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mercoledì 25 dicembre 2024

Festival del Maggio Musicale Fiorentino: "Don Giovanni" di Wolfgang Amadeus Mozart

30-04-2023
Domenica 30 aprile 2023 alle ore 18.00 il direttore emerito a vita Zubin Mehta, alla guida dell’Orchestra e del Coro del Maggio, sul podio della Sala Grande, per l’opera “Don Giovanni” di Wolfgang Amadeus Mozart. La regia è di Giorgio Ferrara, ripresa da Stefania Grazioli. Luca Micheletti, Markus Werba, Jessica Pratt, Anastasia Bartoli, Ruzil Gatin, Benedetta Torre, Eduardo Martinez, Adriano Gramigni gli interpreti dell’opera. Il 26 aprile 2023 la prova generale è stata offerta in anteprima al pubblico Under 30. La recita del 3 maggio 2023 sarà trasmessa in diretta su Rai Radio 3

La compagnia di canto è formata da Luca Micheletti nella parte del protagonista, Don Giovanni; Markus Werba nei panni del suo servitore, Leporello; Jessica Pratt nel ruolo di Donna Anna; Ruzil Gatin come Don Ottavio; Anastasia Bartoli come Donna Elvira mentre Benedetta Torre interpreta la parte di Zerlina. Chiudono il cast Eduardo Martinez come Masetto e Adriano Gramigni nella parte del Commendatore.

Le scene sono del tre volte premio Oscar Dante Ferretti e di Francesca Lo Schiavo; i costumi di Maurizio Galante mentre le luci sono curate da Fiammetta Baldiserri.

Il maestro del Coro del Maggio è Lorenzo Fratini. Il 26 aprile 2023 la prova generale è stata offerta in anteprima al pubblico Under 30 che ha gremito la sala e ha tributato un calorosissimo “tifo da stadio” al maestro Mehta e a tutti gli interpreti.

Dopo la prima, altre quattro le recite in programma: il 3, 9 (recita già esaurita in ogni ordine di posto) e 12 maggio alle ore 19, e il 6 maggio alle ore 15:30.

Grazie alla Fondazione CR Firenze, la recita del 9/05/2023 è offerta al pubblico con uno sconto del 50% del prezzo sui biglietti di ogni settore. Prima di ogni recita sono proposte le presentazioni al pubblico degli spettacoli tenute da Katiuscia Manetta, Maddalena Bonechi e Marco Cosci: le guide si tengono nel Foyer della Sala Zubin Mehta e nel Foyer di Galleria della Sala Grande 45 minuti circa prima dell’inizio della spettacolo. Continua inoltre il ciclo “Prima le parole, poi la musica”: venerdì 28 aprile alle ore 17.30, nel Foyer della Sala Grande, il musicologo Maurizio Modugno presenta l’opera al pubblico.

Al via dunque anche il programma operistico dell’85º Festival del Maggio Musicale Fiorentino, con uno dei titoli lirici più iconici e amati di ogni epoca: il Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart, con la direzione del suo direttore emerito Zubin Mehta, sul podio del Teatro anche il giorno prima, 29 aprile, giorno del suo compleanno, per il secondo concerto sinfonico del Festival con la sinfonia n.2 di Gustav Mahler. Gli altri impegni del maestro Mehta nel corso del Festival riguarderanno la direzione di Otello, il capolavoro verdiano in scena dal 20 fino al 31 maggio (4 recite complessive) e il concerto beethoveniano del 25 maggio, con andrea Lucchesini al pianoforte. Inoltre il maestro porterà l’Orchestra del Maggio a Salisburgo, il 29 maggio, per un omaggio a Daniel Barenboim al quale parteciperanno Martha Argerich, Lang Lang, Cecilia Bartoli, Placido Domingo, Rolando Villazòn, e Sonya Yoncheva.

L’opera, seconda collaborazione del genio di Salisburgo con Lorenzo da Ponte, torna in cartellone al Maggio a dieci anni dall’ultima volta, quando andò in scena con la regia di Lorenzo Mariani nel febbraio 2013, sempre diretta da Zubin Mehta. È stata messa in scena complessivamente 10 volte nelle stagioni del Teatro, ed è stata diretta, e incisa in disco, a più riprese dal maestro Mehta nella sua carriera; in tre occasioni di queste con il Maggio alla testa della ‘sua’ Orchestra: memorabile l’edizione del 1990 al Teatro della Pergola, andata in scena con la storica regia di Jonathan Miller.

Dopo due secoli di racconti teatrali e letterari, il mito del nobile libertino viene plasmato dalle mani di Mozart e Da Ponte: il risultato è Il Dissoluto punito ossia Il Don Giovanni, che debutta allo Ständetheater di Praga il 29 ottobre 1787. L’opera di Mozart e il suo licenzioso protagonista hanno ricevuto le attenzioni di letterati, filosofi e psicoanalisti nel corso degli ultimi secoli, da Sigmund Freud a Carl Jung, da Albert Camus a Søren Kierkegaard: in molti hanno analizzato la figura del nobile dissoluto, contribuendo ad alimentare il mito del capolavoro mozartiano.

L’allestimento, applaudito sia dalla critica che dal pubblico, è quello del Festival di Spoleto firmato dalla regia di Giorgio Ferrara, ripresa da Stefania Grazioli, e dalle scene del tre volte vincitore del Premio Oscar Dante Ferretti e di Francesca Lo Schiavo.

La regia affronta l’ambiguità del Don Giovanni, sospendendo quasi le vicende fra il mondo dei vivi e quello dei morti, e questo si riflette anche nella maggior parte delle ambientazioni all’interno delle quali si snoda la vicenda.

L’ensemble corale vede nel ruolo del protagonista Luca Micheletti, che torna al Maggio dopo l’ampio successo di pubblico e di critica ottenuto lo scorso 84º Festival con il primo capolavoro della collaborazione di Mozart e Da Ponte, ossia Le nozze di Figaro. Analizzando la complessa struttura psicologica che caratterizza la parte di Don Giovanni, Micheletti, alla sua terza interpretazione del ruolo quest’anno dopo le recite al Covent Garden e a Torino, ha sottolineato proprio la profondità delle radici del personaggio: “Si dice di molti ruoli, ma Don Giovanni davvero non si finisce mai di scoprire: ha origini antiche, che derivano addirittura dal teatro dei fantocci. Egli è l’incarnazione dell’anima del dissoluto che non vuole pentirsi, l’ateo che dunque alla fine viene punito. Questo è in parte il cuore di questa produzione, dove tutti sono in parte sospesi fra il mondo dei vivi e quello dei morti: la lettura che si dà fin dal principio non è quella del semplice donnaiolo che infrange i cuori delle sue vittime ma s’indaga il suo rapporto con quel Dio che egli non crede esista. È una lotta di un ateo contro chi crede, lui sfida il soprannaturale fino all’ultimo, fino a quel ‘No!’ fatale che lo condurrà all’inferno. Un personaggio che sfida la vita fin dentro la morte.”

Al suo fianco, nel ruolo del pavido servitore Leporello, uno dei personaggi lirici più amati di sempre, Markus Werba, anche lui di ritorno dopo l’84º Festival del Maggio dove fu tra i protagonisti di Ariadne auf Naxos diretta da Daniele Gatti per la regia di Matthias Hartmann. Werba, fra i più apprezzati interpreti mozartiani a livello internazionale, è al suo debutto assoluto nel ruolo: “Con l’interpretazione di Leporello si chiude, per me, il percorso che riguarda i principali protagonisti mozartiani: ho dato voce a quasi tutti i principali ruoli baritonali della produzione di Mozart, ma non avevo ancora vestito i panni del servo di Don Giovanni. Nella mia lettura dell’opera ho sempre visto nel ruolo di Leporello colui che racconta ciò che vediamo in scena; egli apre e chiude metaforicamente il racconto. Nonostante sia il mio debutto nel ruolo ho interpretato il Don Giovanni in numerose occasioni e ho sempre notato che in parte egli è come se cercasse un distacco dalla sua attuale vita e dal suo padrone, Don Giovanni appunto: come se Leporello esplorasse il suo passato realizzando che vorrebbe essere non più un servitore, ma un padrone; egli sogna di poterlo essere, anche solamente per poter decidere di sé stesso”.

Nel ruolo di Donna Elvira, al suo debutto assoluto sulle scene del Maggio, Anastasia Bartoli, che ha dato voce al personaggio più volte nella sua carriera. “La grande e quasi disperata perseveranza di Elvira nel cercare di far ravvedere Don Giovanni sono il punto centrale del ruolo” ha evidenziato nell’analisi del ruolo “ella è alla ricerca continua dell’amore da parte del protagonista: a differenza di Donna Anna che lo cerca solo per propositi di vendetta, Donna Elvira lo ama e non solo farà in modo di interferire nelle sue avventure da seduttore, ma cercherà proprio fino alla fine di ravvederlo dal suo essere un narciso quasi patologico.”

