacolo e Riflessioni sull’Arte sono le sue due ultime mostre del 2017.
Antonio Borrani, nato a Firenze nel 1941, ha partecipato, nel corso degli anni, a varie collettive e personali in Italia e all’estero: nel 2000, nel 2001 e nel 2002 alla Galerie Dorst Naar Kunst in Olanda; nel 2002 alla mostra Evolutionäre zellen presso la NGBK, Neue Gesellschaft für Bildende Kuns, Berlino; nel 2016 allo Studio Bong, Firenze; 2017 al Lex & Art Studio, Firenze; nel 2018 alla mostra Obsolescenza presso la Fondazione Sensus, Firenze e nel 2019 alla Sensus Vetrina di Fiesole. Tra i lavori che gli hanno commissionato - oltre a quelli in case private a Roma, Milano e a Malibù in California – ricordiamo quelli pubblici: le vetrate della Chiesa di Santa Maria e le pitture murali della Canonica di Tolcinasco, Milano (2002/2010); la Cantina di San Bartolomeo a Montepulciano (2016/2017). Ha realizzato anche opere video partecipando a Festival ed esposizioni come: nel 2001 al “Costaiblea Film Festival” a Comiso; nel 2002 a “Poetronica”, a cura di Carlo Isola, all’Impruneta e a “Videodays”, a cura di Fiammetta Strigoli, a Vicchio; nel 2004 a “La mossa delle idee”, rassegna di video-art, a cura di Fiammetta Strigoli, al Cinema Alfieri, Firenze e all’edizione del 2005 de “La mossa delle idee. Videodays 2”, sempre a cura di Fiammetta Strigoli, presso la Sala Santa Rita, Roma.
Ubaldo Molesti è nato nel 1954 a Serravalle Pistoiese. La sua prima ricerca artistica passa attraverso varie esperienze, dall’espressionismo astratto al concretismo, alla pittura analitica, proponendo una sua visione della superficie. Dal 1974, giovane studente di architettura, collabora con la galleria fiorentina La Piramide ed entra in contatto con il linguaggio artistico del momento. Partecipa a varie manifestazioni con mostre personali e collettive: 1973, personale al Centro Artisti Fiorentini, Firenze; 1974, personale al Chiostro degli Innocenti, Firenze; 1975 alla Biennale di Pittura di Massa e Carrara; 1976 al “Decentramento Culturale”, Galleria il Moro - Azione n. 3, Indagine analitica di una operazione visiva. Durante gli anni Ottanta si allontana dall’azione artistica, ma continua la sua ricerca personale nel campo creativo, viaggiando all’estero. In seguito ad un viaggio negli Stati Uniti nasce l’ideazione del progetto spazio musicale-discoteca Tenax di Firenze. Alla fine degli anni Novanta riprende la pratica artistica, maturando un nuovo percorso. Partecipa a manifestazioni con mostre personali e collettive: 2012, Dal segno al colore, personale allo Spazio Trend View, Prato; 2013, Dentro e fuori la superficie, personale in Piazza Santo Spirito, Firenze; 2015, Vitamine tavolette energetiche presso l’Archivio Carlo Palli, a cura di Laura Monaldi; 2016, progetto “Rosso di donna - Scarpe Rosse 1522”, installazione, Prato; sempre nel 2016, “Penta Luce”, installazione permanente nel Bosco d'Arte dell'artista-collezionista Gianni Bandinelli a Greve in Chianti; 2017, “Locura Follia “ alla Biblioteca Lazzerini, Prato e “Xformeet.it - Palindromo”, performance di Luca De Silva e Ubaldo Molesti a Lucca; 2018, Oltre la Pittura, mostra personale Paolo Favi-Ubaldo Molesti, Studio Rosai, Firenze; 2019, Infinito Non Finito, personale presso il Palazzo del Pegaso, Regione Toscana; 2020, A L A Dada Boom, installazione al Museo della Pineta Viareggio “Giak Verdum”; 2021, Vivere senza paura, collettiva al Florence Art Deposit Gallery, Firenze; 2022, Fuori Spazio, personale presso Arci Casa del Popolo di Settignano. Espone anche al Museo Novecento di Firenze, alla Gamc a Viareggio, al Mart di Rovereto, al Museo Pecci a Prato, al Bosco dei Poeti a Dolcè, alla GAMeC de La Spezia, al Museo del Novecento a Milano.
Oldan è il nome d’arte di Lando Di Bari, nato a Firenze nel 1951. Dal 1976 al 1992 apre un negozio di abbigliamento per un giovane pubblico new-wave nel centro di Firenze. Dal 1979 per alcune stagioni collabora con la radio libera fiorentina Controradio, conducendo programmi serali dal titolo Salotto Dinamico e Bye Bye Boys, insieme a Otto Slupinsky e Tony Topazio. Nel 1981, insieme a Controradio, è tra i soci fondatori del Tenax. La sua attività̀ come pittore, sotto il nome di Oldan, si riduce a pochi significativi episodi: 1983, Florenceismagic, mostra personale e allestimento del Cafe’ Voltaire con interventi di spettacolo e di animazione (video, musica, grafica, fotografia) a cura di Otto Slupinsky, Antonio Borrani, Claudio Cosma, Valerio Ballerini, Ruben Modigliani; 1990, mostra a La Dolce Vita; 2012, Tutto Al 50% mostra al Museo Bellini, a cura di Luigi Bellini; 2016, Adore Oldan allo Studio Bong; 2020,Incidentally Oldan nuova mostra allo Studio Bong. In questi anni Oldan a partecipato a qualche mostra collettiva in case private, tra cui Oldan a Marignolle nella tenuta di Fabio Romoli.