Venerdì 31 marzo 2023, alle ore 20.45, al
Tuscany Hall di Firenze (via Fabrizio de André angolo Lungarno Aldo Moro) sarà in scena
"Gli ultimi giorni di Van Gogh. Il diario ritrovato" di e con Marco Goldin, spettacolo teatrale con musiche di Franco Battiato.
Marco Goldin, unanimemente riconosciuto come il maggior esperto di impressionismo in Italia, dal 2005 mette in scena con successo, sui palcoscenici dei più prestigiosi teatri italiani, racconti/spettacolo realizzati per introdurre, in modo fortemente legato all’emozione, le sue grandi mostre, sempre ai vertici delle classifiche tra quelle più frequentate in Italia e nel mondo, con oltre undici milioni di visitatori negli ultimi vent’anni. Tratto dal suo libro, Gli ultimi giorni di Van Gogh. Il diario ritrovato sarà nei teatri italiani da ottobre 2022.
“Ho deciso di partire. Non posso più restare qui, mi scoppia il cuore. Ho detto ieri al dottor Peyron che domani salirò sul treno e andrò via per sempre. Anche Theo ha capito, è d’accordo, perché altro non c’è da fare. Come si dice sì a qualcosa che speri potrà portare nella tua vita un po’ di felicità. Potrà salvarti.”Dopo la fortunata tournée del 2018/2019 con La grande storia dell’impressionismo prodotto sempre da IMARTS, Van Gogh. Il diario ritrovato fa parte di un intero, vasto progetto dal medesimo titolo, costituito dal romanzo di Marco Goldin, cinque puntate che inaugurano il canale podcast dello studioso trevigiano, ovviamente la rappresentazione teatrale con il contributo eccezionale determinato dalle splendide musiche di Franco Battiato. Un’affabulazione appassionata e coinvolgente. Seguendo il ritmo del suo romanzo, Goldin sale sul palcoscenico per raccontare le ultime settimane della vita di Vincent van Gogh. Egli immagina, prestando la sua voce, che Van Gogh in quelle settimane finali avrebbe potuto tenere un diario; l’artista olandese negli ultimi tempi realizzava un gran numero di quadri, ma scrive meno lettere del solito al fratello Theo. Il romanzo e lo spettacolo sono un continuo gioco di specchi e di rimandi, tra i colori, le parole e i silenzi nei quali quasi si adagiano le musiche di Battiato.
Un quaderno un po’ lacero, di pelle verde scura, con dei ricami dorati e il dorso nero. Quel diario viene ritrovato casualmente da Arthur Gustave Ravoux, il titolare della locanda nella quale Vincent vive tra la fine di maggio e la fine di luglio del 1890. Mancano due settimane alla morte del pittore e Ravoux sale nella sua camera di sottotetto e scopre quel diario di cui nessuno, nemmeno il fratello del pittore, conosceva l’esistenza.Da questo espediente narrativo parte l’azione teatrale, nel parlare quasi tra sé e sé che Goldin fa come fosse colui che accompagna Van Gogh, e dunque osservandolo lo racconta.
Tutta la scenografia punta moltissimo all’effetto di stupore davanti ai tanti particolari di quadri e fotografie d’epoca che ne ricreano lo scenario, oltre alle immagini video riprese appositamente nei luoghi di Van Gogh in Provenza, tra Arles e le amate Alpilles e l’istituto di cura per le malattie mentali di Saint-Rémy nel quale scelse di stare per un anno.
Si tratta di un vero e proprio spettacolo nello spettacolo.Seduti a teatro, la rappresentazione ci fa sentire “immersi” dalle immagini rilanciate su tre schermi, con proiezioni laser di altissima definizione, per una continua emozione, sino alla scena conclusiva, quando Van Gogh, sul punto di morire, rivede come in parata, accanto al caro fratello Theo che gli tiene la mano, il suo passato colmo d’incanti, i campi di grano e la luce delle stelle.
Battiato amava Van Gogh. A trasmettere l’atmosfera spirituale, eppure densa della carne e dei sogni della vita di Van Gogh, contribuiscono le splendide musiche di Franco Battiato, eccezionalmente concesse per questa occasione. Sono tratte per metà dal suo “Gilgamesh”, uscito giusto trent’anni fa, poi dal “Telesio” e da quell’album così particolare e nuovo che fu il “Joe Patti’s experimental group”.
Per ulteriori informazioni:
www.teatroverdifirenze.it -
www.tuscanyhall.it