Jessica Pratt, di ritorno al Maggio poche settimane dopo il concerto del 10 marzo scorso diretto dal maestro Daniele Gatti, interpreta Donna Anna. Il soprano si è detta felice ed emozionata sia interpretare il ruolo di Anna, già interpretato proprio in questo allestimento a Bari nel 2021, sia di poter lavorare insieme al maestro Mehta per la prima volta: “È davvero una gioia tornare qui al Maggio dopo così poco tempo e poterlo fare insieme alla direzione di una leggenda come Zubin Mehta: Donna Anna è un personaggio molto forte e serio, che ha perso il padre e che quindi viene mossa, nel corso dell’opera, solo e soltanto dal desiderio di vendicare la sua morte mettendo le mani sull’assassino, ossia Don Giovanni. Alla fine questa vendetta arriverà, anche se in parte quasi ‘incompleta’ ”.

Ruzil Gatin interpreta Don Ottavio, il promesso di Anna: il tenore è stato protagonista pochi mesi fa nelle recite de Il barbiere di Siviglia, andate in scena lo scorso settembre dirette da Daniele Gatti per la regia di Damiano Michieletto.

Benedetta Torre, fra le più acclamate interpreti mozartiane della sua generazione, è l’ingenua e giovane Zerlina: di recente protagonista al Maggio di un altro titolo mozartiano, La finta semplice, andato in scena lo scorso gennaio. Sempre con la direzione del maestro Mehta è stata tra gli interpreti del Così fan tutte registrato nel marzo 2021 e andato in scena a fine agosto e settembre 2021: "“Zerlina è un personaggio che esprime i sentimenti più semplici e gli impulsi più terreni con una spontaneità che trovo affascinante. Non volendola accostare totalmente a Don Giovanni” afferma Benedetta Torre nell’analisi del suo personaggio in questa particolare produzione “c’è da dire che è l’unica tra le protagoniste femminili dell’opera ad avere una spinta sensuale e seduttiva schietta, che si palesa soprattutto in occasione delle sue due graziose arie tramite i sinuosi e direi anche divertenti giri di metafore che Mozart e Da Ponte le hanno dedicato. Il Don Giovanni è un’opera straordinaria, tra le mie preferite, e sono felice di debuttare questa parte che mi permette anche di esprimermi al massimo a livello scenico. Nella produzione firmata da Giorgio Ferrara la particolarità sarà di vedere i personaggi protagonisti di una storia che si ripete dopo la loro stessa morte, un eterno ritorno perché di fatto la vicenda è finita irrisolta e vaga, non sappiamo davvero che fine hanno fatto tutti loro, ma solamente che l’incontro con Don Giovanni li ha cambiati nel profondo”.

Eduardo Martinez, talento dell’Accademia del Maggio e anche lui protagonista de La finta semplice a gennaio, interpreta lo sposino di Zerlina, Masetto; mentre la parte del Commendatore, padre di Donna Anna e futuro ‘Convitato di pietra’ di Don Giovanni è interpretata da un ex artista dell’Accademia, Adriano Gramigni.

L’opera: Chi dice Don Giovanni, dice Mozart. Eppure il mito del libertino sacrilego e donnaiolo impenitente è ben più antico. Dal XVII secolo la tradizione lo ha visto protagonista della parabola devozionale, della favola, del teatro di piazza, di espressioni letterarie e musicali sempre più numerose. Dopo quasi due secoli di declinazioni, il mito arriva tra le mani di Mozart e Da Ponte e il risultato è Il Dissoluto punito ossia Il Don Giovanni, capolavoro che debutta a Praga il 29 ottobre 1787. La storia è ben nota al pubblico ma è grazie a Mozart che il ‘dissoluto’ avrà la sua consacrazione definitiva. Il Don Giovanni mozartiano possiede infatti una carica espressiva senza eguali. Dall’ouverture, alle arie solistiche, dagli ensemble vocali ai grandiosi finali dei due atti dell’opera, commedia e tragedia, mondo terreno e mondo celeste si susseguono e si compenetrano mirabilmente e senza battute d’arresto. Don Giovanni assume addirittura una statura eroica e il fascino che esercita sull’ascoltatore risulta di gran lunga superiore alle sue malefatte. Non a caso la musica è dalla sua parte, la dialettica pure, mentre i personaggi che sono a lui legati rimangono abbagliati dalla sua energia solare, brillando di luce riflessa. E allora a poco vale quella giusta fine già anticipata dal titolo: il ‘dissoluto’ brucerà sì tra le fiamme dell’inferno, ma come l’araba fenice rinascerà dalle proprie ceneri a ogni ascolto, perché i miti - Mozart docet - non muoiono mai.

Per maggiori informazioni: www.maggiofiorentino.com