Il Museo nazionale dell'Italiano (MUNDI), il primo grande museo della lingua italiana, ha aperto le porte ai visitatori nell'ex monastero della Santissima Concezione, all'interno del complesso di Santa Maria Novella (Piazza della Stazione, 6 - Firenze), con le sue prime due sale che ospiteranno una mostra temporanea introduttiva, che sarà possibile visitare fino al 6 ottobre 2022 (ingresso gratuito).
All’apertura della prima sezione del Museo, struttura espositiva moderna, dinamica e tecnologica, erano presenti tra gli altri il ministro della Cultura Dario Franceschini e il sindaco Dario Nardella.
Il nome in sigla del Museo, Mundi, intende evocare due aspetti fondamentali per la nostra lingua: il primo è il rapporto con il latino, lingua madre (mundi è infatti il genitivo di mundus, cioè «mondo»), mentre il secondo è l’idea dell’italiano come lingua del mondo (coinvolta in una rete di relazioni che nei secoli l’hanno messa in contatto, in un proficuo scambio reciproco, con molte altre lingue di cultura).
“Questo museo è un luogo di studio, ricerca, innovazione e si rivolgerà a studenti, studiosi e stranieri. Le prime due sale che aprono oggi al pubblico sono solo l'inizio di un percorso, che vedrà il completamento del museo nel 2023. Non sarà solo un luogo di esposizione, ma anche uno spazio di ricerca: il valore del nostro patrimonio linguistico è straordinario e va tutelato, e questo è uno dei modi per farlo”. Così il Ministro della Cultura, Dario Franceschini.
“Siamo molto contenti perché abbiamo utilizzato nei tempi previsti i 4 milioni di euro che il Ministero ha messo a disposizione della città - ha detto il sindaco Nardella -, facendo lavori anche in un periodo difficile come quello del Covid. Oggi possiamo dare all’Italia e al mondo la prima parte del museo Mundi". "Ci auguriamo che tanti giovani, studenti, appassionati italiani e stranieri possano cominciare a familiarizzare con questo museo - ha continuato -, che fra l’altro è in un complesso architettonico e storico bellissimo come quello di Santa Maria Novella, a due passi dalla stazione dell’Alta velocità". "Questo non è un semplice museo - ha spiegato il sindaco -. È un centro che utilizza linguaggi moderni e digitali per parlare al mondo, ed è anche un tributo a Dante e alla storia di Firenze. Per questo siamo grati al governo e al ministro Franceschini perché si è scelto di insediare qui il primo e l’unico museo dell’italiano. Siamo pronti a lavorare al fianco del ministro per creare la fondazione per la sua gestione".
Il MUNDI: un sogno che si realizza
È da almeno vent’anni che la comunità scientifica legata agli studi di storia della lingua italiana porta avanti il progetto di realizzare un museo dell’italiano. La prima tappa di questo cammino può essere considerata la mostra ‘Dove il sì suona. Gli italiani e la loro lingua’ che si tenne nel 2003 alla Galleria degli Uffizi di Firenze a cura di Luca Serianni. Ora, grazie all’impegno del Ministero della cultura insieme al Comune di Firenze e all’attività di un gruppo di lavoro coordinato dallo stesso Serianni in cui sono rappresentate le massime istituzioni che si occupano dello studio e della promozione della nostra lingua (Accademia della Crusca, Accademia dei Lincei, Società Dante Alighieri, Associazione per la Storia della Lingua Italiana, Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani), quel progetto si è realizzato. Nel complesso di Santa Maria Novella, nel centro della città che è stata la culla della lingua italiana, nasce il MUNDI: il Museo nazionale dell’italiano.
Il senso del MUNDI
La lingua italiana è un indiscusso fattore di coesione nazionale. La sua vitalità è indicativa della ricchezza culturale dei parlanti e della capacità di apporto delle diverse anime della società. La volontà di tutelarla e promuoverla è un segno dell’affetto collettivo a un patrimonio che viene considerato un bene comune. Dedicare un museo all’italiano ha quindi una forte valenza simbolica, rappresentando il segno dell’importanza attribuita dal nostro Paese a una delle sue dimensioni culturali più significative. Arte, architettura, letteratura, commercio, scienza: la ricchezza della cultura italiana nel tempo permette di ricostruire le diverse facce della storia dell’italiano sia nel suo percorso da parlata locale a lingua nazionale, sia nel suo svilupparsi come grande lingua di cultura europea. Il MUNDI valorizza questo volto nazionale e internazionale dell’italiano, facendo rivivere i capolavori della letteratura e affascinando il visitatore con i documenti di una cultura da sempre creativa e senza frontiere.
