Sabato 30 luglio 2022, alle ore 19.30, il Festival internazionale Italian Brass Week propone "Acqua di Luce... Acqua di Fuoco", ultimo concerto della 23esima edizione, con un esclusivo evento gratuito intorno al Ponte Vecchio e tre prime esecuzioni assolute, tre creazioni musicali commissionate dal festival per celebrare personalità artistiche legate a Firenze, ricordarne i loro anniversari che si concludono e che si aprono. Saluto in musica per Dante Alighieri, chiudendo le celebrazioni per il suo 750esimo anniversario, omaggiare per il duecentesimo dalla morte Antonio Canova e il primo centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini a bordo delle barche storiche dei Renaioli fiorentini e sulla riva del fiume Arno, in prossimità della Società Canottieri Firenze, in Lungarno Maria Luisa de' Medici.
I compositori Arnaldo De Felice, Angelo Inglese, Stefan Johnson sono gli autori dei tre brani che saranno eseguiti in prima mondiale assoluta da oltre 100 musicisti. Le tre composizioni hanno quali fulcri l'acqua e quelle preziose visioni divine che elabora la nostra mente in fase di creazione dell'opera d'arte musicale. L'acqua, intesa quale elemento primordiale, principio vitale, sorgente di vita, mezzo della rigenerazione. Pilastro di quella vita che pulsa, che scorre, che è cullata dal fiume Arno, quella canoviana 'acqua di rota', un'acqua di fuoco riscaldata dalla velocità della mola e dall'attrito degli scalpelli degli scultori, che colora e restituisce ora i timbri coloristici degli ottoni, ora quelle luci dei marmi fiorentini al calar del Sole.
Apre la serata l'opera di Angelo Inglese, titolata Acqua di rota, Symphonic Impression for Brass Orchestra per il bicentenario della morte di Antonio Canova. La partitura si compone di tre parti da eseguire senza interruzione, ciascuna delle quali evoca un capolavoro del Canova: Amore e Psiche (1787-1793), La Danzatrice con i cembali (1809-1814), Paolina Borghese Bonaparte come Venere vincitrice (1804-1808). Nell'immaginario compositivo ed estetico, le tre sculture si fanno suono e la loro espressiva plasticità si tramuta in un lirismo intenso e penetrante; una musica che, metaforicamente, s'immerge nella liquida profondità del fiume Arno, ad evocare il peculiare sistema di politura che il “Divino” Canova applicava alle sue opere, cospargendole appunto con “acqua di rota”, con quell’acqua che veniva colata sulla mola per evitare il surriscaldamento dei ferri. Essa donava al marmo una sfumatura rosata, redendolo più simile al colore della carne ed arricchendo così di una tenue illusione cromatica la sinuosa morbidezza che l’artista veneto sapeva trasmettere al marmo, rendendolo “vivo”. L'introduzione, “Esaltante”, s’ispira al momento culminante della favola di Apuleio, magistralmente rappresentato dal Canova, in cui Amore plana a risvegliare Psiche - con un bacio, beninteso - dal sonno mortale in cui l’aveva sprofondata l’ampolla di Proserpina. Trionfalmente la musica segue la discesa del Dio che si posa dietro alla fanciulla, poggiando appena il ginocchio sinistro al suolo e, proprio come nel gruppo scultoreo, evoca il gioioso e quasi liquido abbraccio dei due corpi adolescenti che si cercano, si sfiorano, si promettono l’uno all’altro in un sensualissimo gioco armonico. Segue, senza interruzione, La danzatrice con i cembali: una danza costruita su una melodia sinuosa che prende gradualmente corpo in un dinamico crescendo strumentale scandito da un ricco e frizzante gioco di percussioni. Qui la musica si fa vivace, leggiadra, come la fanciulla che Canova ha ritratto nell’atto di eseguire, con i cembali tra le dita, un sensuale passo di danza. L'oscillazione ritmica, vorticosa e ostinata, che sottolinea coreograficamente il movimento del piede e del capo, culmina in un trionfante e festoso squillo. Un richiamo di corni in lontananza introduce un monumentale canone: è Paolina Borghese Bonaparte come Venere vincitrice a cui, secondo il noto episodio della mitologia greca, Paride assegnò il pomo d’oro come segno del primato nella bellezza, conteso con Giunone e Minerva. Un’aristocratica solennità - in cui si respira la filiale venerazione di Canova per i modelli classici - permea il canone iniziale, che sfocia in un nitido, grandioso inno alla Bellezza su cui gli strumenti solistici dialogano, attraverso un'immersione armonica contemplativa, in virtuosistiche variazioni gregorianeggianti.
L'acqua di rota da Canova torna a Dante e al suo poema divino.
Arnaldo De Felice, con la sua composizione titolata La mente nostra... alle sue vision quasi è divina, rimembrando l'esecuzione di 'Nata da foglie e brina. Muschio. Vento del bosco' dal Canto I dell'Inferno, ci spinge musicalmente da quella gelida brina infernale, acqua cristallizzata in ghiaccio, acqua di fuoco infernale che percorre i tre regni, ci porta alla luce paradisiaca, visione, fanfara di luce che conduce trionfalmente gli ottoni, a bordo delle barche storiche dei Renaioli fiorentini, sull'Arno, specchio del firmamento, metafora di quel viaggio per mare dantesco, quel 'gran mar de l'essere', dove desta stupore 'la novità del suono e 'l grande lume', come affermato da Beatrice. Un fil rouge, artigianalmente e sapientemente costruito che, come un cerchio perfetto, ci condurrà alla scoperta delle segrete corrispodenze che legano Dante a Canova, a Pasolini.
Chiude la serata la composizione di Stefan Johnson, A Brass Fantasy on Water, una fantasia per ottoni che scorre sulle acque del fiume Arno, omaggio a Dale Celevenger, leggendario primo corno della Chicago Symphony, presidente onorario e docente di corno del festival fin dalla sua nascita, recentemente scomparso, ma sempre protagonista di questo evento nelle precedenti edizioni.
L'esecuzione è affidata all'Italian Brass Week Ensemble con i solisti internazionali del festival. Le tre partiture saranno dirette da Angelo Inglese, Lito Fontana e Øystein Baadsvik.
La serata è realizzata con la preziosa collaborazione e il contributo dell'Associazione I Renaioli, la Società Canottieri Firenze e l'Associazione Amici del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino.