Nella ricerca dualistica di Exit Enter è il segno il minimo comune denominatore che ricongiunge il progetto del suo celebre ‘omino’ alla ricerca sui paesaggi istintivi. Con “The sign beyond the signature”, Street Levels Gallery intende rivelare la natura istintiva, gestuale e rituale della pittura di Exit Enter, quella coltivata da oltre dieci anni nel suo studio e mai esibita pubblicamente. Nel nuovo progetto espositivo, il celebre ‘omino’ di Exit Enter non si mostra mai; una scelta curatoriale maturata dalla galleria fiorentina insieme all’artista con la convinzione che nella dicotomia tra Exit e Enter, tra uscire ed entrare, tra esporre e celare potesse rivelarsi ciò che lo spazio pubblico non ha ancora mai accolto e che i cittadini delle strade di Firenze non riconoscerebbero.
Da venerdì 3 marzo a sabato 1 aprile 2023, “The sign beyond the signature” avrà luogo nello spazio espositivo di Street Levels Gallery, in via Palazzuolo 74 a/r, l’unico luogo della città interamente dedicato all’arte urbana. La mostra - patrocinata dal Comune di Firenze - presenta 19 pezzi unici, numerosi disegni e quattro serie di opere: le prime tre, Segni rossi, Segni bianchi, Segni mostri intercettano la natura più compulsiva e rapsodica della pittura dell’artista mentre l’ultima, Cantieri aperti, si configura come una visionaria architettura urbana, ricca di sovrastrutture. Il percorso espositivo tra le opere si raccoglie nelle tre nicchie della galleria, utilizzate per organizzare l’indagine istintiva di Exit Enter all’interno di spazi di riflessione diversi ma tra loro dialoganti, e si conclude nella living room con i disegni dove il gesto pittorico raggiunge la sua natura più irriflessiva.
Tratti, schizzi e graffi ricostruiscono il ritmo gestuale dell’artista, come se ogni composizione di segni corrispondesse a un’autonoma sequenza ritmica. Ed è proprio il suono ad aver in parte plasmato questi corpi di segni: la musica tekno, con il suo pulsare ripetitivo, rappresenta uno strumento di immersione totalizzante per assecondare il flusso creativo di Exit Enter. La cultura rave ha infatti segnato le opere Tempi moderni e Metropolis ma anche la serie Cantieri aperti che, nelle loro ambientazioni degenerate, rimandano ai muri di casse dei free party. I sound system divengono così complici dei riferimenti architettonici più robotici e meccanici, plasmando i suoi paesaggi urbani densi di edifici e sovrastrutture. Anche il ricordo della sua cittadina natale, Rosignano Solvay, partecipa alla costruzione dei suoi scenari: l’imponente fabbrica di bicarbonato che l’artista ha registrato con gli occhi del sé bambino influenza fortemente il suo immaginario grigio e distopico.
L’utilizzo del bianco e nero segna buona parte della produzione di Exit Enter, una scelta consapevole finalizzata a restituire al segno la sua natura più irriducibile; il binomio cromatico viene talvolta interrotto dall’utilizzo di altre cromie primari e secondarie, come nel caso di Nuvola rossa, Golden Bridge o Missing Lock, ed è proprio il colore rosso che irrompe con frequenza in tutta le ricerca dell’artista, connotando il segno di un’emotività impulsiva e testarda. Tra i lavori dall’estetica più atavica vi sono L’ombra della luce, Vita emozionale e, soprattutto, Fuga interiore. Quest’ultima rappresenta l’opera manifesto del ricongiungimento tra l’iconico ‘omino’ e la ricerca più impulsiva di Exit: un paesaggio indefinito accoglie una figura umana stilizzata e ricurva su se stessa. Ripulito dall’estetica pop del suo ‘omino’ della strada, questo corpo filiforme avanza verso l’orizzonte indefinito lasciando traccia di sé per mezzo della sua stessa ombra che, nello sconfinare oltre lo spazio concesso dalla tela, tenta forse di uscire ed entrare nuovamente in strada.
