Città di Firenze
Home > Webzine > La longlist del XVII Premio Gregor von Rezzori - Città di Firenze
sabato 04 maggio 2024

La longlist del XVII Premio Gregor von Rezzori - Città di Firenze

19-04-2023

La XVII edizione del Premio Gregor von Rezzori - Città di Firenze si svolgerà dal 30 maggio al 1° giugno 2023 a Firenze. Il Premio Gregor von Rezzori – Città di Firenze è ideato e organizzato dalla Fondazione Santa Maddalena presieduta da Beatrice Monti della Corte, è promosso dal Centro per il Libro e la Lettura del MiC, patrocinato da Regione Toscana e sostenuto dal Comune di Firenze, dalla Fondazione CR Firenze, da Unicoop Firenze e da Credito Cooperativo del Valdarno Fiorentino.

La giuria del Premio composta da Beatrice Monti della Corte, Ernesto Ferrero Presidente, Andrea Bajani, Alberto Manguel, Maylis de Kerangal e Edmund White annuncia la longlist per la sezione narrativa straniera:

Anuk Arudpragasam - Passaggio a nord - La Nave di Teseo, traduzione di Andrea Silvestri
Una sera, Krishan, da poco rientrato a casa dal lavoro, riceve una telefonata inaspettata. Rani, la badante di sua nonna, è morta in circostanze poco chiare, il suo corpo è stato trovato sul fondo di un pozzo, nel suo villaggio nel Nord dello Sri Lanka, con il collo spezzato dalla caduta. La notizia arriva quasi in contemporanea con una e-mail altrettanto inaspettata da parte di Anjum – un’attivista di cui Krishan si era innamorato quattro anni prima mentre viveva a Delhi –, ed è il primo contatto da quando si sono lasciati. La missiva porta con sé ricordi e desideri che credeva ormai lontani. Scosso da questa coincidenza, decide di tornare a nord per partecipare al funerale di Rani. Durante il viaggio attraversa un paese dilaniato dal sanguinoso conflitto tra la minoranza tamil e il governo dello Sri Lanka. E il viaggio fisico diventa anche un viaggio nella memoria e nell’anima, tra ricordi e sentimenti perduti. Passaggio verso nord è il potente racconto di un paese smembrato dalla guerra civile, ma anche la storia di un amore, quello tra Krishan e Anjum, che rivela la forza dei sentimenti e la grazia della giovinezza tra le macerie dell’odio. Anuk Arudpragasam è nato nel 1988 a Colombo nello Sri Lanka da una famiglia di etnia tamil. Ha studiato negli Stati Uniti e si è laureato in Filosofia alla Columbia University, ora vive tra l’India e lo Sri Lanka. Il suo romanzo d’esordio The Story of a Brief Marriage è stato pubblicato nel 2016 ed è stato successivamente tradotto in francese, tedesco, ceco, cinese e olandese. Il romanzo ha vinto il DSC Prize for South Asian Literature, ed è stato selezionato per il Dylan Thomas Prize e l’Internationaler Literaturpreis. Passaggio verso nord è stato selezionato per il Booker Prize e inserito tra i migliori libri dell’anno per il “Times” e per la National Public Radio statunitense.

