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giovedì 25 aprile 2024

"Brevissime. Lezioni di storia delle arti", 2° ciclo di incontri alla Cattedrale dell'Immagine

29-09-2022

Dopo una prima stagione (marzo-maggio 2022) che ha avuto grande riscontro con un significativo numero di partecipanti, giovedì 29 settembre 2022 riparte il secondo ciclo di "Brevissime. Lezioni di storia delle arti", il format ideato e organizzato dalla casa editrice Centro Di per la divulgazione delle arti attraverso talks di 45 minuti a cura di alcuni dei più noti storici e studiosi italiani e non solo. Al primo e al secondo ciclo di Brevissime, dedicati alla storia dell’arte, seguiranno lezioni incentrate sulle arti decorative, sull’architettura, sul design, il costume e la moda, il paesaggio e la botanica, la musica e il teatro.

Il secondo ciclo, che prende avvio giovedì 29 settembre, vedrà la partecipazione di tre importanti storici dell’arte – Laura Lombardi, Cristina Acidini, Carlo Falciani – e si concluderà il 17 novembre.

Le lezioni si svolgeranno, come le precedenti, alla Cattedrale dell'Immagine di Firenze (ex chiesa di Santo Stefano al Ponte - piazza di Santo Stefano 5), ospiti di Crossmedia Group, con orario 18,45-19,30.

PROGRAMMA:

29 settembre - 6 ottobre
Laura Lombardi
Dal falso al fake
Negli ultimi decenni l’interesse e la consapevolezza per la complessa e sfumata intersezione tra autenticità, falso, copia e riproduzione si sono molto accresciuti. Temi che attraversano – forse più che in passato – ogni ambito della cultura e della società, manifestandosi infatti nella letteratura, nelle arti visive, nel cinema, nella musica, per non dire della produzione di manufatti industriali e nella tecnologia, con forti riflessi nella percezione storica degli eventi, nella politica, nell’informazione e nella religione, dunque nella nostra vita sociale. I due incontri affronteranno l’argomento a partire dalla distinzione del concetto di ‘falso’ da quello di ‘copia’ e di ‘replica’, per poi seguire l’evoluzione del falso dal Rinascimento al fake odierno, sottolineando le mutazioni di significato e di ricezione, nei secoli e nei diversi ambiti espressivi (pittura, scultura, video art, ma anche restauro), laddove le tecnologie digitali hanno determinato un rapporto con l’opera d’arte che si profila di natura profondamente iconoclasta: infatti, a causa della sua facile moltiplicazione e traduzione, si è accentuata la difficoltà di riconoscimento dell’“originale” nel carattere effimero e dematerializzato delle fonti.

Giovedì 29 settembre
Il falso fra inganno e interpretazione
Fin dall’episodio del dio d’amore scolpito in gioventù da Michelangelo e venduto a Roma come oggetto di scavo, la pratica del falso ha segnato vari momenti della storia dell’arte, esprimendosi in modi diversi legati al gusto dell’epoca. Nel XIX secolo, ad esempio, abilissimi restauratori/artisti seppero ingannare i più grandi esperti, rivaleggiando con l’arte dei maestri del Trecento e del Quattrocento, e nel 1922 Riccardo Nobili, anch’egli dedito alla falsificazione, scrisse The gentle art of faking illustrando le virtù del fake nella sua modalità del “fare” e delineandone la capacità di rilettura e comprensione di secoli antichi, dei quali i falsi non fanno che compiere quel che oggi potremmo definire un re-enactment. Dal celebre falsario di Vermeer, Han van Meegeren, ai falsari delle teste di Modigliani e oltre, l’incontro analizzerà i significati che il ricorso alla falsificazione assume, a seconda dell’ambito e del momento storico in cui si manifesta.

Giovedì 6 ottobre
Il fake nell’arte contemporanea
Internet, i media e la globalizzazione stanno ridisegnando la società, modificando in profondità la nostra vita e anche la percezione dell’arte del passato, dei luoghi della cultura, dei musei. Inoltre, a causa della natura virtuale, l’immagine riapre e riattualizza la questione a lunga dibattuta dello statuto dell’opera d’arte. Molti artisti contemporanei (tra cui, citando alla rinfusa, Sherrie Levine, Thomas Demand, Jeremy Deller, Damien Hirst, Douglas Gordon, Rossella Biscotti, Moira Ricci, Joan Fontcuberta), attraverso le forme dell’appropriazione, del re-enactment e del re-staging, fanno del falso una pratica dichiarata ed esplicita. Il falso si caratterizza insomma quale agente di svelamento della messa in scena che ogni immagine rappresenta dandosi per vera. La finzione (di eventi, opere, testimonianze, documenti) diviene infatti parte integrante della vita e anche, forse, il solo modo di impossessarsi del reale.

