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giovedì 18 aprile 2024

"Memory Effect", Talk con Jennifer Newsom e Tom Carruthers al Murate Art District di Firenze

16-02-2023

Giovedì 16 febbraio 2023, alle ore 17.30, il MAD - Murate Art District di Firenze ospita il Talk con Jennifer Newsom e Tom Carruthers, in occasione della mostra Memory Effect, curata da BHMF - Black History Month Florence - in collaborazione con gli studenti del master IED in Curatorial Practice che fino al 2 marzo 2023 si terrà su tre diversi livelli negli spazi espositivi di MAD Murate Art District, gestiti da MUS.E.

Il lavoro prodotto dal duo di architetti Jennifer Newsom e Tom Carruthers invita a una percezione più ampia dell'architettura stessa e del suo ruolo nello spazio pubblico. Partendo dal concetto di etereo e impermanente, invitano l'osservatore a cambiare prospettiva e a riconoscere il proprio arbitrio all'interno dell'ambiente costruito. Questa conversazione, moderata da Justin Randolph Thompson, discute il lavoro degli architetti e gli esperimenti svolti durante la residenza come borsisti in Architettura del Rome Prize presso l'American Academy di Roma.

Il progetto Memory Effect, co-prodotto da MAD Murate Art District e The Recovery Plan, consiste in quattro installazioni degli artisti Binta Diaw, Nexcyia, Bocar Niang e Lerato Shadi che lavorano intersecando performancearte sonora e installazioni.

Il Memory effect, l'effetto memoria (ME) in geologia è visualizzato in interferenze e anomalie presenti nelle mappature e topografie; è infatti prodotto da errori e imperfezioni generati dall'attrezzatura e dalla tecnologia utilizzate nella raccolta dei dati e nella creazione di grafici. Questa riflessione dà forma alla mostra inquadrando le tattiche e gli strumenti connessi alla creazione e alla conservazione degli archivi e tutto ciò che rimane al di là del loro sguardo e della loro registrazione. Ciascuna delle opere esposte è realizzata con un approccio di installazione site specific ed estende la percezione della capacità sonora di occupare spazio. Video, materiali tessili, terriccio e parti di automobili articolano una serie di dialoghi sfumati sulla documentazione e la memoria come forme di resistenza. Attingendo a storie orali ed evidenziando materiale non archiviabile, il progetto è arricchito da display di ricerca portata avanti dagli alunni del master IED in Curatorial Practice collegati a Black Archive Alliance in dialogo con le opere degli artisti.

Il lavoro di Binta Diaw, 1.12.44, esposto nella Sala Anna Banti, è un'installazione ambientale composta da terra, suono, piante di miglio e un cappello dall’uniforme dei Tirailleurs sénégalais. L'opera fa direttamente riferimento alla storia complessa e sfaccettata dei Tirailleurs Sénégalais, uomini che furono arruolati in vari conflitti dal corpo d'armata francese durante il dominio coloniale francese in Africa occidentale. La data menzionata nel titolo, il primo dicembre del 1944, ricorda il massacro compiuto dal comando francese a Thiaroye, in Senegal.
Binta Diaw è un'artista italo-senegalese nata nel 1995 a Milano, città dove vive e lavora attualmente. Binta Diaw si è diplomata all'Accademia delle belle arti di Brera e all'École d'Art et de Design di Grenoble in Francia. Nel 2022 è stata la prima vincitrice del Premio franco-italiano Pujade-Lauraine. Mostre recenti includono:  Bellezza e Terrore: luoghi di colonialismi e fascismi, Museo Madre di Napoli, Napoli (Italie, 2022), The Land of Our Birth is a Woman, Centrale Fies, Dro (Italie, 2022), Toolu Xeer, Galerie Cécile Fakhoury, Dakar (Sénégal, 2022), Les tirés ailleurs, Bungalow ChertLüdde, Berlin (Allemagne, 2022), Segni di Me, Casa Testori, Milan (Italie, 2022), The Recovery Plan, devoir de mémoire à l'italienne, Institut Culturel italien, Paris (France), A Living Experience of Feeling Listened, Lungomare, Bolzano (Italie, 2021), Nero Sangue, Museo MA*GA, The Recovery Plan, Gallarate (Italie, 2020), Soil is an inscribed body à Savvy Contemporary (Berlin, 2019).

