“È necessario saper trarre dallo stato di disordine la spinta a instaurare nuovi e superiori equilibri.”
La natura è madre benignissima, ma anche matrigna. Lo diceva già Leopardi. Ecco perché fin dall’inizio gli esseri umani si sono preoccupati di proteggersi da essa, sforzandosi di comprenderla per fronteggiare i problemi e le emergenze del proprio habitat. Questo allo scopo di rendere la propria esistenza sulla terra sempre più sicura. Pur non essendo il fine della natura, infatti, l’uomo è per natura capace di darsi fini e per questo non solo si è adattato all’ambiente, ma lo ha adattato a se stesso. Ha avuto così inizio un tragitto che, muovendo da esigenze di difesa, ha condotto l’uomo a estendere attraverso la tecnica il proprio dominio sul mondo circostante. Ma una sua incontrollata manipolazione della natura ha introdotto, a cominciare dall’età industriale, delle controfinalità: ripercussioni in parte impreviste – gli sconvolgimenti climatici e le catastrofi naturali sempre più frequenti, le conseguenti migrazioni, gli squilibri economici, fino alla recente pandemia – ma che mettono nuovamente a rischio l’esistenza della specie umana. A fronte dell’halt posto dalla natura è indispensabile trovare un nuovo equilibrio: più radicalmente, ridefinire il nostro posto nel mondo. Allo scopo occorre tornare a praticare le virtù degli antichi, perseguire l’ideale dalla mesòtes. Divenire e mantenersi soggetti, titolari delle nostre decisioni, non è un’opzione, ma è una necessità. Non è la natura che ha bisogno d’essere difesa – durerà ben oltre di noi –; in questione è, piuttosto, la nostra condotta morale, quel che facciamo perché la terra resti ancora una dimora abitabile per gli uomini.
Salvatore Natoli è professore di Filosofia teoretica. Tra le sue opere ricordiamo: Ermeneutica e genealogia. Filosofia e metodo in Nietzsche, Heidegger, Foucault (Feltrinelli, 1980), L’esperienza del dolore. Le forme del patire nella cultura occidentale (Feltrinelli, 1986), Vita buona, vita felice. Scritti di etica e politica (Feltrinelli, 1990), Teatro filosofico. Gli scenari del sapere tra linguaggio e storia (Feltrinelli, 1991), La felicità. Saggio di teoria degli affetti (Feltrinelli, 1994), Soggetto e fondamento. Il sapere dell’origine e la scientificità della filosofia (Bruno Mondadori, 1996), Dizionario dei vizi e delle virtù (Feltrinelli, 1996), Dio e il divino (Morcelliana, 1999), La felicità di questa vita (Mondadori, 2000), Stare al mondo. Escursioni nel tempo presente (Feltrinelli, 2002), Libertà e destino nella tragedia greca (Morcelliana, 2002), Parole della filosofia o dell’arte di meditare (Feltrinelli, 2004, Premio filosofico Castiglioncello; In Ue: L'arte di meditare. Parole della filosofia, 2016), La verità in gioco. Scritti su Foucault (Feltrinelli, 2005), Sul male assoluto (Morcelliana, 2006), La salvezza senza fede (Feltrinelli, 2007), Edipo e Giobbe (Morcelliana, 2008), Il crollo del mondo (Morcelliana, 2009), Il buon uso del mondo (Mondadori, 2010), L’edificazione di sé. Istruzioni sulla vita interiore (Laterza, 2010), Soggetto e fondamento. Il sapere dell’origine e la scientificità della filosofia (Feltrinelli, 2010), I comandamenti. Non ti farai idolo né immagine (con Pierangelo Sequeri; il Mulino, 2011) e Nietzsche e il teatro della filosofia (Feltrinelli, 2011).
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