Hernan Diaz - Trust - Feltrinelli, traduzione di Ada Arduini
New York, anni cinquanta. Dopo la pubblicazione di un romanzo mendace e offensivo sulla sua vita,  il ricchissimo finanziere Andrew Bevel, diventato milionario dopo alcune speculazioni seguite al crollo in Borsa del ’29, assume la giovane Ida Partenza, figlia di un anarchico italiano, perché lo aiuti a scrivere un’autobiografia in grado di raccontare finalmente la verità sui suoi successi e sulla sua defunta moglie, Mildred. Ida intuisce presto che nemmeno dalla sua penna, strettamente controllata dal committente, uscirà il ritratto fedele di una donna complessa la cui reale personalità continua a sfuggirle, e la morte improvvisa di Bevel la costringe infine a lasciare incompleto il lavoro. Soltanto trent’anni dopo ha la possibilità di accedere agli archivi della Fondazione Bevel, dove trova finalmente il diario di Mildred, prezioso tassello mancante all’enigma che ha lasciato nella sua vita un’impronta indelebile. Quattro testi, quattro generi letterari, quattro voci, quattro punti di vista compongono un raffinato gioco di specchi in cui dietro le scelte di un leggendario uomo d’affari americano si intravede la figura polimorfa e affascinante di una moglie, artefice misconosciuta della sua fortuna.  Hernan Diaz ha pubblicato racconti e brevi saggi su “The Paris Review”, “Granta”, “Playboy”, “The Yale Review” e “McSweeney’s”. Con il suo primo romanzo Il falco (Neri Pozza, 2018), finalista al Premio Pulitzer per la narrativa e al Pen/Faulkner, ha vinto il Premio Whiting e il Saroyan International Prize. Nel 2022 si è aggiudicato una Guggenheim Fellowship. Inoltre ha pubblicato Borges, Between History and Eternity con Bloomsbury nel 2012. Vive a Brooklyn.

Clara Dupont-Monod - Adattarsi - Clichy, traduzione di Tommaso Gurrieri
È una storia di emozioni, di perdite, di miracolosi ritrovamenti, di paure, di smarrimenti, di rabbie, di speranze e di infinite dolcezze. Ed è anche una storia di montagne, di rocce, di acqua e di vento, di luoghi e solitudini. La vicenda è abbastanza semplice, nella sua terribile realtà: in una famiglia della montagna francese nasce un bambino, è bello e sorride e tutti vengono a rendergli omaggio. Ma dopo poco tempo ci si accorge che è gravemente disabile: non vede, non può muoversi, non crescerà, morirà presto. Questo sconvolge tutti gli equilibri della famiglia, ridefinendo per sempre il destino dei due fratelli, il maggiore e la minore, e dei suoi genitori. Perché questo bambino con gli occhi scuri che si perdono nel vuoto, è un neonato eterno, un bambino «inadatto», e traccia una frontiera invisibile tra la sua famiglia, gli altri e il mondo, l’intero mondo. Il figlio maggiore si fonde con il bambino, ci si attacca, ci si abbandona, ci si perde, capisce che da questa infinita fragilità può imparare che cos’è il mondo e che cos’è la vita. Nella figlia minore s’insediano invece dapprima il disgusto e la collera e poi l’esigenza di ricostruire un equilibrio accettabile. L’ultimo, che arriva dopo la morte dell’«inadatto», dopo che i due più grandi se ne sono andati, vive all’ombra dei fantasmi familiari portando dentro di sé, come una specie di angelo, la forza di una riconciliazione. A raccontare sono le pietre della corte, piazza e luogo della casa, che diventano voce «faulknerianamente» narrante, depositarie della memoria, del dolore e dell’abbandono. Un libro luminoso e magnifico sull’amore, la famiglia, la solitudine e la resistenza. Clara Dupont-Monod è nata a Parigi nel 1973. È autrice di numerosi romanzi tra cui La passion selon Juette (2007), Le roi disait que j’étais diable (2014) e La Révolte (2018). Adattarsi, tra i maggiori successi di critica e di pubblico del 2021 in Francia, è il suo primo romanzo pubblicato in Italia.