Nel video Mabogo Dinku (esposto nell’Emeroteca di MAD al piano terra), la mano di Lerato Shadi fa gesti enigmatici e lei canta un verso popolare in Setswana. Shadi non fornisce sottotitoli o indicazioni sul significato di parole e gesti perché l’artista narra l'inenarrabile, la storia del suo popolo, emarginato durante l'apartheid in Sudafrica.
Nata a Mahikeng, in Sudafrica, Lerato Shadi si è laureata all'Università di Johannesburg nel 2006 e nel 2018 ha conseguito un Master in Spatial Strategies presso l'Accademia d'Arte Weißensee di Berlino. Il lavoro di Shadi è stato incluso in numerose mostre istituzionali, tra cui al Kunstverein di Amburgo e al KINDL Center for Contemporary Art di Berlino, così come al Neuer Berliner Kunstverein (n.b.k.), Daimler Contemporary, ifa-Galerie e SAVVY Contemporary a Berlino; Zeitz MOCAA a Città del Capo; Kunsthal Amersfoort nei Paesi Bassi; e la Tate Modern di Londra. Ha anche esposto alla Biennale di Curitiba in Brasile, alla International Biennale for Young Art di Mosca e alla Biennale di DAK'ART Dakar. Shadi ha ricevuto l'Alumni Dignitas Award dell'Università di Johannesburg nel 2016, il Villa Romana Prize nel 2018 e il Berliner Senat Arbeitsstipendium nel 2019. Il suo lavoro è presente, tra le altre, nelle collezioni della Tate Modern, n.b.k Videoforum e IZIKO South African National Galleria.

Con Mur des Mots (Muro di parole) di Bocar Niang, esposto nella galleria al primo piano, l’artista riflette sulla trasversalità delle espressioni artistiche, tra tradizione e contemporaneità, evidenziando il ruolo dell'oralità. La sua pratica riguarda la creazione di una collezione composta da racconti e poesie multilingue (in francese, inglese, pulaar, wolof, bambara, mandé, arabo).
Bocar Niang è nato nel 1987 a Tambacounda in Senegal. Ha conseguito un master in arti e culture all’Università Cheikh Anta Diop di Dakar e alla Scuola nazionale superiore d’arte di Paris-Cergy. Attualmente, sta lavorando a una tesi di ricerca e creazione artistica nell’ambito del programma di dottorato RADIAN. Fondatore del Museo Griot in Senegal e delle sue succursali in Francia, Bocar Niang è direttore artistico del Festival Tamba Jeunes Talents in Senegal dal 2008 e del Nekkalante Festival in Francia dal 2018. Il suo lavoro multidisciplinare combina oralità, installazione, scrittura, scultura, film, video e musica. È stato presentato al Centre Pompidou (omaggio a Iss Samb), al Palais de Tokyo, alla Fondation Ricard, alla Biennale di Dakar, alla Biennale di Cenon, a Ygrec-Ensapc, ai Laboratoires d’Aubervillers, al Musée Théodore Monod de Dakar, ecc. Il progetto che sta portando avanti a Villa Medici si divide in due parti. In primo luogo, la produzione di narrazioni e performance orali/sonore volte a sviluppare le narrazioni di oggetti e opere e a rafforzare i legami tra gli individui, le mobilità, i loro contesti e i territori attraverso letture multilingue, podcast, declamazioni di scritti e la creazione di opere sonore sulle collezioni, i paesaggi o le leggende di Villa Medici e della città di Roma. In un secondo momento, si concentrerà su una serie di sculture intitolata Baby foot, composta da 44 disegni e modelli di individui. I personaggi che compongono la serie di sculture provengono dalla Francia, dall’Italia (tra cui figure emblematiche quali Plinio il Vecchio, Ferdinando de’ Medici, Michelangelo e Giovanni Boccaccio), dall’Africa e dal resto del mondo.

Infine nel foyer del Carcere duro, al terzo piano, INTER(FEAR)ENCE di Nexcyia parla delle divisioni e  delle gerarchie tra i potenti e gli impotenti. Ispirato dall'idea che la paura generi un filtro sonoro, che ci impedisce di riconoscere la nostra comune umanità, questo lavoro dà corpo alle paure presenti ma invisibili simboleggiate dalle forze dell’ordine.
Nexcyia, al secolo Adam Dove, è un sound artist e musicista ambient sperimentale afroamericano / francese che vive tra Londra e Parigi. Intrecciando un sound design aspro e paesaggi sonori estremi l’artista crea un ponte tra molti stati d'animo, emozioni e luoghi attraverso il rumore, la sintesi granulare, le texture e i ritmi utilizzando in gran parte suoni preesistenti. Dove è un artista e ricercatore che ha conseguito un Master in Contemporary Art Practice presso il Royal College of Art e un BA in Sound Arts presso la University of the Arts di Londra. La sua pratica artistica si concentra sulle nozioni di alienazione e alterità nell'esperienza afroamericana e le esplora attraverso la scultura, l'installazione, la pittura, il suono e l'immagine in movimento. Nexcyia ha pubblicato Origin EP su Cafe OTO's Takuroku, Crawl EP su Alien Jams e si è esibito in vari locali/festival come il Barbican Centre, Cafe OTO, Primavera Sound (Barcellona), IKLECTIK e altri ancora.

Per maggiori informazioni: info.mad@musefirenze.it  - 055/ 2476873 - www.murateartdistrict.it