Exit Enter nasce in Italia nel 1990 a Rosignano Solvay, frazione in provincia di Livorno. Nel 2009, spinto dalla forte passione per l’arte, si trasferisce a Firenze per frequentare il corso di pittura all’Accademia di Belle Arti. Figura chiave in questo contesto è Saverio Vinciguerra, suo professore, il quale lo indirizza verso l’astrattismo ed una ricerca caratterizzata da gestualità e sperimentazione che l’artista porterà avanti lungo tutto il suo percorso artistico. Durante l’esperienza universitaria si appassiona di Graffiti e Arte Urbana e nel 2013 dà vita al suo pseudonimo Exit Enter ed al famoso omino stilizzato, che si connota in principio con tratti istintivi per poi assumere nel tempo un carattere più progettuale e narrativo. Seppur prediligendo la strada come luogo di interazione con il pubblico, nel 2014 Exit inizia a partecipare a diversi progetti, festival, mostre personali o collettive collaborando con istituzioni pubbliche e private sia in Italia che all’estero. Nel 2015, oltre ad esporre a Firenze e Castiglioncello, tiene insieme a Clet e Blub la collettiva “The Best of Italy Street Art” a Knokke-Heist in Belgio. Nel 2016, realizza opere murarie in due festival e una personale a Bologna, prende parte alla mostra “Unity Wanted” alla Street Levels Gallery ed al progetto “Inseminazione Artistica” a Palermo a cura di Progeas Family e altre associazioni locali. Nel 2017, espone nuovamente alla Street Levels Gallery in “Paste Up Value” e partecipa alla mostra “Once Upon a Time” presso lo Street Art Museum di Amsterdam, dove esegue anche un’opera muraria, spostandosi poi a Torre Alfina dove dipinge “Il sogno n. 2 la notte di Luca”. Nei due anni a seguire realizza la personale “Corrente” a Livorno ed il muro “The Page Master” a Follonica in collaborazione con la Street Levels Gallery e partecipa a numerosi festival e mostre collettive. Nel 2021 e 2022, Exit Enter si concentra soprattutto sulla formazione e la stesura del suo libro autoprodotto dal titolo “Riscritto”, intraprendendo così un percorso in collaborazione con le scuole The Sign, The International School of Florence e Accademia di Belle Arti di Firenze. Presso queste facoltà, l’artista tiene lezioni e workshop trasmettendo a gli studenti nozioni di pittura gestuale e creando degli spazi di interazione tra arte, collettività e contesto urbano. Nello stesso periodo realizza diversi muri, partecipa a festival ed espone a Torino con la mostra personale dal titolo “Street Therapy”. Attualmente vive in Toscana e lavora sul territorio nazionale ed internazionale.
Street Levels Gallery è una galleria internazionale di arte urbana, primo luogo del suo genere a Firenze. Nata dall’incontro tra artisti e produttori culturali, la galleria si propone come un ambiente articolato capace di indagare sui vari livelli di interazione dell’arte – tra strada, pubblico e spazio espositivo – interagendo con il tessuto urbano in un scambio reciproco e dinamico, in costante mutamento. Con questo obiettivo in mente, lo staff di Street Levels Gallery ha generato una realtà interamente dedicata alla sperimentazione artistica, all’esposizione di opere, alla produzione di connessioni, trame umane e progettualità condivise. La provocazione culturale si costituisce come pratica collaterale, con il chiaro intento di raccontare i percorsi e le espressioni artistiche nate in strada, supportandone l’esistenza, e, contemporaneamente, cercando di abbattere quei limiti narrativi e stereotipici esistenti tra lo spazio pubblico e quello privato, tra la strada e il luogo espositivo. Street Levels Gallery ricopre quel ‘ruolo cuscinetto’ fondamentale, che si prende in carico di mediare e conciliare le differenti visioni artistiche con le esigenze dei privati, le amministrazioni pubbliche e la comunità servita; ad oggi la galleria vanta una lunga serie di fruttuose collaborazioni con comuni, festival, rassegne d’arte, musei, aziende, associazioni, collettivi, università, enti pubblici e privati, nate con il fine ultimo di diffondere e promuovere il movimento dell’Arte Urbana in Italia e nel mondo.
Per maggiori informazioni: www.streetlevelsgallery.com