20 ottobre - 27 ottobre
Cristina Acidini
Vendette d’artista
I messaggi espressi da un’opera d’arte antica o celati in essa sono innumerevoli, non sempre pacifici, mai neutri.
In casi particolari, un dipinto può rivelarsi un muto ma formidabile strumento per l’artista, che manifesta una denuncia o compie una vendetta. È celebre il caso di Michelangelo Buonarroti, che si rivalse sul maestro delle cerimonie pontificie Biagio da Cesena – che aveva criticato il suo Giudizio Universale nella Cappella Sistina per le figure nude – dando il suo volto al giudice infernale Minosse, con tanto di orecchie d’asino.
Queste lunghe appendici asinine, proprie del cattivo giudice per eccellenza che fu il mitico Re Mida, accomunano i potenti arroganti e presuntuosi al centro di due inquietanti quadri cinquecenteschi, che merita decifrare. Uno di Sandro Botticelli, qui non autore di eleganti dee o di soavi Madonne ma appassionato difensore di una causa; e uno di Federico Zuccari, pittore, scrittore e polemista dalla movimentata biografia.

Giovedì 20 ottobre
Calunnia
Con le grandi allegorie mitologiche, la Calunnia di Apelle nella Galleria degli Uffizi è il quadro più indagato di Sandro Botticelli, che non smette di intrigare gli studiosi e il pubblico. Resta infatti misterioso il motivo che spinse Botticelli anziano a dipingere, verso il 1505, l’affollata scena d’ispirazione antica, ambientata in una sala istoriata d’immagini sacre e profane. Qui un giovane innocente viene trascinato da malvagi davanti a un presuntuoso re-asino, in attesa che la Verità trionfi. Con questo quadro elegante e complicato, Botticelli intendeva forse vendicare un caro amico, o magari scagionare se stesso da un’accusa ingiusta.

Giovedì 27 ottobre
Vendetta
Un inquietante quadro di Federico Zuccari nella Galleria Nazionale delle Marche, la Porta Virtutis, è testimonianza di una vicenda straordinaria, che ebbe il suo apice in un’autentica ‘vendetta d'artista’. Irato per il rifiuto di un suo quadro, Zuccari mise alla berlina il committente-asino esponendo a Roma, il 18 ottobre 1581, un grande cartone con questa scena satirica, copiata poi in scala minore per il duca di Urbino. Pagò cara la sua rivalsa: processato, si difese rivendicando la libertà espressiva di ogni artista, ma fu condannato all'esilio. Tornò, graziato, nel 1583.

10 novembre - 17 novembre
Carlo Falciani
Parole e immagini
La commistione e il riverbero fra immagine e parola è uno dei temi più ampi affrontati nella pittura rinascimentale e barocca fino dall’assunto iniziale dell’Ut pictura poesis. Come una poesia muta, l’immagine parla traducendo in figure quanto sulla pagina è chiaramente espresso attraverso le parole. Tuttavia, non sempre questa modalità è pianamente leggibile e molteplici sono le forme nelle quali le parole significanti vengono tradotte.
Fra le molte possibilità che questo campo sterminato offre abbiamo scelto due esempi all’apparenza distanti ma legati entrambi a una riflessione sul tempo e sul ruolo dell’arte in questo flusso inarrestabile. Due temi collegati da un filo rosso che giunge all’espressione contemporanea: il primo relativo al ritratto, il secondo alla vanitas.

Giovedì 10 novembre
Ritratti parlanti
A partire dall’umanesimo la nuova concezione dell’uomo al centro dell’universo e quindi la consapevolezza del proprio ruolo individuale nella storia ha fatto rinascere il genere del ritratto, in antico appannaggio solo dei regnanti, e lo ha diffuso in modo trasversale nella società. Furono infatti prodotte opere d’arte che esprimevano in molteplici modi, evidenti o criptici, l’identità e i pensieri più intimi della persona ritratta, figurando la sua fisionomia, oppure la sua anima, o anche le sue idee attraverso parole scritte, simboli visivi, oggetti o gesti codificati. Opere nelle quali le sembianze di uomini e donne sono state cristallizzate in modo da parlare per secoli non solo della potenza politica o militare, ma anche delle aspirazioni, dei turbamenti amorosi e dei sentimenti privati del ritrattato, così da vincere in qualche modo l’impassibile trascorrere del tempo. Seguiremo alcune delle differenti modalità attraverso le quali ritratti antichi e contemporanei esprimono ancora i pensieri di uomini e donne che hanno scelto di affidare a un’opera d’arte la propria sopravvivenza nel tempo.

Giovedì 17 novembre
Vanitas
Il tema della vanitas è centrale alla volontà dell’arte di figurare il ruolo del tempo in rapporto alla vita terrena degli individui. Sono innumerevoli dall’antico fino al contemporaneo le opere dedicate alla figurazione dello scorrere impassibile del tempo, tuttavia la sua rappresentazione è ambivalente e complessa. E se da un lato la potenza distruttrice di Kronos che divora i figli è fin dalle origini del mito immagine della potenza distruttrice del tempo in rapporto alla vita degli uomini, la bellezza e i linguaggi dell’arte hanno offerto fin dal Rinascimento una barriera e una possibilità di superare tale furia. La raffigurazione dell’avvenenza terrena, delle fioriture, ma anche del suntuario splendore degli oggetti chiamati a confortare l’esistenza degli uomini, dialogano nelle nature morte barocche o in opere contemporanee, con la poesia e con l’arte stessa al fine di mitigare, rovesciare e vincere l’azione del tempo.