La missione del MUNDI
Visitare questo museo servirà a ricordare che una lingua italiana è esistita molto prima che esistesse un’Italia politica: già Dante parlava di una «lingua del sì». Servirà a capire che la lingua non è uno strumento neutro, ma è da sempre lo specchio di una società e l’italiano non fa eccezione. Porta in sé - stratificati - secoli e secoli di storia, ma continua a riflettere - giorno per giorno - l’evoluzione del nostro costume, della nostra mentalità, delle nostre abitudini. Servirà ad avvertirci che le parole nuove o straniere ci sono sempre state e fanno parte di una sana evoluzione di ogni lingua e di ogni cultura; che la grammatica cambia nel tempo; che per secoli sapersi esprimere in lingua - e non in dialetto - è stata una conquista faticosa. Attraverso la lingua, d’altra parte, passa l’intera vita di una comunità: passano i cambiamenti della società, i rivolgimenti politici, l’immaginario collettivo, le abitudini individuali.
La struttura del MUNDI
Il MUNDI è stato pensato come un museo di nuova generazione, che affianca agli elementi espositivi tradizionali (manoscritti, libri, quadri e oggetti legati alla storia dell’italiano) una forte componente multimediale (postazioni sensibili, schermi al plasma con pulsantiere o touch-screen, videowall, teche digitali, pavimenti e pannelli sensibili). L’elemento multimediale permette anche di realizzare un incontro virtuale tra i percorsi tematici offerti nella visita e i documenti unici conservati in diverse biblioteche o archivi italiani e stranieri. Alcune sezioni del museo saranno riservate ad allestimenti temporanei monografici, legati a temi particolarmente significativi (la scienza in volgare, i testi delle origini, lingua e cucina, l’italiano del doppiaggio, la lingua dell’opera lirica), realizzati con pezzi originali normalmente conservati in altre strutture. Alle esposizioni permanenti e temporanee si affiancherà, inoltre, un piano di attività didattiche per la promozione della lingua italiana: conferenze, corsi e seminari, presentazioni di libri, concerti.
Le prime due sale del MUNDI
Le due sale inaugurate oggi sono le sale introduttive del museo. Una sorta di prologo rispetto al racconto museale che si troverà nelle sale del piano superiore, ma al tempo stesso una sintesi complessiva di quel viaggio e del modo in cui si svolgerà.
Sala 1
Lungo tutte le pareti della prima sala corre in alto un fregio che rappresenta il sì e altre particelle affermative in molte lingue del mondo. Un omaggio a Dante e al suo «genti del bel paese là dove ’l sì suona» per indicare gli italiani in un’epoca in cui l’Italia come entità politica ancora non esisteva. Una parete della sala è occupata da una linea del tempo che riporta i principali eventi linguistici e storici. In corrispondenza di alcune tappe fondamentali sono state poste quattro teche in cui sono esposti codici, libri e oggetti simbolo di quelle fasi di svolta. Su un’altra parete della sala sono proiettati quattro video-racconti che il visitatore può attivare a richiesta. I temi, illustrati dalle voci di Stefano Accorsi, Glauco Mauri, Elena Sofia Ricci e Roberto Sturno, grazie ad una collaborazione con La Fondazione Teatro della Toscana, riguardano le principali direttrici del percorso museale: spazio (‘L’italiano e i dialetti’), tempo (‘Continuità’), società (‘Scritto e parlato’), mondo (‘Un mondo di parole’). Sempre nella prima sala è proiettata l’installazione artistica realizzata da Tempo Reale. Al centro della sala sono esposte alcune iscrizioni provenienti dal Museo Nazionale Romano, dal Parco Archeologico di Pompei e dal Museo delle Civiltà.
Sala 2
Nella seconda sala è esposto il Placito di Capua (960 d.C.), proveniente in prestito dall’Abbazia di Montecassino. Il documento notarile, redatto - com’era normale all’epoca - in latino, riporta per quattro volte una formula di testimonianza in volgare che è tradizionalmente considerata l’atto di nascita della nostra lingua: «Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene, trenta anni le possette parte S(an)c(t)i Benedicti». Nella sala sono presenti due postazioni ludiche interattive: ‘Le parole hanno una storia’, ideata per la mostra ‘Dove il sì suona’ e dedicata alla trasformazione che il lessico ha avuto nel passaggio dal latino all’italiano; ‘Le parole italiane del cibo in viaggio per il mondo’, creata per Expo 2015, in cui si ricostruisce - attraverso le parole - il successo della tradizione enogastronomica italiana nel mondo. Su una parete della sala sono proiettate alcune frasi di grandi scrittori e scrittrici come testimonianza dell’amore per la lingua. Perché «tutto può cambiare, ma non la lingua che ci portiamo dentro, anzi che ci contiene dentro» (Italo Calvino).
Fonte: www.comune.fi.it (Ufficio Stampa)