Dopo il debutto in prima assoluta de “Il Brigante” dall’omonimo racconto di Robert Walser, prosegue con successo a
San Salvi la
rassegna “Il Teatro dei Chille”. In essa la compagnia napoletan-fiorentina diretta da Claudio Ascoli presenta 4 suoi spettacoli teatrali, tra novità e riprese di spettacoli ormai di culto. Tra essi
sabato 11 e domenica 12 marzo 2023 ore 21.00 ritorna in scena
“Casa di bambole” di e con Sissi Abbondanza. “Casa di bambole” indaga su un universo di solitudine, in un mondo di soli replicanti in cui non si ritrovano più persone ma ectoplasmi. Una donna nella sua casa (nido e prigione) alla fine di una festa e in attesa l’indomani dell’arrivo del suo uomo, scopre un’altra se stessa (reale o immaginaria?) con cui dialogare. Lo spettacolo è una riflessione sull’incapacità di rapportarsi nel reale che spinge verso dialoghi isolati, creando mondi in cui si finisce con il parlare in un infinito, crudele soliloquio.
Il testo di Sissi Abbondanza è liberamente ispirato agli scritti di Ingeborg Bachmann: parole invase dall’ansia di libertà ed amore.Abbondanza racconta la disperata solitudine di una donna, riflette con la Bachmann sulla facoltà dell’uomo di cannibalizzare le vite degli altri, di derubarle e impoverirle. Crimini privati, atti di morte senza azione, dove il carnefice aspetta e basta, forse lascia che la vittima si ammali e crolli. Qualcuno non muore: sopravvive, ma sopravvive e basta: “Voglio essere libera. Così libera da poter essere indotta in tentazione ancora una volta. Desidero una grande tentazione, assumerne la responsabilità ed esserne dannata. Oggi io non vivo, aderisco a tutto, mi lascio coinvolgere in tutto quello che accade, in modo da non poterne mai cogliere una mia personale occasione. Il tempo mi sta appeso a brandelli. Voglio decidere chi sono.” E ancora: “Non ho più nulla da temere. Deve incominciare a diventare importante ciò che io penso e credo, e non più ciò che mi hanno costretta a pensare e la vita che mi avevano permesso di vivere… lavorerei più volentieri. Anche se ho sempre lavorato volentieri, ma al mio lavoro manca la maledizione, la costrizione, l’assoluta necessità.”
Paolo Lauri firma le immagini di “Casa di bambole”, Teresa Palminiello il disegno luci e Francesco Lascialfari i suoni.Così Antonella d’Arco nel libro “Pazzi di libertà” presenta criticamente lo spettacolo: ”Trovando ispirazione dagli scritti di Ingeborg Bachmann, Sissi Abbondanza ha indagato le piaghe del dolore e della solitudine di una delle autrici più apprezzate della letteratura in lingua tedesca del secondo dopoguerra, rigenerando la sua vis poetica, in teatro, attraverso il corpo. Se Antonin Artaud scriveva che “il teatro è lo stato, il luogo, il punto, in cui afferrare l’anatomia umana e con essa guarire e dominare la vita”, la messinscena di Casa di bambole ha radici profonde nel verbo artaudiano. Il cubo fatto di canne di bambù, la scena ideata da Sissi Abbondanza e Paolo Lauri, all’interno del quale agisce la parola della Bachmann, è la casa, perimetro che segna la sfera d’intimità della poetessa, ma anche recinto entro il quale il suo linguaggio interiore è rinchiuso.” Una devastazione. Il vuoto dopo l’assalto”, queste le parole pronunciate dal personaggio che quel vuoto si trova ad abitarlo in tre dimensioni: il corpo, la voce e i suoi pensieri.
È nell’incontro tra queste tre dimensioni che lei comincia, maieuticamente, a far emergere la verità del suo essere e del suo percepire. La sua voce intrusiva la costringe ad affrontare il passato e a ritrovarsi nella memoria; a liberarsi dalla costrizione del rapporto con il suo uomo, in cui la dedizione e l’amore hanno smarrito i confini della loro essenza fino a diventare abnegazione; a uscire fuori da quella gabbia che si è costruita, ma che non può distruggere, perché è estensione della sua stessa carne. Un incontro-scontro, quindi, in cui l’azione è mostrazione dell’alfabeto corporeo che come argilla in scena è forgiato da Sissi Abbondanza. La tentazione e la dannazione della Bachmann è la libertà. E libera, in uno stato di apparente follia, la follia che appartiene a tutti di vedersi altri da sé e di ritrovarsi – forse – s’incammina verso la se stessa rinnegata, pronta per un sincero dialogo allo specchio con la sua ombra”.
I posti sono limitati per cui si consiglia una tempestiva prenotazione. Il biglietto di ingresso costa 12€, ridotto coop e arci 10€. Sono disponibili abbonamenti al costo di € 20, validi per i tre spettacoli che ancora restano della rassegna. Informazioni e prenotazioni : tel/whatsapp 335 6270739, mail info@chille.it