I docenti del secondo ciclo

Laura Lombardi. Storica dell’arte, laureata a Firenze con Carlo Del Bravo e specializzata a Siena con Enrico Crispolti, insegna Fenomenologia delle Arti Contemporanee e Storia dell’arte all’Accademia di Belle Arti di Brera e da questo anno sarà all’Accademia di Belle Arti di Firenze. È autrice di saggi su arte e critica d’arte dal XIX secolo (specie sui Macchiaioli, l’Orientalismo e il Simbolismo tra Francia e Italia) fino a oggi, con particolare interesse verso i rapporti tra parola e immagine; ha partecipato a numerose mostre e curato convegni. Tra le sue recenti pubblicazioni: Un sogno fatto a Milano, Dialoghi con Orhan Pamuk intorno alla poetica del museo (Johan&Levi 2018); The Gentle Art of Fake. Arti, teorie e dibattiti sul falso (Silvana Editoriale 2019); Dalla copia al falso al secondo originale (‘Venezia Arti’, 2021). Alla ricerca affianca l’attività del giornalismo, collaborando da molti anni con il mensile ‘Il Giornale dell’arte’ (Allemandi) e con la rivista online ‘Antinomie’. È membro della SISCA (Società italiana di Storia della critica d’arte).

Cristina Acidini si è laureata nel 1977 in Storia dell’arte con Mina Gregori a Firenze, dove ha svolto la sua vita professionale al servizio dei beni culturali. Borsista della Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi e visiting professor presso SUNY (New York), ha lavorato nelle Soprintendenze di Bologna e Firenze e presso il Ministero per i Beni Culturali a Roma. Dal 2000 al 2008 è stata soprintendente dell'Opificio delle Pietre Dure di Firenze, dal 2006 al 2014 soprintendente del Polo Museale fiorentino, che comprendeva ventisette musei statali d’arte dai nomi prestigiosi: Uffizi, Accademia, Bargello, San Marco, Pitti e Boboli, cenacoli, ville medicee e altri. Ha promosso, progettato e diretto restauri, ampliamenti e riordinamenti museali, studi e ricerche, convegni. È stata commissario di mostre in Italia e in vari stati europei, nelle Americhe, in Cina, in Giappone. Ha dedicato scritti specie a grandi temi rinascimentali come Sandro Botticelli, Leonardo da Vinci, Michelangelo, Raffaello, i Medici e le arti, Santa Maria del Fiore, ville e giardini, più due romanzi. È del 1999 Il Museo d'arte americano, dietro le quinte di un mito, dopo un viaggio in quattordici stati degli USA. È Commendatore dell’Ordine del Merito della Repubblica Italiana e Cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle Lettere della Repubblica Francese, destinataria di premi e riconoscimenti, ultimo il Fiorino d’oro della città di Firenze (2022). Attualmente presiede a titolo volontario l’Accademia delle Arti del Disegno, la Fondazione Casa Buonarroti, la Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi, l’Opera di Santa Croce.

Carlo Falciani. Laureatosi a Firenze con Carlo Del Bravo nel 1995 con una tesi sul Rosso Fiorentino, ha studiato l’attività di questo artefice in Francia all'Université Paris 1, Panthéon-Sorbonne, ed è stato fellow a Villa I Tatti, The Harvard University Center for Italian Renaissance Studies, e al Center for Advanced Study in the Visual Arts della National Gallery di Washington. Insegna Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea all’Accademia di Belle Arti di Firenze.
Ha pubblicato una monografia sul Rosso Fiorentino e il catalogo monografico Pontormo, disegni degli Uffizi e saggi dedicati alla pittura cinquecentesca fiorentina e ad artisti quali il Pontormo, Bronzino, Allori, Salviati e Vasari, il Primaticcio. Ha curato per il Musée Jacquemart-André di Parigi le mostre Florence, portraits à la cour de Médicis (2015-2016) e La collection Alana. Chefs-d’œuvre de la peinture italienne (2019-2020). Assieme ad Antonio Natali ha curato le mostre di Palazzo Strozzi Bronzino, pittore e poeta alla corte dei Medici (2010-2011), Pontormo e Rosso, divergenti vie della maniera (2014) e Il Cinquecento a Firenze (2017-2018). Assieme a Keith Christiansen, ha curato la mostra The Medici. Portraits and Politics (2021) presso il Metropolitan Museum. Ha scritto su argomenti di critica d’arte e d’arte contemporanea su riviste e cataloghi di mostre per il Museo Pecci, il Museo Fortuny, il Castello di Rivoli.


29 settembre - 17 novembre 2022 h 18.45
Firenze, Cattedrale dell’Immagine, Santo Stefano a Ponte, piazza di Santo Stefano 5
Biglietto intero: 13 €
Biglietto studenti: 5 €
Abbonamento a 6 lezioni: 70 €
Abbonamento studenti a 6 lezioni: 28 €
Prenotazioni: edizioni@centrodi.it / info@cattedraledellimmagine.it
Informazioni e acquisto biglietti: www.centrodi.it