Lauren Groff - Matrix - Bompiani, traduzione di Tommaso Pincio
Inghilterra, Dodicesimo secolo. Marie, bandita dalla corte della regina Eleonora d’Aquitania, che ama di un amore ardente, è una ragazza sola, figlia illegittima di re, inutilmente colta, inutilmente appassionata, destinata com’è a una vita di clausura in un’abbazia che ha conosciuto giorni migliori, abitata da un piccolo popolo di donne inacidite dalla segregazione, dispettose, anche solo vecchissime. Però Marie riconosce in quell’enclave isolata, così importante per l’economia del contado, una possibilità di crescita, di potere, anche. E così prende le redini di un’impresa tutta da costruire che la porterà a scivolare in silenzio fuori dal raggio autoritario del clero locale, verso un’indipendenza di spirito e di azione destinata a trasformare l’abbazia in un cuore pulsante di energie, fervido di progetti, illuminato, vivo, in cui ogni donna ha il suo posto e la sua occasione di brillare. Ma da fuori premono l’invidia, le chiacchiere, la curiosità morbosa per quell’Utopia prima del tempo, tutta al femminile; e la badessa Marie è la prima a rendersi conto che libertà di pensiero e controllo della comunità sono a tratti inconciliabili, che il potere si conquista e si mantiene a caro prezzo, che le passioni, di qualunque tipo, sono pericolose. Tra autentiche credenti, reiette e bastarde, figlie cadette, ragazze sole al mondo gettate via come stracci, nobildonne radiose, la vita dentro le mura del convento, al centro di un labirinto progettato per isolarlo dalle brutture, è complicata quanto quella di fuori, forse anche di più. Lauren Groff torna al romanzo con una storia serrata e originale, che ha il passo dell’epica, la luce di una canzone d’amor cortese e lo scintillio tagliente dell’anima della sua Marie. Lauren Groff è nata nel 1978 a Cooperstown, nello Stato di New York, vive in Florida e ha due figli. È autrice dei romanzi I mostri di Templeton, apprezzato da Stephen King, Arcadia e Fato e furia, finalista al National Book Award 2015, segnalato tra i migliori libri del 2015 per Amazon, il “Washington Post”, “Kirkus” e il “Library Journal”, e indicato da Barack Obama come miglior romanzo dell’anno.

Esther Kinsky - Rombo - Iperborea, traduzione di Silvia Albesano
«In seguito, tutti parleranno del rumore. Del rombo. Con cui è iniziato.» Il 6 maggio 1976 un violento terremoto colpisce il Friuli, squarciando il paesaggio e l’esistenza di chi lo abita. A rievocare quei giorni sono sette abitanti di una valle nell’estremo nord-est della regione. Uomini e donne all’epoca già adulti o ancora bambini di cui ricostruiamo le vite in un’arcaica comunità montana di origini slave, con la sua peculiare identità linguistica e storica, le sue suggestive tradizioni, il suo retaggio di terra povera e di confine dove si sognava di fuggire o di vedere il mare, dove si emigrava per lavoro e si ritornava con nostalgia. Una terra di leggende in cui il terremoto ha origine dal mostruoso Orcolat o dalla Riba Faronika, la possente sirena a due code. Alle voci umane che raccontano un mondo antico di colpo travolto dalla paura fanno da controcanto le voci della natura attraverso una vivida descrizione del paesaggio carsico, dai fiori agli uccelli – i soli viventi immuni al terremoto – fino alle rocce che nei loro strati e colori conservano traccia dei movimenti millenari della terra. Così la memoria dell’uomo, che tenta di ricostruire con le parole quello che è andato distrutto, che cerca segni premonitori nelle ore precedenti al sisma per non rassegnarsi alla propria impotenza, che va modellandosi nel tempo insieme alle ferite, sembra confrontarsi con la memoria geologica. In un mosaico narrativo che riesce a combinare scienza e poesia, Rombo racconta la precarietà dell’esistenza e il senso profondo del ricordo mettendo a confronto ciò che passa e perisce per sempre e ciò che rimane, sottoposto a incessante mutamento, in natura come nella memoria. Esther Kinsky, narratrice, poetessa e traduttrice letteraria, è una delle voci più alte e originali della scena letteraria tedesca, insignita dei più prestigiosi riconoscimenti, come il Premio della Fiera di Lipsia, il Premio Paul Celan e il premio Adelbert von Chamisso. La sua opera, spesso paragonata a quella di W.G. Sebald, si distingue per la maestria narrativa con cui indaga l’esperienza umana dei luoghi, la memoria e il ricordo. In Italia ha pubblicato Macchia e Sul fiume (Saggiatore, 2019 e 2021). Il suo ultimo romanzo, Rombo, ha ricevuto il Premio Kleist ed è candidato al Deutscher Buchpreis. Attualmente trascorre lunghi periodi dell’anno in Italia, in un villaggio del Friuli, regione alla quale si è particolarmente legata e che le ha ispirato questo libro.

