Sabato 4 marzo 2023, alle ore 19.00, e
domenica 5 marzo 2023, alle ore 16.00,
Jurij Konjar sarà protagonista di "
Goldberg Variations" per un nuovo appuntamento della rassegna
"La Democrazia del corpo" di Virgilio Sieni negli spazi di
CanGo - Cantieri Goldonetta di Firenze (Via Santa Maria 25).
Nel 2007 Jurij Konjar ha iniziato a osservare il video di Walter Verdin “Goldberg Variations” basato sull’iconica performance del 1986 di Steve Paxton The Goldberg Variations by J.S. Bach, played by Glen Gould, improvised by Steve Paxton. Dal 2009, a seguito di una serie di eventi e scelte personali, il coreografo sloveno ha iniziato a esercitarsi regolarmente danzando l’intero pezzo ogni giorno per tutto l’anno successivo. Una pratica quotidiana che ha portato Konjar a nuovi e personali esiti avviando un processo che sempre si rinnova nell’innesco tra il tempo, la musica di Bach, l’improvvisazione, il sé e il pubblico.
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Nel 2007 ho iniziato a osservare il video basato sulla performance di Steve Paxton del 1986 The Goldberg Variations by J.S. Bach, played by Glen Gould, improvised by Steve Paxton; dapprima copiandone il movimento, poi concentrandomi su ciò che vedevo oltre ad esso. Dal 2009, improvvisare le Goldberg Variations è diventato come un amico con cui non vedo l'ora di passare del tempo ogni giorno. Durante la pratica di improvvisazione ho esaminato le domande che via via emergevano, rispondendo con una più attenta osservazione del video e dandomi la libertà di colmare le lacune con l'immaginazione e le mie intuizioni; prima ho cercato di capire come agisce la mente del danzatore Steve, poi ho compreso e accettato che si trattava della mia mente. Gli avvenimenti si sono dipanati e io sono andato avanti, passando per un periodo di lavoro solitario a Buenos Aires e un altro in dialogo con Steve Paxton e Lisa Nelson. Il processo è decollato e si è trasformato in una pratica che ha iniziato a prendere forma all'interno di una bolla di qui-ora, come un incontro di un’ora tra la musica, me e il pubblico».
Jurij Konjar
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Dopo aver superato la fase di copia del tuo modo di muoverti, avvenuta piuttosto velocemente, ho iniziato a concentrarmi maggiormente su ciò in cui ti vedevo impegnato, al di là della forma. Ti ho visto usare la forma come mezzo per raggiungere un fine, cosa che trovo interessante da osservare in una danza, o in un danzatore; ma sentivo davvero che la forma era solo un pezzo del puzzle. Il vero processo a cui stavo assistendo era la comunicazione: il flusso di informazioni in tempo reale, dove non vediamo solo il prodotto finale, ma dove il processo è messo a nudo di fronte a noi. Ho sentito che in quello che hai fatto non c’è tempo; nel senso che non c’è il passato e neppure il riferimento al passato, che sarebbe poi il futuro. C’è solo una serie di momenti, dove ogni momento è aperto al cambiamento in qualsiasi istante, una volta prese in considerazione nuove informazioni. Mentre osservavo, ciò che vedevo era un momento in divenire. Allo stesso modo in cui il tempo non è tagliato in piccoli pezzi, non lo è nemmeno il corpo. È un’unità e al suo interno avviene quello che ho chiamato “trovare uscite”, cercare una porta da aprire e guidare il movimento in quella direzione, non correndo dietro a un’idea concepita nella mente, ma pensando dal corpo. Se dovessi definire tutto questo in una parola, lo chiamerei Pazienza. Mi sono reso conto che, se dovevo affrontare il tuo lavoro, affrontare questi temi era molto più importante che semplicemente indossare dei pantaloni neri e copiare dei movimenti. Questi temi sono anche ciò che mi interessa nel tuo lavoro ora e, se domani dovessimo prendere un caffè o entrare in sala prove, questo è ciò che ti chiederei».
(estratto da un’e-mail, scritta da Jurij Konjar a Steve Paxton il 15 dicembre 2009)
Jurij Konjar è danzatore, improvvisatore, performer e coreografo. Ha studiato al PARTS di Bruxelles, poi ha iniziato a danzare con Les Ballets C de la B. Ha lavorato con Maja Delak, Janez Janša, Boris Charmatz. Nel 2007 ha subito un trauma cranico che ha spostato la sua attenzione sul potenziale del momento presente. Nel 2009, un’osservazione approfondita del video The Goldberg Variations by J.S. Bach, played by Glen Gould, improvised by Steve Paxton (1986) ha innescato quella che è diventata una pratica di improvvisazione che continua anche oggi oltre ad aver fornito una base per un ricco dialogo ancora in atto. Tra le sue opere tuttora in tournée: Goldberg Variations (2010, da Steve Paxton), Still (2014), Biodegradables (2021). Una selezione dei suoi scritti e scambi con Steve Paxton è stata pubblicata in Goldberg Observations (Contact Quarterly, 2011). Collaborando con Steve Paxton (2010-2016), ha danzato nei suoi lavori Bound (1982), Flat (1964) e Quicksand (2016). Nel 2014 ha lanciato Habitat, uno spazio di lavoro nomade per pratiche che hanno il fulcro nella processualità (attualmente itinerante). Ha co-organizzato Contact Improvisation as a Research Paradigm (CIRP, Parigi 2018) e International Summer School of research in improvisation (ISS Nice, 2019), ha curato il festival Out Of The Toolbox (Ghent 2019) e fa parte di Dance Out Of Line mixed progetto di formazione dell'UE sulle abilità (2018-2021). La sua ricerca, le performance e l’insegnamento sono profondamente influenzati dalla Contact Improvisation e dalla pratica di Tuning Scores di Lisa Nelson.
La Democrazia del corpo, in programma fino al 12 maggio 2023, accoglie artisti tra i più significativi e importanti della scena nazionale e internazionale: mk/Michele Di Stefano/Lorenzo Bianchi Hoesch/Amir ElSaffar, Compagnia Virgilio Sieni, Nexcyia/Still & Jermay Michael Gabriel, Jurij Konjar, Compagnia Enzo Cosimi, Company Blu, Armando Punzo, Panzetti/Ticconi, Alessandro Sciarroni, Saburo Teshigawara/Rihoko Sato, Yasmine Hugonnet, ZOO/Thomas Hauert, Irene Russolillo, Tempo Reale, Daniele Ninarello.
Per maggiori informazioni:
www.virgiliosieni.it