Cinque anni sono trascorsi dall’avvio del parternariato tra il Teatro della Toscana e il Théâtre de la Ville di Parigi, cinque anni segnati dalla continua condivisione della missione del teatro nel tempo presente e futuro. Tutto è partito dai valori di fondo contenuti nella Carta 18-XXI letta a Firenze nell’ottobre 2019. Giovani, Europa, salute, ambiente, educazione, formazione sono ed erano gli assi portanti della carta. Poi la pandemia, e tutti hanno iniziato a immaginare il monde d'après, il mondo di dopo.
Seguendo questo pensiero le due istituzioni hanno attivato diversi progetti, come le Consultazioni poetiche, che tante persone hanno tenuto vicine al teatro durante e dopo quell’evento epocale. Man mano, si è fatta strada la certezza che il monde d'après per esistere realmente avrebbe dovuto essere caratterizzato dagli stessi valori della Carta 18-XXI. Che una nuova idea di una Europa della Cultura sarebbe stata centrale; che congiungere il teatro ad altre discipline, come la scienza e la medicina, sarebbe stato fondamentale per iniziare il cammino verso una dimensione futura.
È in questa ottica che nasce il progetto
L’attrice e l’attore europei, la nuova sfida comune ispirata ai valori fondanti e ineludibili di questo lavoro fortemente condiviso da cui comincia la nuova vita della Fondazione Teatro della Toscana e il suo nuovo modo di fare teatro. Attraverso la ricerca di nuove forme pedagogiche, e con la tensione di rinnovamento che ha ispirato teorici del teatro come Jacques Copeau, nasce l’impegno di formare una figura di interprete capace di superare tanto i confini nazionali quanto le barriere linguistiche. Un “attore aumentato”, un attore engagé, che impegni e si impegni, in campo artistico, sociale, anche su questioni sanitarie e scientifiche; un attore in grado di far parte di troupe di nazionalità diversa.
Primo esito sperimentale del progetto L’attrice e l’attore europei sarà l’inserimento nel cast di Ionesco Suite di attrici e attori del Teatro della Toscana scelti tra i diplomati della Scuola Costa e di Oltrarno, uno per replica, al termine di due momenti di lavoro realizzati a Firenze da attrici e attori del Théâtre de la Ville di Parigi - Gérard Mallet, Stephane Krähenbühl e Jauris Casanova, con Julie Peigné e da Emmanuel Demarcy-Mota, e con prove finali a Parigi. Ionesco Suite è uno spettacolo identitario del Théatre de la Ville di Parigi.
Il lavoro preparatorio dei mesi di gennaio e febbraio si è svolto negli spazi dell’Ex Cinema Goldoni, esattamente lì dove, nel 1915, si incontrarono Jacques Copeau e Edward Gordon Craig. Nel settembre di quell’anno, infatti, Copeau in viaggio di studi visitò quella che allora si chiamava Arena Goldoni, dove Craig (reduce dall’esperienza alla Pergola con la Duse) aveva fondato la propria scuola di teatro. Proprio alla Pergola, qualche decennio più tardi, Orazio Costa, allievo di Copeau, darà vita al Centro di Avviamento all’Espressione, non solo luogo di propulsione e diffusione del suo metodo mimico, ma anche centro di ricerca teso a superare il concetto classico di formazione.
Questo progetto proseguirà con altri appuntamenti, in una traiettoria ideale che porterà a nuove forme di amalgama attoriale e all’apertura di una finestra di dialogo con l’Africa, volta a stabilire nuove forme di cooperazione.La scelta di Ionesco Suite come spettacolo identitario per questo primo passo non è casuale. È un tributo all’anti-azione del teatro dell’assurdo, al rifiuto della trama, all’uso del colpo di scena adoperato per stupire lo spettatore, concedergli una risata, riscattarlo dalla tensione. Un mosaico di frammenti dell’assurdo, estratti da sei testi del teatro di Ionesco, dai più classici come La Cantatrice Calva e La Lezione fino a testi meno noti, come Jacques ovvero la sottomissione, Delirio a due, Come preparare un uovo sodo, Esercizi di conversazione e dizione in francese per studenti americani, tutti ricuciti attorno a un pranzo di famiglia, dove le attrici e gli attori rinunciano alla sacrosanta costruzione del personaggio e si scambiano di ruolo nell’atto di passarsi un bicchiere, si accusano, si amano, festeggiano, si lanciano torte, s’inzuppano d’acqua e vino, mentre il trucco viene via insieme alle loro difese. Il personaggio si scioglie lasciando scoperto l’essere umano.
Lo stesso linguaggio si rifiuta di collaborare. È usurato, spolpato, si rifugia in interminabili giochi di parole e scioglilingua per sfuggire alla vacuità degli scambi quotidiani, alle mediocri chiacchiere da convenevoli, alle trite convenzioni verbali delle coppie. Le ripetizioni, i dialoghi portati allo sfinimento, costruiscono l’intreccio di un affresco sulla difficoltà di essere (da soli, in due, nella società), l’arbitrarietà del linguaggio, il sogno e la morte, il livellamento dell’individualità, la manifestazione del potere e della dominazione (affettiva o intellettuale).
Altro momento cruciale di questa prima fase realizzativa sarà il coinvolgimento dell’Académie Santé-Culture, piattaforma di scambio tra cultura e medicina che mira ad approfondire non solo i punti di contatto tra salute ed espressione artistica, ma anche il comportamento umano e il ruolo del cervello nella gestione delle emozioni e della motricità, anche in rapporto a pazienti nei quali questo controllo è compromesso, come i malati di Parkinson; e parallelamente in grandi personaggi del teatro, come Amleto. Questo processo si è spinto fino a creare una versione “aumentata” di Ionesco Suite nella quale, affiancando le attrici e gli attori, studenti di medicina intervengono nel testo e illustrano al pubblico i comportamenti patologici dei personaggi della pièce.
Gli studenti di medicina francesi provenienti dal Gruppo ospedaliero de la Pitié Salpêtrière, accompagnati dalla neurochirurga Carine Karachi, incontreranno medici, praticanti e studenti italiani e daranno poi vita a questa replica speciale.
Un altro tassello che sottolinea l’impegno del Teatro della Toscana in questo delicato e fondamentale campo che quest’anno ha già portato le Consultazioni poetiche a Montedomini, istituzione fiorentina tra le più antiche case di riposo europee, e attende di farle entrare negli ospedali della regione.
In occasione di Ionesco Suite alla Pergola sono previsti due incontri: il 31 marzo, ore 16, con la figlia di Eugène Ionesco, la scrittrice Marie France Ionesco; il 5 aprile, ore 18:30, con Fernando Arrabal, ultimo esponente delle grandi avanguardie storiche del Novecento.
Per maggiori informazioni e programma:
www.teatrodellatoscana.it