Pablo Maurette - Il tempo è un fiume - Salani, traduzione di Ilide Carmignani
Chicago 2016, nel pieno dell’inverno. Aarón, giovane argentino che studia negli States, sta facendo ricerche per la sua tesi dottorale su Giordano Bruno; casualmente viene a conoscenza di un omicidio avvenuto agli inizi degli anni Novanta: Ioan Culianu, professore di Storia delle religioni, freddato con un colpo di pistola. La polizia non è mai riuscita a scoprire né movente né colpevole. Aarón intraprende così un’indagine personale che fra complotti politici e servizi segreti lo porterà fino in Romania. Buenos Aires, 2041. Il fratello e due cari amici di Aarón, che da venticinque anni non si capacitano della sua improvvisa sparizione, hanno misteriosamente ricevuto il suo diario e lo leggono insieme a voce alta durante una notte infinita di eccessi in una città vagamente distopica. Le pagine risalgono al periodo in cui Aarón stava lavorando alla sua tesi a Chicago, e raccontano di strane minacce di morte. Il diario s’interrompe di colpo... Romanzo, biografia, diario personale, epistolario, saggio: costruito come un gioco di specchi, di scatole cinesi, questo libro trova nella migrazione delle anime il filo rosso che cuce insieme le vicende dei vari personaggi in una narrazione trascinante, ricca di sconfinamenti, incursioni filosofiche, giochi metaletterari, tutto animato da un’autoironia molto sorniona. La scrittura è ricca, sonora, spesso scoppiettante, scandita come i meccanismi di un orologio di precisione, magnificamente resa nella traduzione italiana di Ilide Carmignani. Pablo Maurette ci consegna un esordio ambizioso e brillante, che mette a frutto l’eredità di Borges e di Bolaño, aggiungendo qua e là un tocco di noir. Pablo Maurette, laureato in Filosofia all’Universidad de Buenos Aires, ha un Master in Greco Bizantino alla London University e un dottorato in Letteratura Comparata alla University of North Carolina. Ha inoltre trascorso un anno a Firenze, al Centro di Studi Rinascimentali della Harvard University, come ricercatore. Con tre libri di saggistica al suo attivo, oggi insegna alla Florida State University e collabora con i giornali più importanti dell’Argentina (ClarínLa Nación,Perfil) e per la RepubblicaIl tempo è un fiume è il suo esordio in campo narrativo.

Julie Otsuka - Nuoto libero - Bollati Boringhieri, traduzione di Silvia Pareschi
Gli amanti del nuoto libero sanno che la loro amatissima piscina sotterranea è un luogo quieto, perfetto per il relax e la concentrazione, dove ciascuno gestisce il suo corpo e il suo tempo lontano dal mondo di superficie. È il loro spazio, la loro zona di conforto, la fonte di un benessere superiore. La loro è una vita appartata e felice, vasca dopo vasca, virata dopo virata. Fino al giorno in cui la comparsa di una crepa sul fondo della piscina incrina le certezze di tutti, soprattutto di Alice. Alice, madre della narratrice, soffre anche lei, in parallelo, per le crepe insanabili che minacciano la sua memoria. Senza la piscina a strutturare il suo tempo, la sua vita intera scivola nella confusione, nello scompiglio, nell’incertezza. Sua figlia la osserva, e ricostruisce per lei un passato che la memoria non trattiene più: l’infanzia, il campo di concentramento per giapponesi, il lungo matrimonio, la morte della prima figlia neonata, l’esperienza di madre nippoamericana in California. Con una scrittura essenziale che ha fatto pronunciare a molti critici e lettori la parola «capolavoro», e con indicibile grazia e profonda tenerezza, Julie Otsuka osserva il declino di una madre imparando a orientarsi in un rapporto difficile e insieme ad amarla come mai prima. Julie Otsuka, nata e cresciuta in California, ha pubblicato con Bollati Boringhieri Venivamo tutte per mare (2012 e 2022), finalista al National Book Award 2011 e vincitore del PEN/Faulkner Award for Fiction e del Prix Femina Étranger 2012, e Quando l’imperatore era un Dio (2013 e 2014), vincitore dell’Asian American Literary Award 2003 e dell’American Library Association’s Alex Award. Vive a New York.

Djaimilia Pereira de Almeida - Questi capelli - La Nuova Frontiera, traduzione di Giorgio De Marchis e Marta Silvetti
Mila arriva a Lisbona da Luanda a tre anni, spettinata e “aggrappata a una confezione di biscotti”. Suo padre è portoghese, sua madre angolana, tutto ciò che sa delle sue origini è legato ai nonni e ad alcune fotografie sbiadite. Mila usa i ricordi come una biografia fallace, raccontando quattro generazioni di vicende familiari, e mettendosi alla ricerca della sua identità, una ricerca che si rivelerà complessa e dolorosa e che interseca la storia di tre Paesi e di due continenti. Attraverso l’originale lente dei suoi capelli indomiti e crespi, la vediamo cambiare e la seguiamo nei quartieri di una Lisbona non ancora gentrificata, nelle strade di Luanda e tra le foto di un album di famiglia che ci restituisce uno sguardo frammentario e ingannevole. Mescolando memoir e romanzo postcoloniale, realtà e finzione, Djaimilia Pereira de Almeida ragiona sul razzismo, sui meccanismi della memoria e sul processo di scrittura, costringendoci a riflettere su una domanda che oggi riguarda sempre più persone: cosa significa non appartenere del tutto a nessun luogo e vivere costantemente in bilico tra diverse culture? Djaimilia Pereira de Almeida è nata in Angola nel 1982 ed è cresciuta in Portogallo. È una delle voci più interessanti dell’attuale scena letteraria portoghese ed è autrice di romanzi e saggi tradotti in diversi paesi. Ha ricevuto il Premio letterario della Fondazione Inês de Castro, il Premio Oceanos e il Premio della Fondazione Eça de Queiroz. Questi capelli è stato finalista al PEN America Translation Prize.

Colm Tóibín - Il mago - Einaudi, traduzione di Giovanna Granato
Un romanzo su Thomas Mann che si legge come un romanzo di Thomas Mann. Una visione intima e insieme epica del grande scrittore tedesco, premio Nobel nel 1929. Un ritratto di elaborata sensibilità, in cui si riflette l'inquieto smarrimento del ventesimo secolo.
Cresciuto tra le comodità e i privilegi borghesi della Lubecca di inizio Novecento, il giovane Thomas Mann si avvia, non senza difficoltà, a intraprendere la sua carriera letteraria. La famiglia, infatti, lo vorrebbe impiegato in una compagnia di assicurazioni, non ravvisando in lui il talento che invece viene riconosciuto al fratello Heinrich. Per giunta la sensibilità artistica di Thomas si accompagna a un modo intenso e appassionato di vivere i rapporti familiari e sociali, con slanci tuttavia non sempre compresi o corrisposti. Il matrimonio con Katia Pringsheim – ram- polla di una facoltosa famiglia ebrea di Monaco nel cui salotto si incontra l’élite culturale del Paese, e gemella del conturbante Klaus – sembra capace di disciplinare le energie emotive e creative di Thomas, portandogli in dono la paternità di sei figli e una cornice di normalità entro cui poter esprimere la propria urgenza narrativa e scongiurare lo stigma che altrimenti la sua omosessualità gli attirerebbe. Intorno alla quotidianità di casa Mann si muovono familiari e conoscenti, figure tratteggiate per ciò che sono e per ciò che suscitano nella mente, nel corpo e nell’animo del Mago – come i figli si divertono a chiamarlo – e che spesso si traducono nei personaggi degli acclamati romanzi che Thomas continua a scrivere seguendo una metodica ed eremitica routine. Gli anni della fama letteraria di Mann, prima e dopo il premio Nobel per la Letteratura del ’29, coincidono tuttavia con l’ascesa di Hitler al potere e con la sua trasformazione da potenziale minaccia a carnefice. L’anticamera della Seconda guerra mondiale e delle persecuzioni naziste è per la famiglia Mann l’inizio di un esilio che li porterà dalla Germania agli Stati Uniti, passando per Svizzera, Francia e Svezia. La loro vita intrinsecamente romanzesca – gioie e tragedie, nascite e morti, passione e disperazione – si intreccia con i grandi stravolgimenti e i grandi personaggi della storia del Novecento, da Mahler a Einstein, creando coincidenze e collegamenti che amplificano la biografia personale in una biografia «totale», mentre il protagonista continua a interrogarsi sulla natura, l’autenticità e l’adeguatezza delle proprie idee ed emozioni, anche quando – ricongiungendosi con la sua patria – la troverà sfigurata dall’irreparabile orrore della guerra. Colm Tóibín è nato a Enniscorthy nel 1955. Oltre che di due raccolte di racconti e numerose opere saggistiche, è autore di altri nove romanzi, fra cui Il faro di Blackwater (Fazi, 2002) e Il testamento di Maria (Bompiani, 2014), finalisti al Booker Prize, The Master (Fazi, 2004), vincitore dell'IMPAC Award, e per Einaudi La casa dei nomi (2018), Brooklyn (2019), vincitore del Costa Book Award for Novel 2010 e nel 2015 trasposto nel pluripremiato film omonimo, e Il Mago (2023).

Antoine Volodine - Le ragazze Monroe - 66thand2nd, trad di Anna D’Elia
In un mondo sopravvissuto alla catastrofe militare e politica, dove l’umanità residua popola un immenso ospedale psichiatrico, Monroe, ex membro del Partito eliminato anni addietro in seguito a delle lotte interne, organizza dall’aldilà un commando di terroriste per sovvertire l’ordine costituito e scatenare la rivolta. La Polizia e i Servizi segreti braccano le ragazze all’interno dell’ospedale e cercano di introdurre alcuni agenti nel mondo dei morti per far fuori Monroe e salvare il Partito. Ma gli infiltrati messi sulle loro tracce, che utilizzano tecniche sciamaniche e sofisticatissime attrezzature paranormali, sono pervasi da dubbi e fiaccati da un rassegnato disincanto. In un’atmosfera plumbea che ricorda Blade Runner, percorsa da una stralunata vena comica di tono beckettiano e da un ambiguo erotismo, Volodine ci regala un magistrale noir metafisico in cui il confine tra vivi e morti, terroristi e spie, potere e rivolta è ormai impalpabile, e l’unica vera realtà sembra essere quella della grande letteratura. Fondatore del movimento post-esotico, corrente letteraria che mescola realtà onirica e politica, Antoine Volodine è nato in Francia nel 1950. Tra le opere pubblicate da 66thand2nd, Terminus radioso (prix Médicis 2014), Il post-esotismo in dieci lezioni, lezione undicesimaGli animali che amiamoSogni di MevlidòStreghe fraterne.

«La scelta di quest’anno è particolarmente eclettica e ci avvicina a mondi lontani, dimostrando ancora una volta come la scrittura superi ogni frontiera. Un conforto importante in questi tempi incerti» dichiara Beatrice Monti della Corte.

La Fondazione Santa Maddalena è stata istituita da Beatrice Monti due anni dopo la morte di suo marito. Si erano stabiliti a Santa Maddalena nel Valdarno dal 1967, e in quella dimora Gregor von Rezzori ha scritto senza sosta e con grande felicità fino alla fine della sua vita nel 1998. La Fondazione Santa Maddalena ospita periodicamente scrittori da tutte le parti del mondo come residenza letteraria e organizza dal 2007 il Premio Gregor von Rezzori – Città di Firenze, un festival di letteratura internazionale che promuove l'incontro tra scrittori di opere di letteratura contemporanea di grande qualità, traduttori e il pubblico italiano.

Il Premio Gregor von Rezzori - Città di Firenze è realizzato in collaborazione con Opera di Santa Croce, Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux, Porto delle Storie, Fondazione Teatro della Toscana, Todo Modo, Università per Stranieri di Siena, Università degli Studi di Siena.

Per maggiori informazioni: www.premiogregorvonrezzori.org  - www.santamaddalena.org